Questo post chilometrico vorrebbe essere un aiuto a tutti coloro che intendono intraprendere un cambio di operatore sulla propria linea fissa, magari per andare ad usufruire delle “fenomenali offerte” pubblicizzate ovunque dalle più famose compagnie telefoniche.
Prima di imbattervi in tale impresa vi suggerisco di leggere quanto segue: un resoconto dettagliato di esperienze vissute, esposto in modo spero piacevole e ironico.
Ci saranno anche alcuni passaggi tecnici che cercherò di spiegarvi con la massima semplicità, e che potrebbero risultare altrettanto utili.
Questo racconto-testimonianza può rispecchiare la situazione di centinaia di migliaia di altri utenti nella mia stessa situazione, che senza saperlo si accingono a regalare fior di quattrini ai colossi delle telecomunicazioni.
Vi anticipo subito il finale: pensateci bene prima di farlo!
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Sono stato per 4 anni cliente di Telecom Italia su linea fissa con canone ADSL flat Alice 7 mega (che ora si chiama Internet Senza Limiti, abbreviato in ISL) per la “modica” cifra di circa 40€ al mese, più eventuali costi delle telefonate (tale canone infatti presuppone il pagamento dello scatto alla risposta sulle chiamate da linea fissa, che comunque raramente effettuavo).
Da questo luglio Telecom è diventata TIM, e come per magia la fatturazione è passata da bimestrale a mensile. Per chi, come me, non ha dato la propria domiciliazione bancaria, questo presuppone un ulteriore costo a nostro carico di circa 12€ annui, solo di commissioni per il pagamento. Infatti, come avevo già spiegato tempo fa in un altro post su questo blog, dovete sapere che per ogni bolletta che pagate alle Poste il costo ora è di 1,5€ (se pagate in ricevitoria o tramite altri canali si alzano a 2€ ed oltre), ai quali si aggiungono grossomodo altri 60 cent per l’invio del bollettino postale cartaceo, OBBLIGATORIO in TIM per chi non effettua la domiciliazione.
Risultato: più di 2€ di commissioni per bolletta, che moltiplicato per 12 mesi fanno circa 25€ annui, come minimo. Solo per le commissioni di pagamento, s’intende.
Il canone annuo per il servizio ISL (flat ADSL da 7 mega), telefonate escluse, è di circa 480€.
Stanco di pagare l’ira di dio per un servizio che altri operatori fan pagare molto meno, mi rimbocco le maniche, mi armo santa di pazienza e mi metto a cercare su web le offerte migliori.
Qui aggiungo un’informazione tecnica e tuttavia utile da conoscere: dovete sapere che, per quanto riguarda le ADSL, i servizi offerti dagli operatori si suddividono in due categorie (non considero le recenti offerte in fibra ottica, che coprono una piccola parte di popolazione soltanto nelle grandi città): servizi di tipo ULL e di tipo Wholesale.
- ULL: questa tipologia di ADSL di fatto sgancia l’utente finale dagli apparati Telecom Italia – ora TIM – nelle centrali telefoniche ex SIP. L’utente continua ad usare le linee Telecom che vanno dalla centrale a casa sua (il cosiddetto ultimo miglio), ma dalla centrale in poi sia gli impianti fisici che la loro manutenzione è gestito dall’operatore che eroga il servizio.
- Wholesale: in questo caso, ben diverso dal precedente, voi pagate l’operatore alternativo pur rimanendo di fatto agganciati totalmente agli apparati Telecom, gestiti e manutenzionati pure da Telecom: in sostanza l’operatore alternativo si limita ad affittare dall’ex monopolista SIP dello “spazio-banda” e lo rivende a voi, clienti finali.
Perché mi sono soffermato in questo “dettaglio”?
Semplice: perché mediamente la qualità di una linea ADSL offerta in Wholesale, seppure possa risultare economicamente conveniente, è purtroppo altrettanto scadente.
Gli operatori alternativi (tra i quali ci sono anche colossi come Wind/Infostrada, intendiamoci) solitamente affittano da Telecom una banda adatta a servire poniamo 100 clienti, e la rivendono servendo molti più clienti di quanti questa riesca sostenere.
Le conseguenze le potete immaginare: specialmente nelle ore di maggior traffico (tardo pomeriggio e sera) la connessione Internet va a singhiozzo, con lentezza esasperante, pagine che a volte proprio non si caricano ed imprecazioni costanti. La notte e la mattina, in genere, la navigazione migliora in modo sostanziale.
Questa informazione potrebbe risultare forse irrilevante per chi usa Internet in modo saltuario, con limitato uso dei social network, posta elettronica e poco altro, a fronte di un sostanzioso risparmio economico. Ma per chi in rete ci lavora, o comunque la usa in modo assiduo e pesante (mi vengono in mente ad esempio lo streaming video, o i giochi online), un servizio basato su Wholesale risulta di norma inaccettabile, anche se dovesse costare meno.
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Torniamo quindi al mio racconto. Io sono quel genere di utente che usa Internet anche per lavoro e necessita di una velocità decente nel caricamento delle pagine, anche nelle ore di punta. Per questo motivo, nella capillare ricerca delle attuali offerte presenti, ho considerato esclusivamente operatori che mi offrissero una ASDL in ULL, ossia con allacciamento diretto alla rete fisica dell’operatore, che di norma non comporta i disservizi descritti in precedenza (non che questo sia garantito al 100%, sia chiaro).
Cerca che ti ricerca, alla fine ho constatato che, a parte Telecom, l’unico altro operatore ADSL che offre un servizio in ULL nella mia zona è Wind/Infostrada. Almeno così pare.
Per inciso, abito in un centro abitato di più di 15mila abitanti ad una decina di chilometri da Treviso e da Venezia, non proprio in aperta campagna o in zone montuose.
L’offerta Infostrada ABSOLUTE sembra veramente eccellente: a soli 19,90€ al mese (o 22,90€, a seconda del periodo, le promo cambiano costantemente) offre flat una ADSL a 20 mega (sempre teorici, sappiatelo: l’effettiva banda disponibile dipende dalla distanza tra casa vostra e la centrale Telecom, oltre che dalla qualità delle linee), telefonate verso fissi e mobili col solo pagamento dello scatto alla risposta, più un’altra serie di servizi accessori inclusi di cui non mi importava francamente nulla.
Il fatto è che sul loro sito, all’inserimento del mio numero telefonico, è apparsa raggiante la scritta: “Congratulazioni, lei è raggiunto dalla rete Infostrada, e può usufruire della ADSL fino a 20 mega [etc etc]“.
Indicazione evidente che sarei stato in ULL: in caso contrario se il servizio era in Wholesale, sempre con la stessa offerta Infostrada ABSOLUTE, risultava un canone maggiorato di 5€ mensili e non veniva specificata la velocità dell’ADSL (testato provando altre numerazioni fisse di zone diverse).
Alleluja!!! Finalmente avevo trovato il mio nuovo operatore: lo stesso servizio offerto da Telecom (anzi migliore: 20 mega vs 7 mega, e chiamate con solo scatto alla risposta anche verso mobili) alla metà del prezzo!
Contentissimo, usufruisco pure di ulteriori promozioni: una che mi dava una sconto di 5€ in bolletta per 6 mesi, poi tramite un conoscente appena passato anche lui ad Infostrada riesco ad attivare la promo “porta un amico – invitato”, e facendo pubblicità sulla bontà dell’offerta ad altri conoscenti attivo anche il “porta un amico – invitante”. Promozioni che mi davano un ulteriore sconto di 20€ sulla prima bolletta nonché il 10% di sconto sulle successive bollette per 6 mesi.
Ma che è Wind? Babbo Natale???
No, alla fine si è rivelata essere piuttosto la befana.
Vediamo il seguito.
Appena concluso il modulo online, non mi arriva alcuna “proposta di contratto” da controfirmare ed inviare, come in teoria doveva essere. Ma anche le procedure, come le offerte, cambiano ogni 3 per 2. Sento il 155 e mi spiegano che il contratto sarebbe stato spedito via posta ordinaria, e sarebbe potuto arrivarmi anche dopo parecchie settimane (!!!). Vabbè.
Il punto è che sul mio spazio personale, dopo essermi registrato sul sito Wind, nella descrizione del servizio in attivazione mancavano 2 delle 3 promo che mi spettavano, riconosciute in fase di ordine. Al che appunto, al 155, mi hanno risposto di “verificare sul contratto” oppure di “attendere la prima fattura (*)”, perché loro non avevano la facoltà di vedere le promo attive (!!!)
[(*) successivamente scopro che le fatture Wind non riportano alcun dettaglio sulle promo, soltanto gli importi finali da pagare]
Al che, apprendendo in rete che il servizio di assistenza di Wind è molto più efficiente sui social network – tramite Facebook o Twitter – rispetto al 155 (!!!) li contatto con tali canali e dopo qualche giorno, nonostante non mi abbiano risposto in merito all’assenza delle promo sul profilo, mi arriva via email la proposta di contratto da controfirmare e reinviare, come da mia richiesta.
Come immaginavo, nemmeno in tale contratto compaiono le 2 promo che mancavano sul sito. Non solo: nel contratto era assente pure la terza promo, quella che almeno sul sito c’era (!!!).
Cominciano a girarmi le balle, ma è solo l’inizio.
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Fossero state solo quelle promozioni non correttamente attribuite il problema, potrei anche aver a malincuore sorvolato: erano una sessantina di euro che avrei potuto risparmiare in 6 mesi ma in fin dei conti l’offerta restava molto buona, nonostante lo specchietto per le allodole.
Il disastro si è avverato quando, 7 giorni dopo la compilazione del modulo web, in data 28 settembre per la precisione, mi attivano fin troppo prontamente il servizio ADSL.
E funzionava a singhiozzo!!!
Ma fate bene attenzione: nell’offerta Wind/Infostrada, c’è una dicitura che spiega come “nei primi 10 giorni il servizio ADSL resta in fase di test, con banda limitata, per permettere ai tecnici di calibrare al meglio i parametri di connessione della linea” (!!!)
Aleggia il dubbio. La connessione va da schifo perché è appena stata attivata e deve essere “calibrata”, o andrà sempre da schifo?
La situazione non mi convince per nulla: mi informo bene in rete, faccio test vari di velocità, tengo monitorata la connessione.
Eh no, qui ci sono tutti i sintomi di una connessione in Wholesale!
Riesco, attraverso il 155, a parlare con un tecnico in gamba che fa delle verifiche alla linea.
A mie precise domande, l’infausta conferma: non sono in ULL ma in V-ULL (**). E ci rimarrò a tempo indeterminato, dal momento che all’interno della centrale Telecom non sono proprio presenti gli apparati per allacciarmi fisicamente alla rete Infostrada.
“Ma scusi, quando pensa che potrò passare sotto Infostrada?”
“Ad oggi non c’è alcun upgrade programmato nei prossimi mesi. Francamente, è probabile che lei rimanga in V-ULL per molto tempo, forse non sarà mai disponibile l’allacciamento in ULL”.
“Ma non è possibile, il sito Wind riporta esplicitamente che il mio numero è coperto da rete Infostrada!”
“Eh, la comprendo, succede purtroppo. Le consiglio di effettuare l’analisi prestazionale della linea con il software ufficiale Ne.Me.Sys. di AGCOM, e se i parametri minimi di servizio non sono rispettati avrà diritto di recedere senza costi, con apposita documentazione da spedire agli organi competenti”
“Grazie per il consiglio, ma credo a questo punto che recederò entro 14 giorni, essendo ancora in tempo per farlo”
[(**) Che cos’è il V-ULL? Ve lo spiego in poche parole: sta per Virtual ULL ed è un trucchetto per spacciare il Wholesale per ULL. In pratica si resta fisicamente allacciati a Telecom – con tutti i disservizi che il Wholesale comporta – ma a livello amministrativo/commerciale l’utenza è associata esclusivamente ad Infostrada e non si devono pagare i 5€ maggiorativi richiesti dal Wholesale classico]
Bestemmie a 360 gradi!!!
Tra l’altro, è da notare la coincidenza: attendendo quei 10 giorni di “test della linea ADSL” di cui accennavo in precedenza, c’è il concreto rischio di sforare dai termini massimi del periodo di recesso entro 14 giorni, garantito al consumatore. Che spettacolare finezza!
Inoltre pochi conoscono l’esistenza del software Ne.Me.Sys. di AGCOM per il test ufficiale della propria connessione, che tra l’altro implica un monitoraggio continuo dell’ADSL per due giornate consecutive senza poter usare il computer dove gira, e dovendo staccare ogni altro dispositivo eventualmente collegato alla rete.
Così finisce che ci si tiene la linea scadente, o peggio si recede anticipatamente dal contratto sottoscritto pagando gli oneri di chiusura del servizio (in barba alla Legge Bersani, aggirata in quanto non compare più la dicitura di “penale” ma bensì quella di “costo”) sommati all’obbligo di rimborso verso l’operatore di tutti i mesi di fruizione delle “offerte speciali”, generalmente molto più basse del canone standard.
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Naturalmente, in fretta e furia preparo le carte per esercitare il recesso entro 14 giorni.
Tra l’altro c’è da dire che la “proposta di contratto”, ricevuta per email qualche giorno prima, ovviamente non l’ho firmata né rispedita al mittente: eppure l’ADSL me l’hanno comunque attivata, in men che non si dica. Non è pertanto chiaro a cosa serva tale documento, se l’ordine online è già di per sé vincolante.
Wind, per il recesso, contempla esclusivamente la raccomandata postale con ricevuta di ritorno, almeno a quanto si legge nel contratto generale di servizio. Niente FAX e nessuna pubblicazione di Email PEC (con valore legale).
Informandomi in rete, leggo tra l’altro che in alcuni casi sono state rifiutate richieste di recesso dei consumatori dichiarando di aver ricevuto raccomandate con “busta vuota”. Brivido.
Per sicurezza dunque, oltre alla raccomandata AR, perdo altro tempo per trovare un qualche numero di FAX amministrativo effettivamente funzionante (alcuni numeri che si trovano in rete sui documenti Wind non risultano più attivi) e dal sito della Camera di Commercio recupero la loro PEC ufficiale: quindi inoltro il tutto tramite tali canali, che mi assicurano anche legalmente che il messaggio della comunicazione sia stato effettivamente pervenuto al destinatario.
L’assistenza Wind sui social network, nel frattempo, non risponde più alle mie circostanziate richieste. Al 155 invece mi rassicurano dicendomi che, esercitando il recesso entro 14 giorni, non avrei avuto in alcun caso alcun addebito. Ma, dopo più di una settimana dall’invio della raccomandata (pervenuta a Wind dopo 3 giorni, ho controllato sul tracking delle Poste), al 155 nessuno ne sa nulla e non si capisce se la pratica è stata presa in carico o meno. Qualche operatore è riuscito ad affermare che “la pratica di recesso partirà quando le sarà rientrata la ricevuta di ritorno della raccomandata” (!!!)
Non se ne capisce il senso, se non quello di procrastinare, e tra l’altro tale ricevuta mi è tornata dopo 2 settimane dall’invio (grazie, Poste Italiane!).
Ma andiamo oltre, per il recesso c’era solo da attendere ed incrociare le dita.
Che faccio adesso? L’ADSL mi serve, dunque non posso che rientrare con Telecom se voglio un servizio soddisfacente. Per onor di cronaca c’era l’opzione alternativa di un contratto in WiMAX con l’operatore Eolo – che offre connessioni Wireless e non una ADSL su linea telefonica – ma costava non poco e soprattutto non dava una vera flat: dopo pochi GB di traffico mensile la connessione veniva strozzata.
Comincia così l’epopea al 187, con durate medie delle telefonate – solo per prendere la linea – di almeno 2-3 minuti. Li chiamai fin da subito, prima ancora di inviare il recesso a Wind: in tale richiesta, infatti, bisognava esplicitare se il recesso andava applicato con rientro in Telecom o piuttosto con disattivazione della linea.
Al 187 chiedo: “quali sono grossomodo le tempistiche per un rientro in Telecom da altro operatore?”
“Siamo intorno al mese, indicativamente, se tutte le pratiche burocratiche con l’altro operatore vanno a buon fine.”
“Ah però! Invece le tempistiche di attivazione di una nuova linea?”
“In tal caso sono più veloci, in 10-15 giorni solitamente avviene l’attivazione, ma anche solo una settimana in molti casi è sufficiente”
“Grazie.”
In fin dei conti, mantenere la mia vecchia linea telefonica mi era ininfluente: potevo anche cambiare numero. Inoltre, nelle offerte TIM che stavo valutando i costi di migrazione rispetto a quelli di attivazione di una nuova linea erano analoghi: in ogni caso c’era un contributo fisso obbligatorio da un centinaio di euro (a mio avviso giustificato per l’allacciamento di una nuova linea, ma 100€ per attivare una linea già fisicamente presente? Mah…)
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E quale offerta TIM attivo?
Perdo altre ore di ricerca sul loro sito.
Alla fine, a conti fatti, se attivavo lo stesso servizio che avevo prima di passare a Wind, ossia l’ISL a 7 mega, sarei andato a pagare – in teoria per sempre – sui 24€ al mese, a cui aggiungere altri 4€ di contributo di attivazione spalmati sui primi 24 mesi. Poco meno di 30€ al mese per i successivi 2 anni insomma: a conti fatti sarei comunque andato a risparmiare non poco rispetto alla situazione di partenza, in prospettiva.
Per inciso, anche se può sembrare assurdo per chi non conosce questo mondo, il fatto che sia passato a Wind prima di riattivare il servizio con TIM, non mi ha danneggiato: non avrei risparmiato alcunché se avessi “convertito” il mio contratto direttamente quando stavo in Telecom.
Infatti le offerte TIM a prezzo ridotto valgono soltanto per chi effettua la migrazione da altro operatore, oppure per chi attiva una nuova linea.
In caso contrario, io che ero cliente Telecom da 4 anni pagando puntualmente 40€ al mese di bollette non avrei potuto usufruire dei nuovi canoni più vantaggiosi, che offrono lo stesso servizio, senza prima disdire la linea o passare ad altro operatore.
Questo è il risultato dell’essere un cliente fedele: pagare di più, e non poco di più. Come si dice in questi casi? Cornuti e mazziati?
Esasperato da settimane di ricerche e smenamenti vari, senza pensarci troppo decido di tornare sul vecchio ISL, cioè quello che avevo prima ma a prezzo più vantaggioso come nuovo cliente. Faccio l’ordine web sul sito Tim.it
Ma subito ci ripenso: dal momento che intendevo acquistare comunque una Sim mobile a pacchetto con qualche GB di traffico e con qualche ora di chiamate incluse, vedo che l’offerta TIM SMART MOBILE da 39€ al mese (ADSL flat a 20 mega più Sim con 500 minuti di chiamate, 500 SMS e 2 GB di traffico mensili) era in promozione a 19€ per il primo anno.
Mi faccio due conti: a parte il primo anno di promo molto vantaggiosa, poi sarei andato a pagare come una volta avendo però in più quello che mi serviva e che avrei comunque dovuto pagare, forse maggiormente, acquistandolo a parte.
Morale della favola il giorno seguente, dopo aver sentito per l’ennesima volta il 187, effettuo un nuovo ordine e preparo le carte per il recesso del precedente. Tanto ormai ci ero abituato! Con Telecom per il recesso basta un fax, e la procedura è molto chiara. Al 187 mi assicurano che non ci sarebbero stati problemi, ed a parte i disguidi iniziali che sto per raccontarvi, così è stato.
Le sorprese più spiacevoli sono arrivate dopo…
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I due diversi ordini fatti sul sito Tim.it in giorni consecutivi, il 6 ed il 7 ottobre, che risultavano entrambi in lavorazione, sono andati avanti in parallelo. Tanto che mi sono arrivati 2 SMS di appuntamento con i tecnici, 2 chiamate di conferma appuntamenti, ed infine 3 chiamate quando i tecnici si sono presentati sotto casa mia in giornate diverse.
Chiaramente ho fatto presente svariate volte al 187 del recesso immediato del primo dei due ordini, seguendo la corretta procedura, ma bisognava considerare “il tempo tecnico per la presa in carico della pratica”. Durato settimane.
Ad una delle tante chiamata al 187, una gentile signora mi dice che ha definitivamente cancellato la pratica del primo ordine sui loro sistemi.
“Signora, ma come mai continuo a vedere sul mio profilo TIM entrambi gli ordini in elaborazione?”
“Il problema è che noi del 187 non abbiamo modo di accedere ai sistemi informatici del sito Tim.it: le pratiche presenti nei nostri terminali sono diverse (!!!), ma le assicuro che ora è tutto è a posto”.
Specifico che il FAX di recesso l’ho mandato sia al numero del 187 sia, per sicurezza, al numero afferente all’e-commerce del sito Tim.it
Naturalmente, come già anticipato, nei giorni seguenti hanno continuato a contattarmi per entrambe le attivazioni, a nulla è servito spiegare ripetutamente il disguido, ai diversi tecnici che dovevano effettuare l’intervento oltre che al 187.
Per farla breve, l’ordine corretto della TIM SMART MOBILE effettuato il 7 ottobre mi è stato confermato il 13 ed attivato definitivamente il 19, con l’intervento tecnico in loco.
Qualche giorno dopo mi hanno di nuovo chiamato – per la terza volta! – per attivarmi l’altra linea ISL (e stavo per mandarceli…), poi per fortuna non si sono fatti più sentire.
Sul profilo Tim.it entrambi gli ordini sono ancora presenti, in stato “in elaborazione”, a distanza di più di un mese e mezzo.
Sul servizio erogato, niente da eccepire.
La linea ADSL ora mi va a 15 mega in download e 1 mega in upload, in qualsiasi orario, con buone latenze di ping e senza pacchetti persi (non spiego di che si tratta, cercate in rete nel caso): una meraviglia.
La nuova Sim mi è stata consegnata con le opzioni attive già dal 15 ottobre, anche se hanno inizialmente fallito la portabilità del numero (con conseguente ennesima chiamata al 187: avevano sbagliato l’operatore da cui provenivo, nonostante l’avessi chiaramente scritto sul sito in fase dell’ordine, ma vabbè).
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Ma vediamo di concludere, ed arriviamo quindi alle sorprese spiacevoli.
Che naturalmente riguardano la fatturazione.
La prima fattura TIM, in riferimento alla vecchia linea telefonica ora cessata, è del 6 ottobre (anche se mi è pervenuta nel profilo un paio di settimane dopo), e riporta:
- un canone ISL dal 1 settembre al 27 settembre, corretta
- un “costo cessazione del servizio” in data 28 settembre, con importo di circa 35€ : me l’aspettavo, anche se il prezzo mi pare altino trattandosi di migrazione verso altro operatore. Ma è così da contratto, e l’AGCOM acconsente.
- un “canone voce” dal 28 settembre al 31 ottobre, di circa 21€
- un altro “canone voce” dal 1 al 30 novembre, di 19€
Faccio presente che la data di fatturazione come già detto è del 6 ottobre, e il passaggio verso Wind con relativa disattivazione del servizio è del 28 settembre. Dunque, questi due “canone voce” che mi chiedono di pagare ANTICIPATAMENTE a che caspita si riferiscono???
Chiamo subito il 187 e mi spiegano grossomodo che il “costo di cessazione del servizio” si riferisce esclusivamente al servizio ISL: in realtà io sono passato a Wind il 28 settembre solo con l’ADSL, mentre il servizio voce era rimasto in Telecom e dunque dovevo continuare a pagarne il canone standard (!!!)
“Ma scusi, quindi il servizio voce quando sarebbe stato disattivato? Quand’è che sono migrato definitivamente in Wind con la vecchia linea [nel frattempo avevo già attiva da una settimana la nuova linea con TIM]?”
“Dal sistema risulta in data 8 ottobre. E’ per questo che lei vede quelle voci di canone da corrispondere: sono dei costi anticipati dal momento che la fatturazione a cui fa riferimento è del 6 ottobre”
“Ma quindi, mi scusi, dovrei pagare tutto ottobre e tutto novembre a Telecom pure se risulta che l’8 ottobre mi sono sganciato del tutto, e di fatto non ero più vostro cliente?”
“Non si deve preoccupare: alla prossima fatturazione lei si vedrà rimborsato di tutti i giorni in cui non ha usufruito del servizio voce con Telecom.”
“Insomma adesso devo pagarli e poi voi me li renderete quasi integralmente, a parte per quel breve periodo che va dal 28 settembre all’8 ottobre?”
“Esatto.”
“Bene, la ringrazio e buona giornata.”
Sembrerebbe quasi un’azienda in crisi di liquidità, se mi chiedono di anticipare 2 mesi di canone voce per una linea in fase finale di migrazione verso altro operatore! O forse ogni scusa è buona per alleggerirci le tasche?
Arriviamo dunque a ieri, quando do un occhio al mio profilo sul sito Tim e vedo che sono segnalate nuove fatture.
Salta subito all’occhio un importo folle di € 167!!! Come come come???
Entro nel dettaglio e vedo che si riferisce alla nuova linea.
Mi accorgo subito di un errore macroscopico: mi è stato inserito il contributo di attivazione da 120€ della TIM SMART per intero, mentre nell’ordine è chiaramente esplicitata la ratealizzazione da 5€ al mese per 24 mesi. Ma oltre a questo in ogni caso non ci siamo, e controllo per bene.
Canone TIM SMART per il mese di novembre: € 29. Ma come? Ma nell’offerta che ho aderito dovevo pagarne solo 19 per i primi 12 mesi! E’ scritto più che chiaramente!!!
Idem per il periodo che va dal 13 al 31 ottobre (***), per un altro importo di quasi 18€ evidentemente sbagliato.
Bestemmie. E il rimborso che mi dovevano, che fine ha fatto?
Controllo sul sito e vedo un’ulteriore fattura, in riferimento alla precedente linea telefonica cessata, in cui mi viene corrisposto un rimborso di 19€ per il periodo di novembre, ma non è presente alcun rimborso dovuto al periodo che va dall’8 al 31 ottobre, periodo in cui già ero uscito da Telecom con quella numerazione.
Altre bestemmie.
Chiamo immediatamente il 187, a dir poco alterato, peraltro non mi ricordavo le date esatte di distacco che mi avevano comunicato qualche settimana prima (le ho recuperate in seguito, controllando i minuziosi appunti sparpagliati per casa).
L’operatore mi dice che la linea voce “si è liberata” a fine ottobre su comunicazione Wind, a cui io avevo “demandato il servizio” effettuando la migrazione, e nel frattempo l’avevano mantenuta attiva per un eventuale rientro (!!!): dunque dovrei pagare il mese per intero. Alla fine, dopo mezz’ora di discussione, mi “vengono incontro” dicendo che si poteva rimborsare il periodo da quando mi hanno attivato la seconda linea, quasi a farmi un regalo dal momento che non ho mai usufruito di due linee assieme e che sono cliente Telecom di lunga data (sebbene abbia osato cambiare operatore!)
Ma se per caso Wind avesse “dimenticato” le mie pratiche, e non avesse dato comunicazione a Telecom della disdetta della mia linea, IO avrei dovuto continuare a pagare Telecom per un servizio inesistente, soltanto a causa dell’incompetenza e dei ritardi di Wind???
In ogni caso non ha fondamento questo discorso, dal momento che dall’8 ottobre non ero più cliente Telecom sulla vecchia numerazione, e casomai il costo del mantenimento del numero – che io non ho certo richiesto – lo dovrebbero chiedere a Wind, che era il mio gestore, mica a ME!
Ed io a Wind non devo nulla per quel periodo, dal momento che fa fede la data della raccomandata AR di recesso con richiesta di cessazione del servizio, del 7 ottobre.
Per inciso: per quanto riguarda i lapalissiani errori di canone riferiti alla fattura sulla nuova numerazione, in evidente contrasto con quanto esplicitato nell’ordine contrattuale, al 187 sono riusciti a chiedermi di mandare loro una comunicazione via FAX con copia dell’ordine effettuato (!!!)
“Ma scusate, possibile che IO debba avere la seccatura di mandarvi per FAX la copia dell’ordine che VOI mi avete inviato via email dal VOSTRO sito, per correggere un VOSTRO errore di fatturazione?”
“Eh, dovete capire che noi del 187 non possiamo accedere alle pratiche del sito, i nostri sistemi non sono gli stessi, e per il centro elaborazione dati non è possibile andare a recuperare l’ordine”
NON E’ POSSIBILE RECUPERARE UN VOSTRO ORDINE, DI CUI VI CITO IL CODICE IDENTIFICATIVO E LA DATA? ROBE DA MATTI!!!
Ma questi di Telecom/Tim come le fanno le fatturazioni se non possono accedere ai documenti d’ordine dei clienti dai loro stessi sistemi informativi???
Ma ci sono o ci fanno? Sono un tecnico IT, e questa scusa mi appare totalmente campata per aria, non può sussistere.
[(***) Dovete sapere una cosa. Almeno per quanto riguarda il servizio TIM SMART, ma immagino valga lo stesso anche per il servizio base ISL, il canone completo va pagato non da quanto fisicamente vi attivano la linea telefonica/ADSL, bensì dal giorno in cui la pratica è processata e vi inviano una mail per concordare il giorno di intervento del tecnico presso la vostra abitazione (che mediamente è fissato a distanza di qualche giorno): nel mio caso l’avviso è arrivato il 13 ottobre mentre l’intervento tecnico di attivazione della linea in loco è avvenuto il 19, sei giorni dopo. In fattura il canone da corrispondere decorre a partire dal 13 ottobre.
Fate perciò attenzione: se per caso nel giorno fissato non poteste essere presenti e chiedete di posticipate l’intervento nei giorni successivi, in ogni caso quel periodo vi verrà fatturato anche se di fatto la linea non è ancora attiva]
Ah dimenticavo, nei giorni scorsi mi è arrivata anche la fattura da parte di Wind. Già ero certo che, nonostante le assicurazioni e gli spergiuri del 155, avrei dovuto pagare qualcosa per il servizio indegno che mi hanno offerto, ma di cui in ogni caso ho usufruito per un paio di settimane.
Questa cifra è pari a 20€ espressa come “costo di attivazione del servizio”, mentre invece mi è stato azzerato il canone mensile di 19,90€ dell’ADSL ABSOLUTE.
Chiamando il 155 per protestare, giusto per sfizio e senza alcuna convinzione, mi notificano come immaginavo che:
“E’ tutto corretto, infatti il contributo da cui lei è esentato con il recesso entro 14 giorni è riferito esclusivamente al costo di disattivazione del servizio (che sarebbe stato di 35€), mentre tutto il resto lo devo pagare”
“Ma allora perché mi è stato azzerato il canone mensile?”
“Per via dello sconto della promozione PORTA UN AMICO (****)”
“…”
[(****) Promozione che mi dava 20€ di sconto nella prima bolletta, l’unica promo che risultava sul loro sito delle 3 che avevo attivato, ma che tuttavia non risultava nella loro proposta di contratto]
La chiamata si è conclusa con l’operatore che mi ha buttato giù la linea, dicendomi che ero un maleducato perché gli parlavo sopra…
Aggiungo per completezza che, ad oggi, mettendo sul sito Wind il mio nuovo numero telefonico non compare più il messaggio di copertura sotto rete Infostrada: non so se perché hanno eliminato del tutto tale informazione, o perché ora il controllo è stato corretto e non viene più segnalato a chi non può essere fisicamente allacciato in ULL.
Non so più cosa pensare…
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Ricapitolando e chiudendo l’epopea (che in realtà mica è finita, per me).
Per risparmiare un po’ di soldi dal canone ADSL, per cui pagavo 40€ al mese con Telecom per una 7 mega, sono infelicemente passato ad Infostrada ed infine sono subito rientrato in Telecom con una 20 mega, nel giro di 3 settimane.
Ora, a parte per il primo anno di promo in cui risparmierò 20€ al mese (in teoria, se correggeranno gli orrori di fatturazione), poi continuerò a pagare circa 40€ al mese per un servizio grossomodo analogo ma con l’aggiunta di una sim con 500 minuti di chiamate e 2 GB di traffico (*****)
Ma quanto ho speso, per ottenere ciò?
- 35€ di disattivazione servizio Telecom per le vecchia linea
- 20€ di attivazione servizio Wind per la vecchia linea migrata
- 120€ di attivazione servizio Telecom per la nuova linea (in teoria rateizzati in 24 mensilità, ma che mi hanno fatturato in blocco)
- 21€ come “canone voce” Telecom sulla vecchia linea dopo la migrazione in Wind (di questi forse ne recupero 10/15€ se saranno di parola, il reclamo è attualmente in fase di “elaborazione”)
- 7€ o poco più per la raccomandata AR di recesso a Wind e per fax vari
Sommati fanno una cifra di circa 200€, che grossomodo compensano i 240€ di risparmio per il primo anno dell’offerta speciale TIM SMART MOBILE (promo per altro limitata a pochissimi giorni, sono stato fortunato: normalmente il risparmio è dimezzato a 120€, ossia con uno sconto di 10€ al mese invece che di 20€).
Ma soprattutto ci ho dovuto dedicare non so quante decine e decine di ore del mio tempo libero negli ultimi 2 mesi, tra ricerche estenuanti, minuziosi controlli, compilazione di carte, telefonate ai vari centralini ed imprecazioni a non finire.
Ne è valsa la pena? Sinceramente non lo so.
[(*****) Ultima curiosità: quando feci l’ordine TIM SMART mi risultava essere presente nel pacchetto MOBILE, oltre ai 500 minuti di chiamate ed ai 2GB di traffico Internet, anche 500 SMS al mese.
Forse mi ero confuso con quanto riportato in tanti altri siti di promozione di offerte telefoniche in rete (che ancora oggi riportano questa errata informazione riferita alla TIM SMART MOBILE) mentre di fatto né sul sito Tim.it né sul contratto che mi hanno inviato a fine ottobre ce n’è traccia.
Su un articolo di Repubblica leggo che TIM con gli SMS sta facendo “avanguardia tariffaria” (vi giuro, scritto proprio così, posso darvi il link), ossia non li contempla più nei propri pacchetti, come se non venissero più utilizzati. Curioso non trovate?
Fatto sta che con l’offerta TIM SMART MOBILE, che si attiva con piano tariffario TIM 12, gli SMS sono a pagamento e costano la bellezza di 15 cent cadauno. Ma volete saperla una cosa? Se spedite SMS dall’estero in ZONA 1 (area EURO per intenderci), per una recente normativa Europea gli operatori sono obbligati a far pagare gli SMS a soli 7 cent. In pratica, pare che spedire un SMS restando dentro i nostri confini nazionali costi il doppio che spedirne uno dall’estero in roaming. Sublime.
C’è da dire che TIM permette di inviare gratuitamente 10 SMS al giorno usando la webmail di Alice, esclusivamente se si accede dalla propria linea ADSL ovvero se la si usa da casa propria: wow che comodità…]
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Un encomio a chi ha letto tutto fino alla fine.
Spero di avervi trasmesso informazioni utili.
Ho letto sino alla fine….ma che pazienza che hai! 😓😓😓
meriti l’encomio allora 🙂
in realtà non ce l’avrei mica avuta tutta questa pazienza, se non ci fossero stati in ballo centinaia di euro di potenziale risparmio (o di futura potenziale spesa, nel caso di cavolate). ma pure si tratta di una questione di principio: detesto sentirmi raggirato e l’unico modo per avere qualche possibilità di non esserlo, oggigiorno, è quella di tenere 100 occhi aperti, di informarsi per bene e di agire scrupolosamente.
se ti riferisci alla scrittura dell’infinito post, credimi che scrivere tutte queste parole si è rivelata una vera e propria liberazione 🙂
e sono convinto che possa servire a molti lurkatori alla ricerca di info in rete, per questo sono stato più che dettagliato.
Un pò mi vergogno di aver riso tanto delle altrui seccature, ma è stato per il sollievo. Passano offerte mirabolanti, la tentazione era venuta anche a me, ma la vocina interiore mi diceva “attenta ai software trappola, ai call center “non possiamo”, alle date “per i primi x mesi” poi non si sa. E non ho mai fatto nulla. Telecom può chiamarsi tim o vim o jim, ma non la lascio. Un giorno ricevo sul cellulare una chiamata ” Per premiarla della fedeltà Telecom/Tim da oggi a ogni ricarica le darà il 10% di importo in più. L’abbiamo chiamata solo per questo, buongiorno” Credevo di sognare… E’ stato vero (finora….)
Non ti vergognare, l’intento era anche questo e sono felice di averti sollevato 🙂
Telecom è una sicurezza.
Una sicurezza sia di pagare tantissimo che di avere un buon servizio, o almeno il miglior servizio ADSL possibile in Italia.
Anche diverse offerte alternative molto più economiche sono tecnicamente valide, tipo quella di Wind (indipendentemente dalle mille mila promo sbandierate): c’è però lo scotto di una fondata probabilità di prendersela nel didietro, e non si può sapere finché non si prova.
Il mio amico passato a Infostrada si trova benissimo: la sua linea va meglio della mia e paga la metà di me (senza la sim mobile s’intende).
Ma abita in un centro di 150 mila abitanti, ed è chiaramente in ULL.
Generalizzando, se si abita in grossi centri abitati è assai probabile che i servizi offerti dagli operatori alternativi risultino soddisfacenti, e vale la pena tentare volendo risparmiare.
Viceversa chi vive in paesi minori, o in periferia, dovrebbe stare molto attento prima di lasciare Telecom.
Chi vive in paesetti spersi in campagna o nei monti, che non sono raggiunti da Telecom o sono raggiunti molto male (ad 1-2 mega o meno, pagando in ogni caso il canone di una 7 mega), farebbero bene a prendere in considerazione connessioni alternative all’ADSL: tecnologie wireless, ad esempio con operatori tipo NGI-Eolo se c’è copertura.
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Per quanto riguarda invece l’aspetto amministrativo-commerciale, ho come l’impressione che siano mediamente tutti una massa di f***i di p*****a che cercano di fregarti appena ne intravedono l’occasione.