dopo Lutero, Gabriel? le 8 Tesi contro le banche di un leader della SPD tedesca. – 366

22 luglio 2012 domenica 11:50

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Una minoranza danneggia la maggioranza – e l’intero paese.

di Sigmar Gabriel, possibile candidato della SPD a cancelliere per le elezioni del 2013.

(la sua tesi principale è quella che sostengo da anni: “occorre che anche le banche possano fallire, senza che per questo crolli l’intera economia del paese”).

Vale come sempre: la maggioranza delle lavoratrici e dei lavoratori delle banche tedesche, europee ed internazionali fa un buon lavoro. Ma una minoranza di banchieri rischio quotidianamente col suo comportamento di portare danni giganteschi all’economia pubblica ed è responsabile di una massiccia perdita di credibilità dell’intero settore.

Ricostruire la fiducia nelle banche e nei mercati finanziari non è solo il compito della politica. I rispettabili ed onorevoli clienti, nel senso miglior del termine, di banche private, casse di risparmio e banche cooperative devono finalmente alzare forte e distinta la loro voce contro le “pecore nere” e fare le loro proposte per una regolamentazione: Noi tutti abbiamo bisogno delle banche e di una finanza efficiente. Ma se dobbiamo di nuovo fidarci delle banche, allora l’industria della finanza deve radicalmente cambiare.

Ma anche la politica è interrogata: in passato ha compiuto errori gravi – anche in Germania.  Tanto più importante che oggi finalmente si cambi direzione: non possiamo solo accusare e lamentarci, dobbiamo agire. Per questo i punti seguenti sono di particolare importanza.

1. Le banche ricattano gli stati.
Per paura dell'”effetto domino” e del danno gigantesco per l’economia reale di un crollo di grande parte del sistema bancario, le regole dell’economia di mercato per le banche e i mercati finanziari sono state e e sono capovolte: esse non devono risponderevdei danni che preparano ad altri.
Questo è irresponsabile nel senso proprio della parola: rischio e responsabilità non sono più in una sola mano. I guadagni vengono privatizzati – le perdite spudoratamente socializzate.
Per questo abbiamo bisogno finalmente di una regola europea dell’insolvenza bancaria, che si preoccupi che grandi banche fallimentari possano effettivamente anche fallire – senza travolgere l’intera economia pubblica.
In primo luogo gli azionisti e i possessori di obbligazioni bancarie (non i risparmiatori) devono rispondere con il loro reddito personale per i loro rischiosi affari – e non i contribuenti e lo stato.
Invece di ombrelli protettivi statali si deve creare un ombrello protettivo privato (ESM bancario) costituito dalla grandi banche fra loro, che deve essere finanziato da un contributo bancario esteso a tutta l’Unione Europea.
Dove tuttavia le banche devono essere “salvate” attraverso decisioni dello stato, lo stato deve anche diventarne proprietario. Questa statalizzazione completa o parziale delle banche può seguire in futuro non più in qualche singolo caso occasionale, ma deve diventare una regola generale fissata per legge, così da avere un effetto sufficientemente intimidatorio sugli azionisti.
2. Le banche dettano la politica.
Le banche continuano anche oggi speculazioni rischiose come se la crisi finanziaria del 2008 non fosse esistita. E se va storta esse “ordinano” alla politica “pacchetti di salvataggio”, che diventano sempre più giganteschi e la loro approvazione ha a lungo costretto il Parlamento tedesco in una condizione permanente di eccezione ai principi costituzionali.
Ma quel che è peggio, la politica sembra sempre di più alla popolazione una manovalanza impotente oppure connivente di banche e mercati finanziari. Invece di porsi come scopo una dura, efficace regolamentazione senza compromessi e una messa sotto controllo del settore finanziario, oggi la cancelliera federale si piega a questa pressione e pretende “democrazie conformi al mercato”.
Le elezioni politiche 2013 devono arrivare ad una decisione sul controllo del settore bancario e finanziario. Non è la democrazia che deve diventare conforme ai mercati, ma i mercati (finanziari) conformi alla democrazia.
Per conseguirlo abbiamo bisogno, tra l’altro, di fissare:
– il divieto del mercato telematico, che nel frattempo si è sottratto ampiamente ad ogni controllo e ha ingigantito i rischi anziché diminuirli
– l’obbligo di una sufficiente garanzia del potenziale di perdita nel commercio dei derivati
– una dotazione sufficiente di capitale privato e più grandi sistemi nazionali di assicurazione dei depositi in Europa.
Le banche devo tornare ad essere “noiose”: invece della fantasia di profitti realizzati attraverso le leve del debito andando in rosso deve tornare ad essere punto centrale della loro attività il tradizionale maneggio dei finanziamenti alla economia reale.
3. Alcune banche prestano collaborazione alla criminalità fiscale.
I casi attuali in Svizzera mostrano che alcune banche non solo chiudono entrambi gli occhi, non solo prestano assistenz, sono anche parte di una rete che non si astiene da attività criminali. Evasione fiascale e sostegno alla medesima non sono “peccati”, ma gravi delitti, che possono essere puniti col carcere fino a 10 anni. Gravi evasioni fiscali organizzate con sistemi da banda per milioni di importo sono semplicmente criminalità organizzata.
Quindi la Procura Generale Federale deve essere obbligata ad avviare azioni penali anche contro istituti di credito straniero e contro i loro dipendenti sia all’interno che all’estero.
4. Le banche pagano interessi indecenti.
Mentre gli impiegati allo sportello nelle filiali vengono pagati poco, i Top-Manager anche di banche fallimentari si versano compensi sovrabbondanti e bonus. Noi vogliamo che da un preciso limite superiore non possano esserci più detrazioni fiscali. Invece che servizi vengono ricompensati spesso mancanza di scrupoli, bugie, insolenza ed inganno. Gli esempi più recenti: lo scandalo nella vendita dell’azienda energetica per mezzo di un politico della CDU e di un manager della Morgan-Stanley.
Per i danni di simili obiettivi i manager bancari devono in futuro rispondere col loro patrimonio personale.
5. Le banche speculano rischiando con i depositi dei loro clienti.
Noi non vogliamo che i risparmiatori rispondano con i loro depositi per perdite speculative di miliardi.
Per questo la normale attività bancaria deve essere separata nel bilancio o per disposizione di legge dall’Investmentbanking.
Il settore bancario deve ridursi di nuovo in maniera sana. Invece di banche grosse e non più controllabili con somme a bilancio che superano di diverse volte il reddito annualmente prodotto da interi Länder, abbiamo bisogno di nuovo di banche più piccole, con un modello di gestione finanziaria sostenibile.
6. Le banche imbrogliano i loro clienti.
Le banche possono rifornirsi di denaro a meno dell’1% presso la Banca Centrale Europea. Mai il denaro è stato così a buon mercato per le banche. Ma i clienti in Germania devono pagare per il credito che viene messo a loro disposizione più del 10% in media.
I crediti della Banca Centrale alle banche d’affari devono essere collegati a depositi da concedere a interessi ridotti e con precise condizioni nella struttura degli interessi.
7. Le banche non si attengono agli obblighi assunti.
Fino a 670.000 persone in Germania non hanno nessun conto corrente – anche se le banche hanno promesso di offrire a tutti un “Conto per ciascuno”.
Ora il legislatore deve fare qualcosa per proteggere i clienti.
8. Le banche manipolano.
Grandi banche a Londra manipolano i più importanti tassi di interesse con energia criminale, i consulenti confondono di chiacchiere i clienti inconsapevoli riempiendoli, anche in Germania, di pezzi di carta da bancarotta – questo mostra che molte banche si sono di gran lunga allontanate dall’etica del commerciante rispettabile.
Le punizioni previste dai regolamenti e gli ambiti della responsabilità privata devono essere chiaramente inaspriti.
* * *

capite adesso perché l’Italia non potrà mai uscire dalla crisi e neppure Monti può farci niente, e la Germania invece quasi non ne è stata toccata sinora?

questa comunque sarà probabilmente la Germania del dopo Merkel…

15 risposte a “dopo Lutero, Gabriel? le 8 Tesi contro le banche di un leader della SPD tedesca. – 366

    • santo cielo, rozmilla, anche tu con quel ciarlatano di Barnard… 🙂

      sto litigando da mesi con una muta di suoi seguaci che non mi perdona di averlo smascherato: https://bortocal.wordpress.com/2012/01/28/48-la-crisi-paolo-barnard-tre-criminali-e-un-cretino-e-lui/

      Barnard crede al campo dei miracoli: nessuno gli ha mai spiegato che è vero che l’emissione di moneta spetta allo stato (per l’euro alla Banca Centrale Europea che autorizza gli stati a stampare gli euro), ma che la moneta in se stessa non ha nessun valore, è soltanto un simbolo e che se lo stato emette moneta in maniera superiore all’aumento della ricchezza reale, la moneta, semplicemente, si svaluta attraverso l’inflazione.

      ma, dimmi rozmilla, come mai tanta gente in Italia non capisce neppure concetti economici così elementari? se l’opinione pubblica, anche quella intelligente e colta, sta a questo livello, allora teniamoci Berlusconi oppure Oscar Giannini…

      dai un’occhiata per favore al post successivo, così finalmente cominciamo a capire dove è andata a finire la ricchezza reale che abbiamo prodotto.

      ciao, e grazie del commento!

    • la piattaforma aveva deciso di buttare questo tuo commento nello spam, dal quale l’ho fortunosamente ripescato.

      effettivamente, però, i due articoli che citi non li trovo troppo pertinenti rispetto al tema sollevato da questo post e, per quanto riguarda una mia personale linea evolutiva di pensiero su questi temi, mi pare che mi riportino a problemi che, almeno per me stesso, considero superati.

      considero la discussione sull’uscita dall’euro un falso problema e una proposta di questo tipo una evidentissima follia sul piano geopolitico; e avendone discusso varie volte, mi limito adesso a questo tono un poco assertivo.

      a me pare che il problema sia un altro, e sia quello della redistribuzione della ricchezza e della lotta alla grande finanza; sul secondo punto mi ritrovo, almeno in parte, con Gabriel.

      per fortuna sono in Germania, adesso, dove si discute di problemi veri e vorrei restare su questo piano.

      poi di dubbi, in economia e non solo, siamo pieni tutti, però se uno tiene un blog è per provare a definire una strada che li diminuisca un po’ e non per tornare continuamente indietro su questioni (almeno per me) già superate; del resto anche gli autori dei tuoi link non hanno troppi dubbi sulle loro proposte, semplicemente sono non dubbi diversi dai miei, ecco tutto.

      grazie del contributo, comunque: ca va sans dir.

  1. critca: non è che nel titolo intendevi scrivere Gabriel anzichè Daniel?

    devo poi confessare che Gabriel come leader e come Kanzlerkandidat non mi entusiasma affatto, ed anzi mi preoccupa un pò pensare che l`SPD non abbia candidati migliori (lo abbiamo già visto in passato). Che ne è di Steinmeiner?
    Ma magari questo è solo un giudizio personale….

    Le idee e le critiche espresse da Gabriel sono comunque totalmente condivisibili ed anzi è pienamente auspicabile che il prossimo governo tedesco proceda in tale direzione (e sia seguito da altri)

    • ma dai! sempre più rimbambito, grazie della segnalazione (fra un po’ mi ci vorrà la badante per i post, eh eh…); comunque so ben io la causa di questo lapsus (la mia ex-moglie si chiama Gabriel-la! e istintivamente ho cercato di evitare grane… ;))

      scopro poi che sei più esperto di me nei dettagli della politica tedesca; sinceramente non sono in grado di esprimerti valutazioni più approfondite di quelle che ho esposto qui sopra; comunque queste tesi vanno nella direzione giusta, una direzione che in Italia manca (nonostante la loro obiettiva moderazione!!! – ma so che non sarai d’accordo affatto ;)).

      Steinmeier? è ancora in lizza, ma a me pare molto molto opaco, non ce lo vedo contro la Merkel a ripetere la peggiore sconfitta elettorale della SPD nella storia, di tre anni fa.

      Gabriel mi sembra più aggressivo; mi è piaciuta la posizione che ha preso sui palestinesi ed Israele, senza peli sulla lingua né sensi di colpa, ma non prenderlo per un giudizio politico approfondito….

      • mah, come sempre non esageriamo con i titoli d`expertise. soprattutto alla luce delle tue riflessioni in merito.
        diciamo che Steinmeier mi pare più spendibile mediaticamente di Gabriel e che di questo ricordo alcune dichiarazioni non eccezionali da ministro dell`ambiente tempo orsono.
        però riconosco anche che negli ultimi anni da segretario non ha fatto male, soprattutto nei rapporti con gli altri partiti di sinistra europea.
        eppoi, come scrivi, è più aggressivo: che è quanto serve ora.

        restano le ottime dichiarazioni, speriamo prese a modello da altri…

        • COMMENTO DISPERSO, riscrivo brevemente.

          le mie competenze sono, a differenza delle tue, tutte frutto di rapidi ripassi su wikipedia.

          la quale, a proposito, definisce Gabriel presidente della SPD, e non segretario, come viene comunemente chiamato sulla stampa italiana (per esempio un sito che considera gaffe oppure scivolone la sua precisa presa di posizione contro l’apartheid dei palestinesi realizzata da Israele).

          è vero però che il presidente svolge in Germania quelle che sono le funzioni del segretario di un partito in Italia, quindi la traduzione un poco troppo libera non si può considerare del tutto sbagliata…

          a proposito, verifico anche che storicamente il presidente della SPD è SEMPRE stato anche candidato cancelliere alle successive elezioni (con Brandt nel 1972 la SPD fu portata al 45,8% dei voti, quasi il doppio del 23,5 raccattato da Steinmeier…

          quindi il discorso sembrerebbe chiuso: sarà Gabriel il nuovo cancelliere tedesco nel 2013?

          mi sbilancio nel dire che, nonostante la sconfitta che chiaramente la attende, la Merkel potrebbe continuare ad avere qualche punto più della SPD; e in questo caso riavremmo la Merkel cancelliera, ma di nuovo a capo di una grosse Koalition con la SPD, come fino a tre anni fa.

          • correttissimo quanto scrivi su Gabriel presidente e non segretario, mi scuso dell`imprecisione.
            Non mi pare, tuttavia, che Schroeder fosse presidente quando nel 2005 vinse le elezioni…

            Giusta la considerazione elettorale, ma sappiamo che i giochi sono ancora tutti aperti (e di certo nessuno vuole una nuova Grosse Koalition…)

            • sulla questione di Schroeder candidato hai ragione (e ti confermi più informato sulle cose tedesche di me, sob!), e la mia svista qui è veramente grave, dato che è stato proprio il vulnus inaudito della mancata candidatura di Lafontaine, allora presidente/(segretario) della SPD, ma considerato troppo di sinistra per vincere le elezioni, a portare alla spaccatura della SPD e alla nascita della Linke.

              sulla Grosse Koalition invece non sono d’accordo con te: sulla politica europea esiste già di fatto, dato che le leggi relative passano in parlamento grazie all’appoggio della SPD e nonostante l’ostilità dei Liberali, partito formalmente di governo.

              se la augura certamente la Merkel, ma come dicevo ieri tutta la sua battaglia europeista (alla faccia delle caricature che circolano in Italia!) è in salita, il 51% dei tedeschi secondo un recente sondaggio vuole uscire dall’euro e solo il 29% restarci; il liberali sanno che l’unica speranza di restare in parlamento è di calvacare l’ondata isolazionista e in senso lato xenofoba.

              uscire dall’euro per la Germania è una follia, quasi come per l’Italia, ma la democrazia ha i suoi costi e sarà dura condurre le cose in modo da impedire democraticamente al popolo di farsi male da solo.

              l’unico modo di portare avanti l’Europa è la coalizione dei due partiti storici che l’hanno realizzata; ma l’onda lunga delle nuove formazioni politiche alternative e populiste è forte anche in Germania, e il rischio di ingovernabilità è grave.

              leggo anche che Soros avrebbe l’intenzione di attaccare speculativamente la Germania a questo punto, per… costringerla a salvare l’Europa, cioè i titoli di stato italiani che ha comperato al ribasso.

              • per la precisione, Lafontaine aveva perso da segretario-presidente le precedenti elezioni federali.
                anzi, scusa, facciamo un pò d`ordine: 1990 Lafontaine candidato della SPD, vittoria CDU: 1994 Scharping candidato, vittoria CDU; 1998 vittoria Schroeder.
                Lafontaine è stato Vorsitzender dal 1995 al 1999, Schroeder dal 1999 al 2004 e Scharping dal 1993 al 1995. Solo nel caso di Scharping, quindi, il presidente ha coinciso col segretario: in generale, mi pare che la candidatura dipenda di più da una buona politica al Landesebene.

                Vero è che in materia di politica europea la Grosse Koalition di fatto esiste, ma solo lì e negli altri punti il disaccordo mi pare ampio.
                Quindi, in definitiva, credo che una chiara coalizione di sinistra sia preferibile per la Germania: la Grosse Koalition può salvare l`Europa, ma può anche bloccare la Bundesrepublick come avvenne dopo il 2005….

                • di bene in meglio, per me! 😦
                  ricopio il commento in fondo perché qui esce impaginato male e illeggibile.

                  è vero anche che Lafontaine “nelle elezioni generali del 1990 venne candidato alla cancelleria dal suo partito, perdendo le elezioni contro il cristianodemocratico Kohl”, ma neppure lui era il presidente del partito.

                  basta, ho detto una solenne cazzata quando ho affermato che vi era una tradizione storica in Germania a candidare direttamente il presidente del partito a cancelliere: è solo la tendenza dominante, ma ha avuto ripetute eccezioni.

                  riassumo: i presidenti della SPD sono stati questi, e i candidati sono a fianco:

                  Kurt Schumacher (1946-1952) – candidato Schumacher
                  Erich Ollenhauer (1952-1963) – candidato Ollenhauer 1953 1957 – candidato Brandt 1961
                  Willy Brandt (1964-1987) – candidato Brandt 1961 1965 1969 1972 – candidato Schmidt 1976 1980 – candidato Vogel 1983
                  Hans-Jochen Vogel (1987-1991) candidato Rau 1987- candidato Lafontaine 1990
                  Björn Engholm (1991-1993)
                  Johannes Rau, ad interim (1993)
                  Rudolf Scharping (1993-1995) – candidato Scharping 1994
                  Oskar Lafontaine (1995-1999) – candidato Lafontaine 1998
                  Gerhard Schröder (1999-2004) – candidato Schroeder 2002
                  Franz Müntefering (2004-2005) – candidato Schroeder 2005
                  Matthias Platzeck (2005-2006)
                  Kurt Beck (2006-2008)
                  Frank-Walter Steinmeier (settembre 2008 – ottobre 2008)
                  Franz Müntefering (ottobre 2008 – novembre 2009) – candidato Steinmeier 2009
                  Sigmar Gabriel (13 novembre 2009 – in carica)

                  dilettante allo sbaraglio, eh? penso sia più dignitoso chiudere il blog, o meglio smettermi di dire la mia su argomenti che conosco così poco, ciao.

                  però ti ho già detto varie volte che nessuna coalizione di sinistra in Germania è possibile, dato che la Linke e la SPD conducono politiche incompatibili fra loro, e qui ci si presenta per realizzare un programma, non per prendere il potere.

                  vale lo stesso anche per l’Italia: una coalizione di governo fra chi vuole uscire dall’euro e chi vuole restarci è un delirio, e ora che non abbiamo più la costrizione di Berlusconi che costringe a farlo, è una prospettiva assolutamente da evitare.

                  ho detto un’altra cazzata?

  2. è vero anche che Lafontaine “nelle elezioni generali del 1990 venne candidato alla cancelleria dal suo partito, perdendo le elezioni contro il cristianodemocratico Kohl”, ma neppure lui era il presidente del partito.

    basta, ho detto una solenne cazzata quando ho affermato che vi era una tradizione storica in Germania a candidare direttamente il presidente del partito a cancelliere: è solo la tendenza dominante, ma ha avuto ripetute eccezioni.

    riassumo: i presidenti della SPD sono stati questi, e i candidati sono a fianco:

    Kurt Schumacher (1946-1952) – candidato Schumacher
    Erich Ollenhauer (1952-1963) – candidato Ollenhauer 1953 1957 – candidato Brandt 1961
    Willy Brandt (1964-1987) – candidato Brandt 1961 1965 1969 1972 – candidato Schmidt 1976 1980 – candidato Vogel 1983
    Hans-Jochen Vogel (1987-1991) candidato Rau 1987- candidato Lafontaine 1990
    Björn Engholm (1991-1993)
    Johannes Rau, ad interim (1993)
    Rudolf Scharping (1993-1995) – candidato Scharping 1994
    Oskar Lafontaine (1995-1999) – candidato Lafontaine 1998
    Gerhard Schröder (1999-2004) – candidato Schroeder 2002
    Franz Müntefering (2004-2005) – candidato Schroeder 2005
    Matthias Platzeck (2005-2006)
    Kurt Beck (2006-2008)
    Frank-Walter Steinmeier (settembre 2008 – ottobre 2008)
    Franz Müntefering (ottobre 2008 – novembre 2009) – candidato Steinmeier 2009
    Sigmar Gabriel (13 novembre 2009 – in carica)

    dilettante allo sbaraglio, eh? penso sia più dignitoso chiudere il blog, o meglio smettermi di dire la mia su argomenti che conosco così poco, ciao.

    però ti ho già detto varie volte che nessuna coalizione di sinistra in Germania è possibile, dato che la Linke e la SPD conducono politiche incompatibili fra loro, e qui ci si presenta per realizzare un programma, non per prendere il potere.

    vale lo stesso anche per l’Italia: una coalizione di governo fra chi vuole uscire dall’euro e chi vuole restarci è un delirio, e ora che non abbiamo più la costrizione di Berlusconi che costringe a farlo, è una prospettiva assolutamente da evitare.

    ho detto un’altra cazzata? 🙂

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