dell’impossibile guerra globale nel pianeta globalizzato – 171.

ho già ricordato qui l’incredibile caso del racconto di fantascienza pubblicato nella collana Urania nel marzo 1978, dove si parlava di un futuro papa Benedetto XVI, che sarebbe stato indotto alle dimissioni per problemi mentali.

imgp7644era il tempo nel quale ero pressoché l’unico in Italia a parlare apertamente su questo blog delle possibili dimissioni di Ratzinger a seguito dello scandalo inter-nazionale della chiesa pedofila.

del tutto casualmente ho scoperto che nel 1980 fu pubblicato un altro libro di fanta-religione, il quale prevede che il successore di papa Woitila, che in questo caso era chiaramente individuato nel romanzo, si sarebbe dimesso: un caso di semi-plagio?

l’autore, Morris West, che aveva scritto altri romanzi di successo, tra cui il famoso “L’avvocato del diavolo”in questo caso, però, forse per non farsi beccare con le mani nel plagio, aveva dato al successore di Giovanni Paolo II il nome di Gregorio XVII.

anche questo papa viene costretto alle dimissioni dai cardinali, perché considerato pazzo, però è interessante approfondire i motivi di questa dichiarata pazzia.

* * *

nel romanzo The Clowns od God Gregorio XVII riceve una comunicazione diretta da Dio, attraverso un episodio mistico, della fine imminente della vita umana sul pianeta per via di un conflitto nucleare globale reso inevitabile dalla crisi economica e dalla mancanza planetaria di risorse che si profila verso il 1990.

il papa comincia quindi a scrivere un’enciclica, per comunicare al mondo la sua esperienza e lanciare l’allarme, ma il testo trapela e i cardinali lo costringono a dimettersi col giudizio di pazzo.

tuttavia l’ex papa, che è straniero (francese), riesce a ricevere a Montecassino, dove è stato relegato, un suo amico docente universitario tedesco a Tuebingen, il quale pubblica un libro col testo dell’enciclica bloccata, che ha un enorme successo.

l’amico viene quasi ammazzato da un attentato organizzato a Tuebingen dalla CIA, che verrà sfruttato per una campagna razzista contro gli immigrati; ma questo consente al papa di ottenere un permesso per andare a visitarlo.

fuori da Montecassino, l’ex-papa inizia una intensa attività sui media, per lanciare il suo grido di allarme, prima di essere colpito da un ictus, al quale sopravvive per arrivare ad una seconda esperienza mistica, che lo raggiunge proprio mentre il mondo sembra precipitare verso la guerra globale, dato che la Russia non è più in grado di nutrire la sua popolazione.

nel secondo messaggio Dio annuncia al papa emerito Gregorio XVII di concedere al mondo una proroga di qualche mese; non è molto, ma questo basta all’autore per chiudere con una specie di lieto fine.

intanto il suo amico tedesco, con i suoi figli, ha abbandonato la civiltà per colonizzare e rendere abitabile una valle sperduta vicino a Monaco; lì, dentro delle ex-miniere, si raccolgono decine di profughi che stanno abbandonando la civiltà, raccolti da uno strano personaggio che, dopo essere entrato nel racconto nelle vesti di infermiere dell’ospedale dove Gregorio XVII è curato, alla fine si rivela essere Gesù in persona, tornato sulla Terra.

la civiltà umana riprenderà da qui, da questi gruppi di resistenza umana che manterranno viva la fiaccola della cultura e dei valori.

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ho appena finito di leggere a Stoccarda questo libro acquistato per caso su una bancarella a Brescia un mese fa, e per ampia parte ambientato negli immediati dintorni della città in cui mi trovo, con un sottile sconcerto per le moltiplicate coincidenze: Tuebingen, ad esempio!

si discuteva con intesomale l’altroieri sul carattere para-romanzesco della vita, sulla possibilità di interpretarla come la mega-trama di un libro; non avevamo ancora considerato che cosa succede poi quando un libro entra a far parte della trama della vita, con effetti di trompe-l’oeuil incredibili.

c’è però voluta della pazienza per reggere una lunga narrazione di 400 pagine – quella che ha appena generato il borforisma che ho pubblicato mezzora fa -, però mi ha aiutato il fatto di ritrovarmi almeno nelle paure descritte più di trent’anni fa e che oggi sono diventate così attuali: la crisi economica, la prospettiva di carestie drammatiche, il confronto globale fra le potenze che rischia di sfociare nella guerra atomica che distruggerà la vita umana sulla Terra, l’incapacità della religione, cioè del pensiero umano tradizionale, di fare fronte a questa sfida, del resto in-vincibile.

aggiungeteci le ore attuali dell’Ucraina, le paure diffuse dai media, i rischi di un conflitto globale che sembra possibile.

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bene, scrivo questo post per dire che il quadro è cambiato dal 1980 del romanzo appena finito di leggere, che questi trent’anni hanno costruito un mondo globalizzato, e che – con tutti i suoi difetti – la globalizzazione almeno ha reso impossibile proprio la guerra globale, o almeno lo si direbbe.

non impedisce, anzi, le guerre locali rese necessarie da un confronto ostile di interessi e bisogni, che evidentemente continuano nel mondo: ma queste vengono sanguinosamente giocate sulla pelle delle popolazioni inutili delle periferie del mondo (Iraq, Libia, Siria, oggi Ucraina).

ma proprio il confronto nucleare totale appare oggi impossibile – e spero di non sbagliarmi, ovviamente.

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ci protegge dalla guerra prima di tutto la crisi, che rende sempre di più impossibile farla, e poi la situazione di inter-dipendenza economica che è venuta a crearsi a livello mondiale.

attaccare il nemico è un modo di farsi del male da soli, quando al nemico abbiamo prestato troppi soldi, quando abbiamo investito con lui, quando distruggendo lui distruggiamo anche averi nostri in misura tale da poterci ritrovare senza soldi per fare la guerra.

è quel che provato sulla sua pelle Obama qualche mese fa quando voleva attaccare la Siria ed è stato fermato dai repubblicani del Congresso, cioè dalla destra americana…

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la fine della civiltà umana incombe ugualmente, ma in forma diversa, che dobbiamo sapere riconoscere come  vero pericolo.

potrebbe avvenire, e sta già avvenendo, se ci guardiamo attorno, nella forma non di uno scontro globale fra stati, ma di una disgregazione interna degli stati, il cui posto viene preso dalle mafie, dalle bande, dalle polizie che diventano banditi fuori controllo che taglieggiano la popolazione.

e la salvezza, per quel tanto di salvezza che può esserci, può avvenire soltanto nella forma della fuga in luoghi appartati dove ricercare la sopravvivenza attraverso l’auto-sufficienza.

fu proprio quello che accadde alla fine della civiltà antica, del resto…

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ed ecco, in qualche modo a conferma del modo in cui si discute della guerra nei circoli della élite globalizzata che ci governa, qualche citazione da una analisi della questione ucraina e/o russa:

Dal punto di vista militare, politico, strategico e diplomatico, Vladimir Putin ha il coltello dalla parte del manico. Dal punto di vista economico, no: la Russia corre dei seri rischi. 

La Casa Bianca minaccia “gravi conseguenze”, ma non sono tali da far recedere Vladimir Putin dal suo progetto. Di fatto l’Occidente non ha soluzioni forti a portata di mano. C’è solo la via delle sanzioni economiche e finanziarie.

Proprio dal punto di vista economico, i rapporti di forza cambiano e la Russia si scopre più debole. La reazione dei mercati russi è stata di vero e proprio panico: la Borsa di Mosca è crollata, il rublo è ai minimi storici sull’euro e sul dollaro, malgrado la banca centrale abbia repentinamente deciso di alzare “temporaneamente” i tassi di un punto e mezzo, stamattina, portandoli al 7,0%, nel tentativo di arginare la fuga di capitali e la caduta del rublo.

Gli economisti avvertono sui rischi: il bilancio pubblico di Mosca ha già dovuto sopportare la spesa extra dei Giochi olimpici di Sochi 2014 e si troverebbe esposta in una fase di tensione con l’Occidente, con conseguenze sull’export. Le società russe, dal canto loro, si troverebbero costrette a enormi svalutazioni sugli asset ucraini, e gli analisti calcolano che le banche russe abbiano impiegati in Ucraina almeno 30 miliardi di dollari, che si aggiungono ai crediti delle società non bancarie.

“Sochi è stata già costosa. Le avventure militari e il peggioramento dei rapporti con l’Occidente possono esserlo ancora di più” dice Holger Schmieding di Berenberg Bank, secondo cui “la Russia non se lo può permettere nel lungo termine”.

Un primo segnale arriva dalla Borsa. Crollano i listini, con l’indice Micex che cede il 10,8% e l’Rts in calo del 12%; scivolano le azioni del colosso del gas Gazprom (13,89%), di quello petrolifero Lukoil (-7,43%) e di quello bancario Sberbank (14,91%). La crisi si abbatte sul rublo, con l’euro sopra i 50 rubli, il dollaro attorno a 36,45 rubli. La decisione della Banca di Russia di alzare i tassi è dichiaratamente volta a evitare i rischi inflazionistici e a stabilizzare i mercati. Ma il viceministro dell’Economia Andrei Klepach non si fa illusioni e parla di “isteria” attorno al rublo che “passerà, ma è difficile dire quando”.

Il Wsj riporta le dichiarazioni di Timothy Ash, analista di Standard Bank, secondo cui la crisi ucraina avrebbe “effetti notevoli e molto negativi, proprio in un momento di fragilità dell’economia russa. L’aumento dei tassi d’emergenza dimostra quanto le autorità russe siano preoccupate” per la fuga di capitali e l’indebolimento dei prezzi degli asset russi, a cui si aggiungerebbero le sanzioni occidentali.

Nel 2008 Putin mossa una guerra lampo in Georgia e si ritrovò nel 2009 alle prese con una grave crisi economica. Questa volta l’impatto potrebbe risultare maggiore: “A differenza della guerra di 5 giorni in Ossezia, temiamo che le tensioni in Ucraina proseguano a lungo, con un prolungato impatto negativo sull’economia russa” sostiene Natalya Orlova, economista di Alfa Bank.

La svalutazione del rublo non basterebbe a sostenere la crescita russa, e l’esposizione del banche russe in ucraina è un fatto destabilizzante, dice l’analista. Per Gillian Edgeworth di UniCredit, “gli sviluppi degli ultimi giorni servono solo ad aumentare i rischi per l’economia e la valuta russa. È difficile indicare con esattezza la misura dell’esposizione russa verso l’Ucraina, ma un’economia ucraina più debole serve solo ad aumentare i rischi di una perdita finanziaria per la Russia”.

C’è però un altro fattore dell’analisi economica da tenere in conto. Le finanze ucraine sono in dissesto: il neo-presidente ucraino Alexander Turchynov sa bene che la situazione è disperata e per questo ha fatto appello alla comunità internazionale: “Siamo sull’orlo del precipizio. Rischiamo il default permanente”.

Chi si accollerà il debito dell’Ucraina, che mai sarebbe in condizioni di pagarlo? Putin non ha intenzione di farlo e anche per questo, probabilmente, non estenderà le sue mire espansionistiche oltre ai territori filo-russi. Anche in questo caso l’Occidente potrebbe trovarsi costretto a intervenire, anche per sostenere l’attuale presidenza in vista delle elezioni di maggio.

Anche una guerra non combattuta sul terreno di battaglia, avrebbe comunque costi altissimi.

24 risposte a “dell’impossibile guerra globale nel pianeta globalizzato – 171.

    • neanche alla foto credi? è mia, sai?

      il volumetto ce l’ho a casa in Italia; e la cosa più strana è che è sulla stessa bancarella che ho trovato anche il romanzo di West, sempre per un euro…

      a volte ho quel che si dice culo con le bancarelle dei libri usati; vent’anni fa a Roma su una bancarella del ponte di Castel Sant’Angelo per 10.000 lire ho comperato un manoscritto rilegato in volume ed inedito di Antonio Genovesi, uno dei principali illuministi italiani e il fondatore dell’economia politica.

      prima o poi dovrei cercare di farlo tradurre dal latino e pubblicare, effettivamente.

        • più di 5 euro? non faccio fatica a crederlo… 🙂

          aggiungi che il venditore non sospettava minimamente che cosa stava vendendo: sono stato io a decifrare la sigla AGenoes sulla prima di copertina e poi a capire che era la firma di A.(ntonio) Geno(v)es(i): mica ho studiato papirologia per niente! 🙂

          praticamente erano una specie di dispense universitarie del 1774.

          in ogni caso, anche se mi dessero mille volte quel che l’ho pagato, perché mai dovrei venderlo? in cambio di che cosa? non avrò mai più una opportunità simile in vita mia.

          in poche parole: il collezionista sono io! 🙂

      • E’ meglio che mi sbrighi a trovarlo…visto l’argomento “appetitoso” e il titolo dal sapore profetico…non si può escludere che come dici tu raggiunga prezzi stellari. Ti faccio sapere senz’altro. A presto!

  1. Ciao 🙂
    Forse una terza guerra mondiale si è in qualche modo riusciti ad evitarla, ma bisognerà fare i conti con i disastri ambientali (Tsunami, terremoti, allagamenti di vaste zone, moria di animali, carestie ecc ecc.) che sono già iniziati e che non riusciremo a fermare con altrettanta facilità……vedremo se l’uomo che si crede onnipotente sostenendo che Dio è frutto solo della nostra fantasia riuscirà a rivedere le sue ambizioni egoistiche e chinerà la testa davanti ad un evento portentoso.
    I miracoli accadono e non sono quelli delle guarigioni dalle malattie ma sono le guarigioni dei cuori nei luoghi in cui una “misteriosa” Donna appare.
    Un bacio

    • l’uomo si crede onnipotente proprio inventandosi l’idea di Dio alla quale attribuisce i suoi pensieri.

      gli unici uomini che veramente non si credono onnipotenti sono gli atei che riconoscono dio come una semplice invenzione umana.

      • Scusa, giusto per capire a chi ti riferisci? Intendi dire gli scienziati credono in Dio?
        E chi usa le loro invenzioni esclusivamente per proprio tornaconto crede in Dio?
        Chi sfrutta e devasta crede in Dio?
        L’egoismo ha fatto e fa troppi danni, smettere di credere che il mondo gira intorno a noi ed esiste per nostro esclusivo benessere sarebbe già un passo avanti.
        Al contrario di te penso che troppa poca gente creda in Dio, o perlomeno lo dice con la bocca ma i fatti lo smentiscono. Perché chi crede nel Dio di Gesù Cristo dovrebbe avere sempre davanti a sé l’esempio del sacrificio in nome dell’Amore verso gli altri invece che la possibilità di richiesta di perdono.
        Il perdono forse comincia col tentare di riparare i danni commessi, altrimenti rimane una contrizione di facciata.
        Forse scambiamo i difetti col peccato, perché siamo molto bravi ad accusare il difetto caratteriale ma accettiamo troppo facilmente la disumanità dello sfruttamento in ogni sua forma.
        Perché davvero vorrei capire, usando la logica, come si potrà fare a ri-pagare un debito mondiale che ha il “valore” di ricchezza pari ad almeno due volte la terra, quindi mi domando… se ne abbiamo 1 sola potremo mai ripagarlo? e a chi dovremmo ripagarlo?
        Non sta nelle “cose” la felicità, gli oggetti non contano nulla.
        Perché il vero peccato è attentare alla vita degli altri schiacciandola, pensando che sia poco importante e per contro diamo un immenso valore alla nostra.
        Ed è per questo che cerco di guardare alla parte buona delle persone che mi circondano, aspettando che maturino consapevolezza, dando speranza e coraggio.
        Fai agli altri ciò che vorresti fosse fatto a te, se fosse facile metterlo in pratica non ci sarebbe stato bisogno di raccomandarcelo…..

        • “crescete e moltiplicatevi”

          “domini (l’uomo) sopra i pesci del mare e sugli uccelli del cielo, sugli animali domestici, su tutti gli animali selvatici della Terra e sopra tutti i rettili che strisciano sulla sua superficie”

          chi crede che queste siano le parole e l’ordine di dio, con quale faccia può venire a fare i predicozzi di qui sopra?

          • Perchè definisci “predicozzo” le cose che penso ed esprimo, sminuendole?
            Dominare in sé non ha accezione negativa, certo è che molti usano questo verbo per prendersi autorità che non sono di loro diritto esclusivo.
            Non sei un bimbo a cui devo spiegare che un imprenditore domina sulla “sua” fabbrica, in che modo lo fa poi, è una sua scelta, come lo fa ogni uomo ( o donna) nel contesto in cui opera.
            Se Dio ci obbligasse a seguirlo lo accuseremmo di totalitarismo, invece ha la grandezza immensa di aspettare che lo seguiamo per amore, a me non pare cosa da poco.
            Hai scritto una volta che ti sei allontanato da Dio leggendo la Bibbia e non faccio fatica a crederti.
            Ho indagato le parole della Bibbia e il Vangelo per anni e anni comprendendo quasi nulla, ma accontentandomi di quel che capivo con la mia testa, dirigevo la mia vita (non troppo bene).
            Se ci prendiamo ad uno ad uno non troveremmo nessuno che ammette sbagli, la “colpa” è sempre di altri.
            Io compresa, te compreso.
            Se siamo tutti perfetti come mai il mondo non va?
            Io ho sbagliato molto, ma chi molto sbaglia se disposto ad essere raccolto dal fango in cui si è messo, poi molto ama.
            Giudicavo molto, credendomi meglio di altri, anzi a dirla tutta ero ferocemente critica coi cattolici, poi qualcosa di più grande di me mi ha amato senza riserve. Auguro a tutti di provare ciò che mi è stato donato.
            Piangere di gioia, e ringraziare di tutto ciò che si ha è meraviglioso. Per me che ho avuto poco è ancora più grande.
            E’ solo la paura che ci impedisce l’incontro aperto con l’altro, chiunque esso sia, e i cattolici non ne sono esenti.
            Ora non ho più paura ed è meraviglioso, il mio viaggio lo faccio cercando l’Uomo, i luoghi sono bellezza da contemplare ma non riempiono.
            Siamo tutti alla ricerca di risposte, in un deserto cerchiamo acqua senza trovarla, perché la cerchiamo male.
            Il mio fiume l’ho trovato, non posso fare altro che augurarti di trovarlo pure tu, perché so che lo stai cercando.

  2. io sono estremamente pessimista perché l’archicerebro continua incessante ad inviare verso la corteccia,che lo ha sempre servilmente corrisposto,messaggi di morte.

    nell’era atomica un altro forte istinto,quello dell’autoconservazione, ha contrastato quelli ancestrali illuminando il neocerebro con la consapevolezza che sarebbe la fine di tutto e tutti.

    ma fino a quando quest’ultimo,supportato dell’elite neuronale,riuscira’ a tener loro testa…???

    • io ho una sola spiegazione di tutta questa paura che in tanti continuate ad esprimere nei vostri commenti sul tema Ucraina: guardate troppo la televisione, che, come è noto, influenza l’archicerebro, come lo chiami tu, cioè il cervello rettile di Laborit, quello sede delle emozioni.

      non me lo spiego altrimenti: perché un conto è essere preoccupati, chiedendosi se la follia pre-varrà e calcolando quante possibilità ha di pre-valere, ma ben diverso è avere paura come se fosse già pre-valsa.

  3. parole di speranza rivestite di logica……ma…..purtroppo il fondo dell’uomo e’ di una ancestrale razionale.

    la è un violenza retaggio antropologico come reazione di difesa verso un mondo esterno estremamente pericoloso ed ostile.
    non dimenticare che l’arte la scienza la letteratura e via dicendo hanno poco più’ di 3000 anni.niente al confronto degli oscuri millenni precedenti.

    la strada evolutiva verso l’homo pacificus richiedera’ ancora centinaia e centinaia di generazioni………ma penso che prima ci saremo autodistrutti e questo dimostra la grande capacita’ della Natura nel correggere i suoi errori.

    • sono convinto però che nelle società avanzate si siano messi in moto dei meccanismi di auto-conservazione del benessere, in grado di modificare l’aggressività ancestrale.

      nessuno oggi può davvero fare la guerra alla Russia per l’Ucraina, a parer mio.

      il tentativo è già stato bloccato per la Siria, dove era molto più fondato.

      quel che mi pre-occupa, piuttosto, è la capacità di mani-polazione dell’opinione pubblica che il sistema dei media sta rivelando in Italia e la facilità con cui riesce a convicere tante persone sensate che in Crimea è in gioco chissà che cosa.

      come se non fosse una delle tante piccole questioni di periferia che coinvolgono da 25 anni la Russia dopo il crollo dell’URSS,

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