se attorno alla storia tira un brutto clima (il Trattato di Parigi sui cambiamenti climatici, 1) – 586.

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siccome dicono che e` una data storica, vorrei formarmi un’idea di prima mano sull’Accordo di Parigi del 12 dicembre 2015, raggiunto a conclusione della Conferenza Mondiale sul Clima, svoltasi dal 30 novembre all’11 dicembre scorsi.

ma se ho dovuto smanettare mezz’ora in internet, per arrivare alla fine al testo originale!

(il che significa che quasi tutti quelli che lo commentano non lo hanno letto); quindi mi pare di fare quasi uno scoop a darvi il link relativo: 

Fai clic per accedere a l09r01.pdf

strana svolta storica quella che avviene con un documento quasi clandestino nell’epoca dell’informazione istantanea e globale di internet!

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allora, Conferenza di Parigi del 2015 come la Conferenza di Vienna del 1814-15?

2015: storico come il 1915, per l’ingresso dell’Italia nella prima guerra mondiale?

o come il 1713? che col Trattato di Utrecht pose termine alla guerra di successione spagnola, durata 12 anni, e sostitui` il predominio francese sull’Europa a quello spagnolo, ma vide anche il passaggio del monopolio del commercio degli schiavi dalla Spagna all’Inghilterra…

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io adesso poi mi rendo conto di rischiare di apparire il solito estremista dottrinario, da una parte, oppure uno succube della propaganda nonostante tutto, come a volte mi capita, nonostante tutti i miei sforzi.

comincio dunque con alcune informazioni di base, neutre:

l’accordo deve essere adottato dai 196 parti della UNFCCC, United Nations Framework Convention on Climate Change, Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici.

l’adesione al Trattato dei diversi stati sarà aperta alle firme dal 22 aprile 2016 al 21 aprile 2017 a New York, sede delle Nazioni Unite.

l’accordo entrera’ in vigore nel 2020.

soltanto!

occorrera` dunque una specifica decisione dei governi (e nei paesi democratici dei parlamenti) di 196 paesi.

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qualcuno si chiede che cosa potrebbe succedere negli Stati Uniti se il presidente dovesse essere Trump, che ha dichiarato in un celebre tweet che il concetto del riscaldamento globale e` stato creato da e per i cinesi per rendere non competitiva l’industria americana.

The concept of global warming was created by and for the Chinese in order to make U.S. manufacturing non-competitive.

del resto i negazionisti climatici esistono e sono particolarmente attivi nei populismi di destra.

quindi potrebbero esserci difficolta` nelle adesioni…

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la prima osservazione che mi sento di fare riguarda la premessa:

Riconoscendo che il cambiamento climatico rappresenta una minaccia imminente e potenzialmente irreversibile per le società umane e per il pianeta e quindi richiede la massima cooperazione possibile da parte di tutti i paesi e la loro partecipazione a una efficace e appropriata risposta internazionale, per accelerare la riduzione delle emissioni globali di gas a effetto serra

per accelerare la riduzione? che cosa vuol dire questa frase ottimistica rispetto ad un pianeta dove invece queste emissioni continuano ad aumentare di anno in anno, salvo giusto il 2o14?

ma qui, per valutare questa affermazione, occorre rifarsi a quel tanto che puo` dirci la scienza.

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il vapore acqueo, H2O, e’ certamente il fattore in assoluto piu` importante dell’effetto serra, e vi contribuisce in una percentuale che va dal 66% circa del totale fino al 98%, secondo alcuni.

questo significa, in poche parole, che il riscaldamento globale tende per sua natura ad autoalimentarsi: cioe`, se le temperature si alzano, aumenta la produzione di vapore acqueo per la maggiore evaporazione dei mari e dunque aumenta tendenzialmente anche l’effetto serra.

l’abbassamento delle temperature al contrario produce maggiori precipitazioni per la condensazione del vapore acqueo; dunque diminuisce la sua concentrazione nell’atmosfera e tendenzialmente abbassa ulteriormente le temperature.

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se consideriamo il ruolo dell’anidride carbonica, CO2, questo e` certo, ma incide sull’effetto serra per una percentuale calcolata fra il 5% e il 20% del totale.

inoltre una parte molto importante della produzione dell’anidride carbonica e’ del tutto naturale: ad esempio le variazioni stagionali della produzione di anidride carbonica sono significative, dato che questa diminuisce nelle fasi vegetative delle piante.

un ruolo molto importante rispetto all’anidride carbonica esercitano gli oceani, chene assorbono fino al 79% di quella prodotta naturalmente: riscaldandosi, ne riescono ad assorbire meno, mentre raffreddandosi la loro capacita` di assorbimento aumenta.

quindi anche gli oceani agiscono rispetto all’anidride carbonica come potenziatori delle variazioni della temperatura globale.

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il metano, CH4, ha una capacita` di trattenere il calore circa 30 volte superiore a quella dell’anidride carbonica.

La sua concentrazione atmosferica media sta aumentando con un tasso medio annuo valutato tra l’1.1% e l’1.4%.

Le principali fonti di metano sono i terreni paludosi, le risaie, la fermentazione del concime organico, la combustione della biomassa, la produzione e la distribuzione di gas naturale, l’estrazione del carbone e, in misura equivalente a questa, le termiti (5-45 Tg contro 10-40 Tg).

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il protossido di azoto, N2O, e` presente in quanita` ridottissime nell’atmosfera, ma e` 300 volte piu` potente dell’anidride carbonica; viene tuttavia prodotto quasi esclusivamente da processi naturali.

e` aumentato molto, nell’ordine di oltre il 15%, negli ultimi anni, ma la sua influenza sul riscaldamento globale sembra poco significativa.

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l’ozono, O3, esercita una funzione importante negli strati piu` alti dell’atmosfera, attorno ai 45 km di altezza.

e` prodotto naturalmente dalle radiazioni ultraviolette, ma anche da attivita` inquinanti umane.

il suo ruolo pero` non e` del tutto chiarito.

inoltre sembra piu` che altro protettivo, considerando che l’ozono intercetta alcune radiazioni solari.

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gli alocarburi hanno un potenziale di riscaldamento da 3.000 a 13.000 volte superiore della CO2; sono i clorofluorocarburi (CFC), gli idroclorofluorocarburi (HCFC) e gli idrofluorocarburi (HFC).

non derivano da processi naturali; la loro presenza in atmosfera è attribuibile per la maggior parte alle attività umane.

Fino alla metà degli anni settanta i CFC erano largamente impiegati come propellenti per le bombolette spray, nei solventi e in alcuni collanti.

Nel 1987, col Protocollo di Montreal, fu stretto un accordo per ridurre drasticamente l’uso dei CFC, perché considerati lesivi dell’ozono atmosferico.

I CFC sono stati in gran parte sostituiti dagli HCFC, meno dannosi per l’ozono ma comunque nocivi per l’effetto serra poiché contribuiscono al riscaldamento globale.

Così mentre la concentrazione di CFC diminuisce, quella degli altri gas aumenta.

Oltre ad essere molto potenti, questi gas permangono in aria per periodi molto lunghi, fino a 400 anni.

potrebbero essere loro ad esercitare tuttora un ruolo determinante nel riscalamento globale, visti questi tempi lunghi e considerando anche che lo hanno avuto nel ridurre vistosamente la protezione esercitata dall’ozono rispetto alle radiazioni solari col famoso buco dell’ozono sopra le zone polari?

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a giudicare dalla premessa, il Trattato che si propone agli stati di firmare dovrebbe prevedere dunque una riduzione complessiva concordata di TUTTI questi gas serra.

ma il controllo della produzione di vapore acqueo, che e` il fattore piu` importante, non dipende da noi.

quanto alle emissioni di origine antropica, veramente verranno messe tutte sotto controllo?

posso dire da subito che la situazione e` cosi` complessa che mi pare semplicistico affermare con sicurezza che, riducendo queste emissioni (quali esattamente?), anche ammettendo che riusciremo a farlo, gli esseri umani saranno in grado di controllare il clima.

ma occorre diffondere speranze di fronte ad una situazione che sta palesemente diventando fuori controllo.

la speranza non fa mai male, intendiamoci, ma chi e` abbastanza forte da riuscire a non perdere il suo equilibrio anche di fronte ad una catastrofe certa puo` anche rinunciare alle speranze immaginarie o poco fondate.

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ma siamo soltanto alla prima pagina del Trattato, occorre prendersi tempo, e procedere all’analisi con calma ed attenzione. 

(continua) 

 

17 risposte a “se attorno alla storia tira un brutto clima (il Trattato di Parigi sui cambiamenti climatici, 1) – 586.

  1. Grazie. Per mia incuria non avevo cercato il testo integrale, ora serve a poco dopo averti letto.
    Era il 2001 quando mia madre poco prima di andarsene per sempre tornò da Porto Alegre.
    Erano ancora desideri forti a motivare la “Conferenza Mondiale dei Popoli su Clima e Diritti della Madre Terra”, una dichiarazione di intenti forte.
    Oggi??? Hai analizzato bene tu i punti salienti: niente.

    sherabuonanotteobuongiorno

    • ciao shera e grazie del commento e della testimonianza molto interessante.

      poi, non so se ci riusciro`, ma vorrei continuare l’analisi nei prossimi giorni, vedendo anche gli altri punti.

      e’ impegnativo e complesso, ma quel che gira mi pare vuota propaganda rassicurante…

      buona giornata a te.

        • hai perfettamnete ragione.

          ma funziona lo stesso benissimo per coloro che vogliono essere rassicurati…

          anche se in giro sento molta paura, ancora vaga e indistinta, ma molti hanno gli occhi spalancati.

          • A Roma a metà dicembre il termometro non è ancora arrivato sotto zero e di giorno 14 gradi!
            C’è molta titubanza nelle persone sorprese e preoccupate ma il punto è che sono in poche poi a porsi delle domande!!!

            • attraversare qualche giorno fa la Svizzera senza neve quasi e’ stato spettrale.

              capisco chi non si pone domande perche’ e’ stato talmente confuso dalla propaganda che non sa piu’ neppure bene che domande farsi. 😦

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