origini del cristianesimo.

post su cristianesimo, mondo ebraico, tentativi di ricostruzione storica della vita di Jeshu.

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Origini del cristianesimo

Indice

1. una ricerca razionale delle origini del cristianesimo (senza Cascioli, però!)

2. quando fu scritta la Bibbia ebraica?

3. da due Bibbie una, dal politeismo ebraico delle origini al monoteismo dell’età del ritorno.

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3. da due Bibbie una, dal politeismo ebraico delle origini al monoteismo dell’età del ritorno.

la cosa in assoluto più sotprendente delle considerazioni che nel suo libro Cascioli dedica alla bibbia ebraica è che ignora completamente i risultati della critica storica sulla composizione dei libri che noi chiamiamo Pentateuco e gli ebrei Torah, cioè dei primi 5 libri della bibbia che dalla Genesi al Deuteronomio contengono la storia di Israele, e all’inizio del mondo, da Adamo a Mosè.

si tratta di un ciclo di leggende fondanti dell’ebraismo e del cristianesimo, la cui risonanza culturale è amplissima e attraversano secoli di storia dell’arte, in particolare di scultura e pittura, gli strumenti con cui sono stati trasmessi alle masse analfabete dei seocli passati, dalle cattedrali romaniche con i loro bassorilievi alla Cappella Sistina.

da molti decenni la critica ha dimostrato sulla base dell’analisi interna del testo e delle sue caratteristiche linguistiche che questa mirabolante epopea è stata costruita mescolando insieme due versioni diverse delle stesse storie.

dovremmo dire qualcosa di più: addirittura due versioni delle stesse storie che appartengono a due religioni differenti: perché nella prima la divinità protagonista si chiama Jahwè, che ben conosciamo, e assieme alla sua variante di trascrizione Jehowa (la lingua ebraica non scrive le vocali) è universalmente noto; il secondo principio divino è denominato Elohím, ed è molto più oscuro, e ben a ragione, come vedremo.

si potrebbe sostenere, e infatti l’interpretazione ufficiale lo fa, che Elohím è solo un titolo attribuito a Jahwé, una variante nel modo di rivolgerglisi, facilitata dal divieto religioso ebraico di pronunciare il nome di Dio; insomma una cosa simile a quella che avviene nel mondo cristiano, quando ci si può rivolgere a Dio chiamandolo anche Signore (dimostrando con ciò stesso che il cuore nascosto della religione cristiana è il suo culto del potere).

c’è purtroppo una insuperabile difficoltà ad accettare questa spiegazione, ed è il motivo stesso dell’imbarazzato silenzio che circonda questo co-protagonista della bibbia ebraica, che ad esempio condivide con Jahvè il merito, a volerlo dire così, della creazione del mondo; e consiste nel fatto che Elohím è un nome plurale e significa: “gli dei”.

è il tema che ho introdotto alla fine del post precedente, ma ora occorre riprendere e sviluppare questo argomento.

la critica testuale del secolo scorso, quando è arrivata a questa scoperta oramai quasi un secolo fa, è rimasta come paralizzata e fulminata dalla scoperta.

tanto che è piuttosto facile oggi descrivere le due bibbie (o per meglio dire, tre, come vedremo) che sono state fuse in una nel testo attuale del pentateuco, ma nessuno si è mai azzardato a mia conoscenza a provare a collocare nel tempo questa fusione, ad interpretarla o anche semplicemente a provare a dire chi è l’autore della fusione e da dove venivano i testi che furono fusi assieme, che tipo di cultura li aveva espressi.

mi limito ad aggiungere – per chiudere questa del discorso su Cascioli – che ovviamente Cascioli ignora totalmente questo aspetto degli studi biblici, perché contrastano e smentiscono una parte fondamentale della sua avventata ricostruzione del quadro storico dell’ebraismo – ma  siccome questo sarà l’argomento del mio prossimo post, lo tralascio completamente qui.

lo scopo di questo post sarà invece di provare a dire appunto quel che nessuno si azzarda neppure a provare a dire, cioè da dove vengono le due diverse versioni della Bibbia che furono fuse assieme, e chi è l’autore di questa fusione.

operazione quanto mai azzardata e tale da rischiare di rompercisi il collo; da affidare quindi ad un blog, col suo carattere semiufficiale e anche semi-clandestino, piuttosto che ad una pubblicazione vera e propria, che sarebbe immediatamente fatta a pezzi dalla critica, prezzolata oppure no.

per impostare le mie ipotesi mi prendo tuttavia molto tempo, il tempo di un post che sarà lunghissimo, più lungo ancora del precedente, dato che intendo fornire a me stesso e agli eventuali lettori l’esempio arrischiato di che cosa si ottiene se si prova a separare di nuovo quel che il redattore aveva unito e a leggere autonomamente la versione chiamata P, cioè, dall’iniziale della parola tedesca, “sacerdotale”, quella di Jahwè, “Colui che È”, e la versione E, quella degli Elohím.

e giusto per bruciarmi i vascelli alle spalle parto da una ipotesi molto semplice e credo fondata: che certamente la versione E, quella politeistica, sia la più antica e che la versione rigorosamente monoteistica, la P, sia venuta dopo.

non mi fermo neppure a provare a dimostrarlo: sempre il monoteismo nella storia si pone come sviluppo del politeismo; e certamente possiamo essere ragionevolmente certi che uno dei problemi di fondo di coloro che imposero l’assoluto monoteismo ebraico nel V secolo era quella di dover nascondere o almeno reinterpretare il fatto che la storia religiosa ebraica precedente era stata quella di un politeismo simile a quello degli altri popoli vicini, all’interno del quale si era faticosamente affermata una forma di monolatria, non di monoteismo.

e la differenza sta nel fatto che nel monoteismo Dio è uno solo, nella monolatria gli dei sono molti, ma un popolo si identifica perché ne adora uno in particolare, che è il suo dio.

l’ebraismo politeista delle origini ebraiche aveva quindi prodotto, ad esempio,  questa  narrazione delle origini della narrazione del mondo.

so bene che troverete la mia versione stupefacente: è fondata sulla edizione interlineare della bibbia ebraica, e risalendo all’originale, ovviamente sconvolge le interpretazioni di secoli, che potremmo più facilmente chiamare manomissioni.

Genesi 1

[1] Sin dall’inizio hanno creato gli dei il cielo e la terra [2], e la terra è nata come  un posto vuoto e il buio era sopra l’abisso e lo spirito degli dei vibrava sopra le acque.

[3] E gli dei diventarono luce e sono luce per sempre [4], e gli dei  guardarono alla luce buona e  gli dei furono separazione fra la luce  e il buio [5], e gli dei chiamarono la luce giorno e il buio notte.

E fu sera per sempre e fu mattino per sempre:  giorno primo.

[6] E gli dei diventarono aria in mezzo alle acque e gli dei furono separazione delle acque dalle acque [7] e gli dei fecero l’aria e furono la separazione tra le acque, quelle che stanno sotto l’aria e quelle che sono sopra l’aria, ed è per sempre così [8], e gli dei chiamarono l’aria cielo.

E fu sera per sempre e fu mattina: giorno secondo.

[9] E gli dei volarono insieme alle acque sotto l’aria in un luogo ed è nato l’asciutto ed è così per sempre [10] e gli dei chiamarono il secco terra e la confluenza delle acque mare, e gli dei guardarono, gli dei, quelli buoni, [11] e gli dei sono terra, vegetazione, semi, germogli, frutta che fa frutta a immagine di loro e semi di loro sulla terra ed è per sempre così [12], e la terra produce vegetazione, erbe che seminano semi, a immagine di loro, e alberi che fanno frutta  come semi di loro e gli dei guardano, gli dei, quelli buoni.

[13] E fu sera per sempre e fu mattina: giorno terzo.

[14] E gli dei diventarono luci nell’aria del cielo, per separare il giorno dalla notte, e diventarono segni per nominare i giorni e gli anni [15] ed essi diventarono luci nell’aria del cielo sopra la terra, ed è così per sempre, [16] e gli dei ne fecero due di luci, quella grande, la luce grande per pronunciare il giorno, e quella piccola per pronunciare la notte, e le stelle, [17] ed essi li diedero nell’aria del cielo sopra la terra [18], per regolare il giorno e la notte e separare la luce dal buio, e gli dei guardano, gli dei, quelli buoni.

[19] E fu sera per sempre e fu mattina: giorno quarto.

[20] E gli dei vagabondarono nelle acque, vagabonde anime della vita e uccelli a  trasvolare  la terra, sopra i volti dell’aria del cielo [21], e divennero la creazione dei mostri, quelli grandi, e di ogni anima viva che vagabonda nelle acque, a immagine di loro, e di ogni uccello  d’ali, a immagine di loro, e gli dei guardano, gli dei, quelli buoni, [22] e loro sono la benedizione, a dire di essere fecondi e di aumentare e riempire le acque dei mari, e i volanti ad aumentare sulla terra.

[23] E fu sera per sempre e fu mattina: giorno quinto.

[24] E gli dei dissero: “La terra deve essere alito vivo di bestie secondo la loro specie: e di animali che si muovono  e di animali della terra a immagine di loro”, ed è per sempre così, [25] e gli dei fecero le bestie della terra a immagine di loro ed ogni bestia secondo la sua specie e ogni bestia sul terreno secondo la sua specie, e gli dei guardano, gli dei, quelli buoni.

[26] E gli dei dissero: “Noi dobbiamo fare l’umana immagine, a somiglianza di noi, ed essi dominano il pesce del mare e l’uccello dei cieli, sul bestiame, e le  bestie in tutta la terra e le bestie che si muovono sulla terra”, [27] e gli dei creano  l’umana immagine  a immagine di loro; gli dei hanno creato l’uomo, maschio e femmina, l’hanno creato.

[28] Gli dei sono la benedizione e dicono di essere fecondi e aumentare e riempire la terra; soggiogatela e dominate i pesci del mare e l’uccello dei cieli e ogni animale che si muove sulla terra.

[29] Poi gli dei dissero: “Ecco, diamo a voi ogni erba che fa seme che è su tutta la terra e ogni albero che ha in lui  frutto e che fa seme: sarà sempre cibo per voi [30] e per ogni bestia  della terra e per ogni uccello dei cieli; e per ogni vivente della terra che ha alito di vita sarà cibo ogni erba verde”, ed è per sempre così, e gli dei guardano tutto quello che hanno fatto, ed ecco, è molto buono.

E fu sera per sempre e fu mattina: giorno sesto.

Genesi 2

[1] Ed essi hanno terminato il cielo e la terra e tutti i loro ospiti [2] e gli dei nel settimo giorno hanno finito il lavoro che avevano fatto e cessano nel settimo giorno da ogni lavoro che avevano fatto [3] e gli dei sono la benedizione del settimo giorno e lo fanno santo, loro che hanno cessato tutto il lavoro col quale hanno creato la terra e i cieli, gli dei, Jahwè.

(traduzione ancora provvisoria)

continua

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2. quando fu scritta la Bibbia ebraica?

Cascioli non ha dubbi, tanto è inconfutabile, lui!

una storia inventata nel VI secolo dai redattori della Bibbia per raggiungere, attraverso la riunificazione degli Ebrei sotto un solo Dio, quegli scopi nazionalisti che si erano prefissi dopo la liberazione dalla prigionia di Babilonia.

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il bello è che Cascioli ha sostanzialmente ragione, ma dice questa sostanziale verità in un modo così grossolano e approssimativo da farne più che altro la caricatura.

prima di tutto la Bibbia è una raccolta di testi e non si è formata tutta di colpo, ma attraverso stratificazioni nel tempo, e questi testi non sono testi autentici del periodo in cui furono scritti per la prima volta, ma sono continue rielaborazioni e interventi su testi originari.

questa caratteristica del resto è passata tale quale dalla Bibbia ebraica alla Bibbia cristiana, i cui testi sono egualmente il frutto di continue manipolazioni, già denunciate nel periodo in cui venivano compiute.

non a caso uno dei punti di forza e di orgoglio dell’islam, rispetto alla tradizione cristiana, è la presunta assoluta immodificabilità del Corano (versetti satanici a parte).

la letteratura ebraica ci veniva presentata come la più antica del mondo in base al giochetto puerile di dichiarare che gli autori dei testi sono i personaggi di cui si parla.

però il suo nucleo più importante risale non al VI secolo a. C. come scrive Cascioli, ma al secolo successivo, come ho cercato di dimostrare anche in questo mio vecchio post.

91. Esdra e le mistificazioni della Bibbia.

von Bortocal Pro @ Samstag, 28. Mär, 2009 – 17:43:39

niente è così scoraggiante per me come rendermi conto, dopo i sessant’anni, quanto siano banali e persino puerili le mistificazioni su cui si base il potere della chiesa cattolica e in generale la fede cristiana.

è veramente incredibile come esse crollino tanto facilmente a fronte della più semplice critica razionale e al semplice inizio di una analisi dei documenti.

tanto che non rimane che concludere con amarezza che la fede nel cristianesimo di milioni e milioni di persone, intima, preziosa e contemporaneamente sprovveduta, non è altro che una manifestazione impressionante del potere che alcuni esercitano su di altri.

ma la propaganda è una forma di potenza che regge solo fino al momento in cui una mente non prova ad interrogarla.

ciononostante una bugia ben organizzata in potere è protettissima dal fatto che le persone comuni non hanno la minima voglia di affrontare questo esercizio, e neppure quelle fuori del comune, di solito, e preferiscono tutti non metterla in discussione, il che crea automaticamente un clima di consenso sociale diffuso per le boiate più pazzesche.

chi è saggio lascia perdere e chi tiene alla propria tranquillità finge, anche se in cuor suo non crede.

a dichiarare la propria miscredenza non si ricavano che fastidi e del resto la ricerca di una verità razionale e non annebbiata dal fideismo è una operazione estenuante, nella quale si è immediatamente disturbati dai negatori e confonditori professionali delle verità evidenti, e dunque comporta una fatica disumana, anche se è di per se stessa estremamente semplice.

e un popolo predisposto alla fede è per definizione niente altro che un popolo credulone.

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il primo e più semplice strumento di mistificazione della bibbia ebraica, trapassato del resto identico anche nel cristianesimo, è la falsa credenza, instillata nelle menti dei fedeli, che i racconti in essa contenuti siano pressapoco contemporanei ai fatti stessi che vengono raccontati o successivi di pochissimo.

così i vangeli chiamati “secondo” qualche evangelista, dato che chi li pubblicò tanti decenni dopo non poteva chiaramente attribuirli a personaggi morti da diverso tempo senza essere smascherato subito, sono tuttavia oggi ricondotti alla cerchia degli stessi fantomatici autori sulla base di presunte tradizioni orali, quando in realtà furono composti parecchi decenni dopo la loro morte, da gente che in genere neppure aveva conosciuto i primi seguaci del re messia, figurarsi il messia stesso.

la stessa identica situazione si riscontra nella Bibbia ebraica, di cui si vanta la straordinaria antichità, facendola passare addirittura per uno dei primi testi scritti della storia umana.

quanti resterebbero sorpresi a sapere che la Bibbia ebraica che noi possediamo, nella sua struttura attuale, non risale invece ad un periodo più antico del V secolo avanti Cristo, a dir tanto?

è quindi qualche secolo successiva alla prima stesura scritta dei poemi omerici e di qualche decennio posteriore alle guerre persiane che salvarono l’indipendenza greca.

per non parlare del distacco addirittura millenario dal poema di Gilgamesh o dai più antichi testi egizi!

gli anni di composizione della bibbia ebraica attuale sono gli stessi in cui in Grecia nacque Socrate e cominciò a svilupparsi la filosofia del sofismo.

e niente ci appare tanto rivelatore quanto un confronto, che dire?, fra Protagora e Gorgia, e gli estensori (o meglio l’estensore, perché fu poi uno solo) del nucleo fondamentale della Bibbia ebraica.

da un lato la luminosa libertà della ricerca intellettuale, l’analisi lucida della condizione umana e una fiducia sostanziale nelle forze del pensiero.

dall’altro gli oscuri sensi di colpa di un popolo che cerca di darsi una identità nella chiusura ostile al resto dell’umanità e che si impone leggi spietate come punizione di un passato troppo libero.

e la cosa più stupefacente è che questa datazione così tarda della Bibbia non è una illazione malevola degli studiosi, ma è contenuta nella Bibbia stessa!

che ci dice persino chi è l’autore del primo nucleo della Bibbia: Esdra!

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e adesso una piccola divagazione su di lui, prima di arrivare al racconto di come Esdra presentò per la prima volta al popolo ebraico i primi 5 libri fondamentali della sua Bibbia, nell’anno 445 a.C..

Esdra (עֶזְרָא, ʿEzra, diminutivo di עַזְרִיאֵל, “Dio è il mio aiuto”; ebraico: ʿAzriʾel) fu lo scriba che condusse il ritorno del secondo contingente di Ebrei dall’esilio babilonese nel 458 a.C. (questa e altre notizie le desumo dalla voce italiana di wikipedia, nonostante qualche evidente imprecisione renda la voce nel suo insieme poco attendibile).

Esdra è così importante che nella religione cattolica è considerato addirittura eccezionalmente santo, pur essendo ebreo e antecedente alla redenzione.

fu lui a introdurre la tipica scrittura quadrata ebraica, per usarla nella redazione della Torah, cioè di quello che i cristiani definiscono Pentateuco, che sono i primi 5 libri della Bibbia, quelli che si occupano della storia umana dalla formazione di Adamo alla morte di Mosé.

fu considerato, giustamente, come un secondo Mosè (per non dire che in realtà era – in incognito – anche il primo), e degno anch’egli di ricevere la Torah.

la cui redazione finale appartiene infatti proprio a lui, come vedremo.

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secondo quanto dichiarano le fonti religiose tradizionali Esdra è l’autore dei Libri di Esdra, che per i cattolici fanno parte della Bibbia, e che dalle diverse altre religioni che si ispirano alla bibbia sono ritenuti diversamente canonici o apocrifi.

Esdra sarebbe anche l’autore dei libri delle Cronache che li precedono per collocazione nella Bibbia.

che le Cronache siano state scritte da Esdra è tuttavia reso impossibile dal fatto che raccontano fatti successivi alla sua morte (!).

quindi questi libri sono oggi datati a un paio di secoli dopo la morte di Esdra, dato che sono successivi certamente all’epoca dell’impero persiano, abbattuto da Alessandro Magno alla fine del IV secolo a.C., le cui istituzioni nel libro stesso appaiono mal conosciute.

ma nella Bibbia i libri delle Cronache, seguendo una successione vagamente cronologica, sono collocati prima del libro di Esdra (o dei due libri di Esdra, perché alcuni manoscritti indicano in lui anche l’autore del libro di Neemia, che viene intitolato Esdra II) e sono attribuiti pure alla sua mano.

precedono, in quanto si riferiscono al periodo precedente, e – se si prescinde da alcuni libri semi-leggendari della Bibbia (Tobia, Ester e Giuditta) – concludono, assieme ai libri sui Maccabei, la parte “storica” della Bibbia stessa.

naturalmente, quindi, secondo le spiegazioni date dalla religione, Esdra è l’autore del libro della bibbia intitolato Esdra, e anche del successivo, intitolato Neemia.

bisogna pure che l’importanza di Esdra come autore sia appoggiata a qualche scritto, no?

e quindi in tutto gli si attribuiscono 4 libri (i due delle Cronache e i due detti Esdra – ma il secondo intitolato anche Neemia), per nascondere meglio il fatto che i libri che gli si devono veramente attribuire sono i primi, cioè la Torah o Pentateuco.

in realtà solo in alcune parti dei libri Esdra e e Neemia si legge Esdra che parla in prima persona (e non è neppure detto che queste parti siano autentiche e sue solo per questo).

nelle altre si parla di Esdra in terza persona, e questo è sufficiente a dire che Esdra non può avere parlato di sé nelle stessa opera ora in prima persona ora in terza.

questo rende certo che le parti in terza persona non sono state composte da lui, ma non basta a dimostrare la autenticità delle altre, ovviamente.

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l’attività di Esdra nella Bibbia è collocata fra due momenti decisivi della storia della rinascita (o meglio della nascita) del popolo ebraico in quanto popolo religiosamente fanatico e razzista come lo conosciamo ancora oggi.

il primo momento è il ritorno e il rito fondativo della nazione che Esdra in tale occasione organizza e celebra nel 458 a.C..

quella che segue è la descrizione di questo momento nel I libro intitolato Esdra:

Esdra, 7

[1] Dopo questi avvenimenti, sotto il regno di Artaserse, re di Persia, Esdra,

figlio di Seraia,
figlio di Azaria,
figlio di Chelkia,
[2] figlio di Sallum,
figlio di Zadok,
figlio di Achitub,
[3] figlio di Amaria,
figlio di Azaria,
figlio di Meraiot,
[4] figlio di Zerachia,
figlio di Uzzi,
figlio di Bukki,
[5] figlio di Abisua,
figlio di Finees,
figlio di Eleàzaro,
figlio di Aronne sommo sacerdote:
[6] questo Esdra, partì da Babilonia.
Egli era uno scriba abile nella legge di Mosè, data dal Signore Dio d`Israele e, poiché la mano del Signore suo Dio era su di lui, il re aveva aderito a ogni sua richiesta.
[7] Nel settimo anno del re Artaserse [a. 458 a. C.] anche un gruppo di Israeliti, sacerdoti, leviti, cantori, portieri e oblati partirono per Gerusalemme.
[8] Egli arrivò a Gerusalemme nel quinto mese: era l`anno settimo del re.
[9] Egli aveva stabilito la partenza da Babilonia per il primo giorno del primo mese e il primo del quinto mese arrivò a Gerusalemme, poiché la mano benevola del suo Dio era con lui.
[10] Infatti Esdra si era dedicato con tutto il cuore a studiare la legge del Signore e a praticarla e ad insegnare in Israele la legge e il diritto.

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il libro prosegue con una lettera chiaramente falsa di re Artaserse a Esdra e con un racconto di Esdra in prima persona [7,11 – 9, 13].

il cuore di questo racconto è il primo provvedimento che Esdra prende e sul quale si costituisce il rinnovato popolo ebraico e la tradizione religiosa di Israele:
la purezza razziale, al centro di una preghiera di Esdra a Dio che viene riportata nel libro:

Esdra, 9:
[6] Mio Dio, sono confuso, ho vergogna di alzare, Dio mio, la faccia verso di te, poiché le nostre colpe si sono moltiplicate fin sopra la nostra testa; la nostra colpevolezza è aumentata fino al cielo.
[7] Dai giorni dei nostri padri fino ad oggi noi siamo stati molto colpevoli e per le nostre colpe, noi, i nostri re e i nostri sacerdoti, siamo stati dati nelle mani dei re stranieri; siamo stati consegnati alla spada, alla prigionia, alla rapina, all`insulto fino ad oggi.
[8] Ora, da poco, il nostro Dio ci ha fatto una grazia: ha liberato un resto di noi, dandoci un asilo nel suo luogo santo, e così il nostro Dio ha fatto brillare i nostri occhi e ci ha dato un pò di sollievo nella nostra schiavitù.
[9] Perché noi siamo schiavi; ma nella nostra schiavitù il nostro Dio non ci ha abbandonati: ci ha resi graditi ai re di Persia; ci ha fatti rivivere, perché rialzassimo la casa del nostro Dio e restaurassimo le sue rovine e ci ha concesso di avere un riparo in Giuda e in Gerusalemme.
[10] Ma ora, che dire, Dio nostro, dopo questo?
Poiché abbiamo abbandonato i tuoi comandi [11] che tu avevi dato per mezzo dei tuoi servi, i profeti, dicendo:

“Il paese di cui voi andate a prendere il possesso è un paese immondo, per l`immondezza dei popoli indigeni, per le nefandezze di cui l`hanno colmato da un capo all`altro con le loro impurità”.

[12] Per questo non dovete dare le vostre figlie ai loro figli, né prendere le loro figlie per i vostri figli; non dovrete mai contribuire alla loro prosperità e al loro benessere, così diventerete forti voi e potrete mangiare i beni del paese e lasciare un`eredità ai vostri figli per sempre.
[13] Dopo ciò che è venuto su di noi a causa delle nostre cattive azioni e per la nostra grande colpevolezza, benché tu, Dio nostro, ci abbia punito meno di quanto meritavano le nostre colpe e ci abbia concesso di formare questo gruppo di superstiti, [14] potremmo forse noi tornare a violare i tuoi comandi e a imparentarci con questi popoli abominevoli?
Non ti adireresti contro di noi fino a sterminarci, senza lasciare resto né superstite?
[15] Signore, Dio di Israele, per la tua bontà è rimasto di noi oggi un gruppo di superstiti: eccoci davanti a te con la nostra colpevolezza.
Ma a causa di essa non possiamo resistere alla tua presenza!”.

i primi provvedimenti presi da Esdra sono conseguenti:

Esdra, 10:
[1] Mentre Esdra pregava e faceva questa confessione piangendo, prostrato davanti alla casa di Dio, si riunì intorno a lui un`assemblea molto numerosa d`Israeliti, uomini, donne e fanciulli, e il popolo piangeva a dirotto.
[2] Allora Secania, figlio di Iechiel, uno dei figli di Elam, prese la parola e disse a Esdra:

“Noi siamo stati infedeli verso il nostro Dio, sposando donne straniere, prese dalle popolazioni del luogo.
Orbene: c`è ancora una speranza per Israele nonostante ciò.
[3] Ora noi facciamo questa alleanza davanti al nostro Dio: rimanderemo tutte queste donne e i figli nati da esse, secondo il tuo consiglio, mio signore, e il consiglio di quelli che tremano davanti al comando del nostro Dio.
Si farà secondo la legge!
[4] Alzati, perché a te è affidato questo compito; noi saremo con te; sii forte e mettiti all`opera!”.

[5] Allora Esdra si alzò e fece giurare ai capi dei sacerdoti e dei leviti e a tutto Israele che avrebbero agito secondo quelle parole; essi giurarono.
[6] Esdra allora, alzatosi davanti alla casa di Dio, andò nella camera di Giovanni, figlio di Eliasib.
Là egli passò la notte, senza prendere cibo né bere acqua, perché era in lutto a causa dell`infedeltà dei rimpatriati.
[7] Poi fu fatta passare la voce in Giuda e Gerusalemme a tutti i rimpatriati che si radunassero in Gerusalemme: [8] a chiunque non fosse venuto entro tre giorni – così disponeva il consiglio dei capi e degli anziani – sarebbero stati votati allo sterminio tutti i beni ed egli stesso sarebbe stato escluso dalla comunità dei rimpatriati.
[9] Allora tutti gli uomini di Giuda e di Beniamino si radunarono a Gerusalemme entro tre giorni; si era al nono mese, il venti del mese.
Tutto il popolo stava nella piazza del tempio, tremante per questo evento e per gli scrosci della pioggia.
[10] Allora il sacerdote Esdra si alzò e disse loro:

“Voi avete commesso un atto d`infedeltà, sposando donne straniere: così avete accresciuto la colpevolezza d`Israele.
[11] Ma ora rendete lode al Signore, Dio dei vostri padri, e fate la sua volontà, separandovi dalle popolazioni del paese e dalle donne straniere”.

[12] Tutta l`assemblea rispose a gran voce:

“Sì, dobbiamo fare secondo la tua parola.
[13] Ma il popolo è numeroso e siamo al tempo delle piogge; non è possibile restare all`aperto.
D`altra parte non è lavoro di un giorno o di due, perché siamo in molti ad aver peccato in questa materia.
[14] I nostri capi stiano a rappresentare tutta l`assemblea; e tutti quelli delle nostre città che hanno sposato donne straniere vengano in date determinate e accompagnati dagli anziani della rispettiva città e dai loro giudici, finché non abbiano allontanato da noi l’ira ardente del nostro Dio per questa causa”.

[15] Soltanto Giònata figlio di Asael e Iaczeia figlio di Tikva si opposero, appoggiati da Mesullam e dal levita Sabbetai.
[16] I rimpatriati fecero come era stato proposto: il sacerdote Esdra si scelse alcuni uomini, capifamiglia, uno per casato, tutti designati per nome.
Essi iniziarono le sedute il primo giorno del decimo mese per esaminare la questione [17] e terminarono di esaminare tutti gli uomini che avevano sposato donne straniere il primo giorno del primo mese.
[18] Tra gli appartenenti ai sacerdoti, che avevano sposato donne straniere, c`erano:
[segue l’elenco completo dei colpevoli di questa prima schedatura di massa]
[19] Essi hanno promesso con giuramento di rimandare le loro donne e hanno offerto un ariete in espiazione della loro colpa.
[44] Tutti questi avevano sposato donne straniere e rimandarono le donne insieme con i figli che avevano avuti da esse.

* * *

si può pensare ad una follia collettiva peggiore di questa?

chi di noi crederebbe che il popolo del mondo antico che si è definito sulla base di una cultura mostruosamente e disumanamente razzista sia quello ebraico?

qualcuno potrebbe pensare che la religione della solidarietà, dell’amore fraterno e del perdono è radicata solidamente in queste marce radici di chiusura oscurantista e di disumanità?

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nel successivo Libro di Neemia, un contemporaneo di Esdra, definito come “governatore” degli ebrei, e che ne condivide il programma politico (libro che però è intitolato anche secondo libro di Esdra), assistiamo alla conclusione, 13 anni dopo, nel 445 a.C., di questa azione politica di cui Esdra aveva posto le basi.

Neemia, 8:
[1] Allora tutto il popolo si radunò come un solo uomo sulla piazza davanti alla porta delle Acque e disse ad Esdra, lo scriba, di portare il libro della legge di Mosè che il Signore aveva dato a Israele.
[2] Il primo giorno del settimo mese, il sacerdote Esdra portò la legge davanti all`assemblea degli uomini, delle donne e di quanti erano capaci di intendere.
[3] Lesse il libro sulla piazza davanti alla porta delle Acque, dallo spuntar della luce fino a mezzogiorno, in presenza degli uomini, delle donne e di quelli che erano capaci di intendere; tutto il popolo porgeva l`orecchio a sentire il libro della legge.
[4] Esdra, lo scriba, stava sopra una tribuna di legno, che avevano costruito per l`occorrenza e accanto a lui stavano, a destra Mattitia, Sema, Anaia, Uria, Chelkia e Maaseia; a sinistra Pedaia, Misael, Malchia, Casum, Casbaddana, Zaccaria e Mesullam.
[5] Esdra aprì il libro in presenza di tutto il popolo, poiché stava più in alto di tutto il popolo; come ebbe aperto il libro, tutto il popolo si alzò in piedi.
[6] Esdra benedisse il Signore Dio grande e tutto il popolo rispose: “Amen, amen”, alzando le mani; si inginocchiarono e si prostrarono con la faccia a terra dinanzi al Signore.
[7] Giosuè, Bani, Serebia, Iamin, Akkub, Sabbetài, Odia, Maaseia, Kelita, Azaria, Iozabàd, Canàn, Pelaia, leviti, spiegavano la legge al popolo e il popolo stava in piedi al suo posto.
[8] Essi leggevano il libro della legge di Dio a brani distinti e con spiegazioni del senso, e così facevano comprendere la lettura.
[9] Neemia, che era il governatore, Esdra sacerdote e scriba e i leviti che ammaestravano il popolo dissero a tutto il popolo:

“Questo giorno è consacrato al Signore vostro Dio; non fate lutto e non piangete!”.

Perché tutto il popolo piangeva, mentre ascoltava le parole della legge.
[10] Poi Neemia disse loro:

“Andate, mangiate carni grasse e bevete vini dolci e mandate porzioni a quelli che nulla hanno di preparato, perché questo giorno è consacrato al Signore nostro; non vi rattristate, perché la gioia del Signore è la vostra forza”.

[11] I leviti calmavano tutto il popolo dicendo:

“Tacete, perché questo giorno è santo; non vi rattristate!”.

[12] Tutto il popolo andò a mangiare, a bere, a mandare porzioni ai poveri e a far festa, perché avevano compreso le parole che erano state loro proclamate.

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l’evidenza del racconto non lascia dubbi sul fatto che quel testo veniva presentato al popolo ebraico per la prima volta.

e, a giudicare dalla reazione di pianto, non venne accolto neppure con molto entusiasmo!

il testo di cui si parla è il Deuteronomio, la parte conclusiva appunto della Torah, o Pentateuco, alla quale é strettamente connesso nella sua struttura attuale, tanto che è impossibile pensare ad una sua composizione distinta e separata dal resto: il Pentateuco stesso del resto appare come una opera unica in 5 libri diversi (compreso il Deuteronomio).

il periodo di 13 anni passato fra il rientro in Palestina e a Gerusalemme, era stato occupato evidentemente dal lavoro di redazione e revisione del testo, compiuto da Esdra.

* * *

ora, tra gli studiosi vi sono tesi piuttosto eterogenee, come è ovvio, su quanto fosse estesa l’opera di redazione compiuta da Esdra e sulle origini delle notizie “storiche” contenute nella Bibbia: alcuni ritengono che l’intera storiografia ebraica narrata nel Pentateuco e nei libri storici successivi sia totalmente leggendaria, altri ritengono che si siano utilizzate tradizioni precedenti, i più ritengono sopratutto orali (come era avvenuto un paio di secoli prima, con i poemi omerici).

in ogni caso nessun dubbio è possibile sulla stratificazione di versioni differenti riconoscibili degli stessi fatti o meglio delle stesse leggende nel testo attuale della Bibbia, che è stato formato mescolandole fra loro: leggende da riportare a tradizioni religiose e letterarie differenti, e quesat stratificazione può essere spiegata facilmente anche sulla base delle vicissitudini stesse di questo primo ritorno degli ebrei in Palestina.

in ogni caso una lettura in parallelo dei libri del Pentateuco che aprono i libri storici nella Bibbia e dei libri di Esdra che quasi li concludono porta a constatare la assoluta continuità di pensiero e di temi fra queste due opere, o meglio fra queste diverse parti della stessa opera.

naturalmente la spiegazione religiosa tradizionale sta tutta nella grandezza dello spirito profetico di Mosè (assurdamente considerato come l’autore di questi libri) che parla secoli prima esattamente come Esdra nel V secolo a.C..

(il che sarebbe quasi altrettanto miracoloso che se Dante avesse le stessi identiche idee di Alessandro Manzoni e perdipiù scrivesse anche addirittura come lui in una lingua assolutamente identica e molto più moderna di quella del suo tempo!)

ma la spiegazione umana più semplice e coerente è che l’autore delle parole di Mosè nel Deuteronomio è lo stesso Esdra, il quale attribuisce a Mosè le sue stesse idee, per dargli più forza, e lo fa ovviamente facendolo parlare esattamente come lui, in una lingua assolutamente contemporanea a lui.

a questo punto ovviamente bisognerebbe leggere integralmente i “discorsi di Mosè” che costituiscono da soli la parte principale del Deuteronomio, il quinto libro della Torah o Pentateuco.

ma non sarà necessario, salvo che per chi abbia la passione per la mostruosa grandezza del delirio.

basterà leggerne alcuni passaggi fondamentali, per ritrovare l’eco di questa teoria della storia fondata sulla colpevolizzazione del popolo ebraico, popolo prediletto da Jahwè, che però ripaga il suo Dio di questa predilezione morbosa col continuo tradimento e col cedimento al politeismo, cioè alla integrazione culturale e religiosa con le popolazioni circostanti, da cui invece deve tenersi ferocemente distinto.

(anche questi semplici passaggi fondamentali, tuttavia – mi viene fatto notare – esigono uno spirito di sacrificio notevole o un amore maniacale per le culture antiche, quindi chi proprio non ce la fa, salti le parti incorniciate, e approdi rapidamente al successivo testo in chiaro, che dovrebbe avere la funzione di punto di approdo sicuro per riprendere fiato).

* * *

Deuteronomio, 1:
[3] Nel quarantesimo anno, l’undicesimo mese, il primo giorno del mese, Mosè parlò agli Israeliti, secondo quanto il Signore gli aveva ordinato di dir loro.

notate la coincidenza letterale del modo di calcolare il tempo col libro di Esdra.

[6] “Il Signore nostro Dio ci ha parlato sull’Oreb e ci ha detto:

Avete dimorato abbastanza su questa montagna; [7] voltatevi, levate l’accampamento e andate verso le montagne degli Amorrèi e in tutte le regioni vicine: la valle dell’Araba, le montagne, la Sefela, il Negheb, la costa del mare, nel paese dei Cananei e nel Libano, fino al grande fiume, il fiume Eufràte.
[8] Ecco, io vi ho posto il paese dinanzi; entrate, prendete in possesso il paese che il Signore ha giurato di dare ai vostri padri, Abramo, Isacco e Giacobbe, e alla loro stirpe dopo di essi.
[21] Ecco il Signore tuo Dio ti ha posto il paese dinanzi; entra, prendine possesso, come il Signore Dio dei tuoi padri ti ha detto; non temere e non ti scoraggiare!

[22] Voi vi accostaste a me tutti e diceste:

Mandiamo uomini innanzi a noi, che esplorino il paese e ci riferiscano sul cammino per il quale noi dovremo salire e sulle città nelle quali dovremo entrare.

[23] La proposta mi piacque e scelsi dodici uomini tra di voi, uno per tribù.
[24] Quelli si incamminarono, salirono verso i monti, giunsero alla valle di Escol ed esplorarono il paese.
[25] Presero con le mani i frutti del paese, ce li portarono e ci fecero questa relazione:

È buono il paese che il Signore nostro Dio sta per darci.

[26] Ma voi non voleste entrarvi e vi ribellaste all’ordine del Signore vostro Dio; [27] mormoraste nelle vostre tende e diceste:

Il Signore ci odia, per questo ci ha fatti uscire dal paese d’Egitto per darci in mano agli Amorrèi e per distruggerci.
[28] Dove possiamo andare noi?
I nostri fratelli ci hanno scoraggiati dicendo:

Quella gente è più grande e più alta di noi; le città sono grandi e fortificate fino al cielo; abbiamo visto là perfino dei figli degli Anakiti.

[29] Allora dissi a voi:

Non spaventatevi e non abbiate paura di loro.
[30] Il Signore stesso vostro Dio, che vi precede, combatterà per voi, come ha fatto tante volte sotto gli occhi vostri in Egitto [31] e come ha fatto nel deserto, dove hai visto come il Signore tuo Dio ti ha portato, come un uomo porta il proprio figlio, per tutto il cammino che avete fatto, finché siete arrivati qui.

[32] Nonostante questo, non aveste fiducia nel Signore vostro Dio [33] che andava innanzi a voi nel cammino per cercarvi un luogo dove porre l’accampamento: di notte nel fuoco, per mostrarvi la via dove andare, e di giorno nella nube.
[34] Il Signore udì le vostre parole, si adirò (…)

[43] Io ve lo dissi, ma voi non mi ascoltaste; anzi vi ribellaste all’ordine del Signore, foste presuntuosi e osaste salire verso i monti.
[44] Allora gli Amorrèi, che abitano quella montagna, uscirono contro di voi, vi inseguirono come fanno le api e vi batterono in Seir fino a Corma.
[45] Voi tornaste e piangeste davanti al Signore; ma il Signore non diede ascolto alla vostra voce e non vi porse l’orecchio.

il piangere collettivo e isterico del popolo è un dato ricorrente in Esdra.

Deuteronomio, 2:

[30] Ma Sicon, re di Chesbòn, non ci volle lasciar passare nel suo paese, perché il Signore tuo Dio gli aveva reso inflessibile lo spirito e ostinato il cuore, per mettertelo nelle mani, come appunto è oggi.
[31] Il Signore mi disse:

Vedi, ho cominciato a mettere in tuo potere Sicon e il suo paese; dà inizio alla conquista impadronendoti del suo paese.

[32] Allora Sicon uscì contro di noi con tutta la sua gente per darci battaglia a Iaaz.
[33] Il Signore nostro Dio ce lo mise nelle mani e noi abbiamo sconfitto lui, i suoi figli e tutta la sua gente.
[34] In quel tempo prendemmo tutte le sue città e votammo allo sterminio ogni città, uomini, donne, bambini; non vi lasciammo alcun superstite.
[35] Soltanto asportammo per noi come preda il bestiame e le spoglie delle città che avevamo prese.
[36] Da Aroer, che è sull’orlo della valle dell’Arnon, e dalla città che è sul torrente stesso, fino a Gàlaad, non ci fu città che fosse inaccessibile per noi: il Signore nostro Dio le mise tutte in nostro potere.

Deuteronomio 3:

[1] Poi ci voltammo e salimmo per la via di Basan.
Og re di Basan, con tutta la sua gente, ci venne incontro per darci battaglia a Edrei.
[2] Il Signore mi disse:

Non lo temere, perché io darò in tuo potere lui, tutta la sua gente e il suo paese; tu farai a lui quel che hai fatto a Sicon, re degli Amorrèi, che abitava a Chesbòn.

[3] Così il Signore nostro Dio mise in nostro potere anche Og, re di Basan, con tutta la sua gente; noi lo abbiamo sconfitto, senza lasciargli alcun superstite.
[4] Gli prendemmo in quel tempo tutte le sue città; non ci fu città che noi non prendessimo loro: sessanta città, tutta la regione di Argob, il regno di Og in Basan.
[5] Tutte queste città erano fortificate, con alte mura, porte e sbarre, senza contare le città aperte, che erano molto numerose.
[6] Noi le votammo allo sterminio, come avevamo fatto di Sicon, re di Chesbòn: votammo allo sterminio ogni città, uomini, donne, bambini.
[7] Ma il bestiame e le spoglie delle città asportammo per noi come preda.

Deuteronomio, 4:

[1] Ora dunque, Israele, ascolta le leggi e le norme che io vi insegno, perché le mettiate in pratica, perché viviate ed entriate in possesso del paese che il Signore, Dio dei vostri padri, sta per darvi.
[2] Non aggiungerete nulla a ciò che io vi comando e non ne toglierete nulla; ma osserverete i comandi del Signore Dio vostro che io vi prescrivo.
[3] I vostri occhi videro ciò che il Signore ha fatto a Baal-Peor: come il Signore tuo Dio abbia distrutto in mezzo a te quanti avevano seguito Baal-Peor; [4] ma voi che vi manteneste fedeli al Signore vostro Dio siete oggi tutti in vita.
[5] Vedete, io vi ho insegnato leggi e norme come il Signore mio Dio mi ha ordinato, perché le mettiate in pratica nel paese in cui state per entrare per prenderne possesso.
[6] Le osserverete dunque e le metterete in pratica perché quella sarà la vostra saggezza e la vostra intelligenza agli occhi dei popoli, i quali, udendo parlare di tutte queste leggi, diranno:

Questa grande nazione è il solo popolo saggio e intelligente.

[7] Infatti qual grande nazione ha la divinità così vicina a sé, come il Signore nostro Dio è vicino a noi ogni volta che lo invochiamo?
[8] E qual grande nazione ha leggi e norme giuste come è tutta questa legislazione che io oggi vi espongo?
[9] Ma guardati e guardati bene dal dimenticare le cose che i tuoi occhi hanno viste: non ti sfuggano dal cuore, per tutto il tempo della tua vita.
Le insegnerai anche ai tuoi figli e ai figli dei tuoi figli.
[14] A me in quel tempo il Signore ordinò di insegnarvi leggi e norme, perché voi le metteste in pratica nel paese in cui state per entrare per prenderne possesso.
[15] Poiché dunque non vedeste alcuna figura, quando il Signore vi parlò sull’Oreb dal fuoco, state bene in guardia per la vostra vita, [16] perché non vi corrompiate e non vi facciate l’immagine scolpita di qualche idolo, la figura di maschio o femmina, [17] la figura di qualunque animale, la figura di un uccello che vola nei cieli, [18] la figura di una bestia che striscia sul suolo, la figura di un pesce che vive nelle acque sotto la terra; [19] perché, alzando gli occhi al cielo e vedendo il sole, la luna, le stelle, tutto l’esercito del cielo, tu non sia trascinato a prostrarti davanti a quelle cose e a servirle; cose che il Signore tuo Dio ha abbandonato in sorte a tutti i popoli che sono sotto tutti i cieli.
[20] Voi invece, il Signore vi ha presi, vi ha fatti uscire dal crogiuolo di ferro, dall’Egitto, perché foste un popolo che gli appartenesse, come oggi difatti siete.
[23] Guardatevi dal dimenticare l’alleanza che il Signore vostro Dio ha stabilita con voi e dal farvi alcuna immagine scolpita di qualunque cosa, riguardo alla quale il Signore tuo Dio ti ha dato un comando.
[24] Poiché il Signore tuo Dio è fuoco divoratore, un Dio geloso.
[25] Quando avrete generato figli e nipoti e sarete invecchiati nel paese, se vi corromperete, se vi farete immagini scolpite di qualunque cosa, se farete ciò che è male agli occhi del Signore vostro Dio per irritarlo, [26] io chiamo oggi in testimonio contro di voi il cielo e la terra: voi certo perirete, scomparendo dal paese di cui state per prendere possesso oltre il Giordano.
Voi non vi rimarrete lunghi giorni, ma sarete tutti sterminati.
[27] Il Signore vi disperderà fra i popoli e non resterete più di un piccolo numero fra le nazioni dove il Signore vi condurrà.
[28] Là servirete a dei fatti da mano d’uomo, dei di legno e di pietra, i quali non vedono, non mangiano, non odorano.
[29] Ma di là cercherai il Signore tuo Dio e lo troverai, se lo cercherai con tutto il cuore e con tutta l’anima.
[30] Con angoscia, quando tutte queste cose ti saranno avvenute, negli ultimi giorni, tornerai al Signore tuo Dio e ascolterai la sua voce, [31] poiché il Signore Dio tuo è un Dio misericordioso; non ti abbandonerà e non ti distruggerà, non dimenticherà l’alleanza che ha giurata ai tuoi padri.
[32] Interroga pure i tempi antichi, che furono prima di te: dal giorno in cui Dio creò l’uomo sulla terra e da un’estremità dei cieli all’altra, vi fu mai cosa grande come questa e si udì mai cosa simile a questa?
[33] Che cioè un popolo abbia udito la voce di Dio parlare dal fuoco, come l’hai udita tu, e che rimanesse vivo?
[34] O ha mai tentato un dio di andare a scegliersi una nazione in mezzo a un’altra con prove, segni, prodigi e battaglie, con mano potente e braccio teso e grandi terrori, come fece per voi il Signore vostro Dio in Egitto, sotto i vostri occhi?
[35] Tu sei diventato spettatore di queste cose, perché tu sappia che il Signore è Dio e che non ve n’è altri fuori di lui.
[36] Dal cielo ti ha fatto udire la sua voce per educarti; sulla terra ti ha mostrato il suo grande fuoco e tu hai udito le sue parole di mezzo al fuoco.
[37] Perché ha amato i tuoi padri, ha scelto la loro posterità e ti ha fatto uscire dall’Egitto con la sua stessa presenza e con grande potenza, [38] per scacciare dinanzi a te nazioni più grandi e più potenti di te, per farti entrare nel loro paese e dartene il possesso, come appunto è oggi.
[39] Sappi dunque oggi e conserva bene nel tuo cuore che il Signore è Dio lassù nei cieli e quaggiù sulla terra; e non ve n’è altro.
[40] Osserva dunque le sue leggi e i suoi comandi che oggi ti do, perché sia felice tu e i tuoi figli dopo di te e perché tu resti a lungo nel paese che il Signore tuo Dio ti dà per sempre”.

* * *

vi è poi un secondo discorso di Mosè, nel quale vengono riproposte le leggi del cosiddetto decalogo, con piccole varianti, che erano già state esposte nel cap. 20 dell’Esodo.

a proposito delle quali, occorre fare un precisazione di notevole rilievo per la esatta comprensione della storia del cristianesimo.

si legge ad un certo punto, nel decalogo:

[20] Non pronunciare falsa testimonianza contro il tuo prossimo.
[21] Non desiderare la moglie del tuo prossimo.
Non desiderare la casa del tuo prossimo, né il suo campo, né il suo schiavo, né la sua schiava, né il suo bue, né il suo asino, né alcuna delle cose che sono del tuo prossimo.

ora, dopo interi capitoli che raccontano con compiacimento la distruzione di città nemiche e la conquista di tutti i loro beni, dopo il completo sterminio degli abitanti, che valore hanno questi imperativi morali?

è evidente che non si tratta affatto di leggi morali assolute, come possiamo pensare noi con la nostra tipica concezione umanitaria universalistica, che è totalmente estranea a questa cultura.

si tratta di leggi morali che vanno rispettate unicamente in rapposto a chi ci sta vicino, cioè in rapporto, in questo caso, a chi è ebreo.

nel pensiero ebraico tradizionale il “prossimo” è soltanto l’altro ebreo, e il dovere morale di non desiderare le cose o la donna del prossimo riguarda solo l’ebreo.

* * *

ed è nel contesto di questo discorso, a sigillo definitivo di quanto era da dimostrare, che ritornano esattamente le prescrizioni di Esdra contro i matrimoni misti, che sono proprio il punto al quale volevamo arrivare:

Deuteronomio, 7:

[1] Quando il Signore tuo Dio ti avrà introdotto nel paese che vai a prendere in possesso e ne avrà scacciate davanti a te molte nazioni: gli Hittiti, i Gergesei, gli Amorrèi, i Perizziti, gli Evei, i Cananei e i Gebusei, sette nazioni più grandi e più potenti di te, [2] quando il Signore tuo Dio le avrà messe in tuo potere e tu le avrai sconfitte, tu le voterai allo sterminio; non farai con esse alleanza né farai loro grazia.
[3] Non ti imparenterai con loro, non darai le tue figlie ai loro figli e non prenderai le loro figlie per i tuoi figli, [4] perché allontanerebbero i tuoi figli dal seguire me, per farli servire a dei stranieri, e l’ira del Signore si accenderebbe contro di voi e ben presto vi distruggerebbe.

* * *

il resto è un impressionante ulteriore documento di questo fanatismo costitutivo del popolo ebraico nella nuova identità che gli diede Esdra, e può essere riservato egualmente solo agli appassionati:

[5] Ma voi vi comporterete con loro così: demolirete i loro altari, spezzerete le loro stele, taglierete i loro pali sacri, brucerete nel fuoco i loro idoli.
[6] Tu infatti sei un popolo consacrato al Signore tuo Dio; il Signore tuo Dio ti ha scelto per essere il suo popolo privilegiato fra tutti i popoli che sono sulla terra.
[7] Il Signore si è legato a voi e vi ha scelti, non perché siete più numerosi di tutti gli altri popoli – siete infatti il più piccolo di tutti i popoli -, [8] ma perché il Signore vi ama e perché ha voluto mantenere il giuramento fatto ai vostri padri, il Signore vi ha fatti uscire con mano potente e vi ha riscattati liberandovi dalla condizione servile, dalla mano del faraone, re di Egitto.
[9] Riconoscete dunque che il Signore vostro Dio è Dio, il Dio fedele, che mantiene la sua alleanza e benevolenza per mille generazioni, con coloro che l’amano e osservano i suoi comandamenti; [10] ma ripaga nella loro persona coloro che lo odiano, facendoli perire; non concede una dilazione a chi lo odia, ma nella sua stessa persona lo ripaga.
[11] Osserverai dunque i comandi, le leggi e le norme che oggi ti dò, mettendole in pratica.
[12] Per aver voi dato ascolto a queste norme e per averle osservate e messe in pratica, il Signore tuo Dio conserverà per te l’alleanza e la benevolenza che ha giurato ai tuoi padri.
[13] Egli ti amerà, ti benedirà, ti moltiplicherà; benedirà il frutto del tuo seno e il frutto del tuo suolo: il tuo frumento, il tuo mosto e il tuo olio, i parti delle tue vacche e i nati del tuo gregge, nel paese che ha giurato ai tuoi padri di darti.
[14] Tu sarai benedetto più di tutti i popoli e non ci sarà in mezzo a te né maschio né femmina sterile e neppure fra il tuo bestiame.
[15] Il Signore allontanerà da te ogni infermità e non manderà su di te alcuna di quelle funeste malattie d’Egitto, che bene conoscesti, ma le manderà a quanti ti odiano.
[16] Sterminerai dunque tutti i popoli che il Signore Dio tuo sta per consegnare a te; il tuo occhio non li compianga; non servire i loro dei, perché ciò è una trappola per te.
[17] Forse penserai:

Queste nazioni sono più numerose di me; come potrò scacciarle?

[18] Non temerle!
Ricordati di quello che il Signore tuo Dio fece al faraone e a tutti gli Egiziani; [19] ricordati delle grandi prove che hai viste con gli occhi, dei segni, dei prodigi, della mano potente e del braccio teso, con cui il Signore tuo Dio ti ha fatto uscire; così farà il Signore tuo Dio a tutti i popoli, dei quali hai timore.
[20] Anche i calabroni manderà contro di loro il Signore tuo Dio finché non siano periti quelli che saranno rimasti illesi o nascosti al tuo passaggio.
[21] Non tremare davanti ad essi, perché il Signore tuo Dio è in mezzo a te Dio grande e terribile.
[22] Il Signore tuo Dio scaccerà a poco a poco queste nazioni dinanzi a te; tu non le potrai distruggere in fretta, altrimenti le bestie selvatiche si moltiplicherebbero a tuo danno; [23] ma il Signore tuo Dio le metterà in tuo potere e le getterà in grande spavento, finché siano distrutte.
[24] Ti metterà nelle mani i loro re e tu farai perire i loro nomi sotto il cielo; nessuno potrà resisterti, finché tu le abbia distrutte.
[25] Darai alle fiamme le sculture dei loro dei; non bramerai e non prenderai per te il loro argento e oro che è su di quelle, altrimenti ne resteresti come preso in trappola, perché sono un abominio per il Signore tuo Dio; [26] non introdurrai quest’abominio in casa tua, perché sarai come esso votato allo sterminio; lo detesterai e lo avrai in abominio, perché è votato allo sterminio.

queste sono le radici della fede ebraica e quindi anche le radici della fede cristiana!

* * *

questo libro del Deuteronomio (La seconda legge) fu dunque certamente quel che lesse Esdra agli esuli ebrei ritornati dalla Mesopotamia per indicare loro la legislazione che avrebbero dovuto rispettare – e che fu presto confermata da un editto dell’imperatore persiano: ed era il libro che lui stesso aveva composto.

ma solo una parte degli ebrei di Babilonia aveva accettato il ritorno, vi era stata una specie di selezione naturale al contrario, per cui erano partiti solo i più fanatici e tradizionalisti, la maggioranza era ben integrata nella società babilonese e aveva scelto di restare in Mesopotamia.

tuttavia è impossibile pensare che l’opera di revisione di Esdra si sia limitata all’inserimento nel testo sacro di questa seconda redazione della legge.

necessariamente la sua opera si deve essere estesa anche al resto.

e non può essere un caso se la cosmologia e la formazione del mondo che troviamo all’inizio della Genesi è così strettamente influenzato dalla cosmologia babilonese contemporanea all’epocoa di Esdra (mentre non vi è alcuna relazione con la cosmologia egizia, come sarebbe naturale se davvero la Genesi risalisse al tempo di Mosè, che era stato educato in Egitto e nona veva alcun motivo per ispirarsi ad una cultura che non aveva affatto conosciuto e che anzi non era ancora neppure nata).

* * *

ma se non era certo la prima volta che le scritture sacre ebraiche erano rimaneggiate, era certamente la prima volta che esse erano rielaborate nella direzione di questo esasperato monoteismo nazionalista.

sugli altri libri della Torah Esdra dovette limitarsi ad una operazione di revisione su testi sacri che certamente preesistevano a lui.

e possiamo esserne ragionevolmente sicuri, dato che nella Torah convivono con chiarezza due stesure differenti: una, quella rigorosamente monoteistica, sulla linea appena tracciata, che risale a lui, ma una seconda dove si parla non di un unico dio, ma di Elohim, di divinità al plurale, e questa parte certamente preesisteva ad Esdra, che poté sforzarsi di neutralizzarla, ma non poté azzardarsi a cancellarla.

nella redazione definitiva, quindi, vengono a confondersi due atteggiamenti culturali molto diversi, quello introdotto nel V secolo da Esdra, che afferma l’esistenza di un unico Dio in assoluto nel mondo, quello che protegge gli ebrei, e una visione più antica, di cui Esdra non poté cancellare del tutto le tracce, secondo la quale esistono più dei, ed UNO di questi dei fra i tanti è il Dio di Israele.

ma poi si ammetteva che il mondo fosse stato creato dagli dei, da tutti gli dei, cioè in fondo che il mondo non fosse tutto degli ebrei.

* * *

questo dibattito culturale e religioso, oltre che politico, evidentemente (dato che il nesso fra religione e politica non è una degenerazione della religione, anzi al contrario la sua stessa radice storica) si colloca tutto all’interno delle vicende politiche dell’impero persinao, e andrebbe approfondito da questo punto di vista.

secondo la bibbia ebraica, e anche secondo uno straordinario documento autentico da poco scoperto, un rotolo col suo editto, Ciro il Grande decise di autorizzare la ricostruzione del tempio di Gerusalemme nel suo primo anno di regno, nel 559 a. C. (Esdra, 1), nel quadro di una politica complessiva di tolleranza e pacificazione dell’impero appena costituito, volta a far rientrare nelle loro terre non solo gli ebrei, ma anche altri popoli esiliati.

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però la ricostruzione del tempio era iniziata effettivamente solo vent’anni dopo, nel 538 a.C. (Esdra, 2-3).

ma era stata sospesa per l’opposizione violenta degli abitanti della Palestina (Esdra, 4, 1-8), e non più ripresa per tutto il resto del regno di Ciro, durato fino al 529 a.C..

purtroppo l’autore del libro di Esdra non ha la più pallida nozione della effettiva storia persiana e considera il re Serse, vissuto 50 anni dopo la morte di Ciro il Grande, come il suo successore, e lo considera anche come predecessore di Dario, mentre invece ne fu successore.

qualunque studentello di quarta ginnasio ne sa più di lui, a riguardo!

quindi il libro di Esdra collega subito dopo questo primo episodio di proteste degli abitanti locali contro il ritorno degli ebrei, ad un episodio successivo successivo sotto il regno di Serse, e attribuisce al periodo del suo regno una ulteriore interruzione dei lavori di costruzione del tempio, riferendo di una lettera molto dura degli abitanti della Palestina contro al ricostruzione di Gerusalemme (Esdra, 4, 6-24).

questa mi pare la regina delle prove che anche il libro di Esdra è stato composto ben dopo la sua morte, non è possibile pensare che Esdra non conoscesse l’esatta cronologia dei re persiani con cui aveva avuto a che fare, e dei loro immediati predecessori!

di queste vicissitudini intendo però parlare un’altra volta, per i limiti di resistenza dell’ipotetico lettore, e più ancora del reale autore.

* * *

per ora mi accontento di lanciare un messaggio ben sigillato in questa bottiglia:

occuparsi dei significati mistici della Torah è un gioco divertente e talvolta anche affascinante, purché si abbia ben chiaro che é solo un divertimento mentale fine a se stesso come il sudoku o gli scacchi,

e che significati mistici si posson trovare facilmente in ciascun testo umano, volendolo,

così come per secoli li si sono cercati persino nei documenti di una spietata lotta politica e militare del V sec. in Palestina,

che non ha molto a che fare direttamente con la teologia intesa come riflessione sull’idea di Dio.

amen

* * *

1. una ricerca razionale delle origini del cristianesimo (senza Cascioli, però!)

errando 22 Novembre 2009 at 16:44

Hai letto ” la favola di Gesù Cristo” di Luigi Cascioli ?
http://it.wikipedia.org/wiki/Luigi_Cascioli

L’ argomento delle origini del Cristianesimo rivisto sotto una luce razionale e non fideistica è un argomento che mi affascina.

bortocal 22 Novembre 2009 at 23:09

caro errando,

negli ultimi 4 anni mi sono occupato a fondo delle problematiche che affascinano anche te, cioè dell’esame delle origini cristiane in chiave storica razionale, e l’impostazione di questo blog era pensata anche come una occasione di ripubblicazione delle decine di post che ho scritto sull’argomento su altri blog.

dei tanti vorrei citarti uno dedicato in particolare a Cascioli, che ti sintetizzo prima che tu lo legga: Cascioli come studioso non ha nessuna attendibilità, ma siccome ripete riecheggiandole malamente tesi di altri autori, vi è una parte del suo discorso credibile, ma è quella che risale ad altri e non a lui.

283. Cristo (probabilmente) è esistito, Luigi Cascioli (come storico) no.

von Bortocal Pro @ Sonntag, 09. Jul, 2006 – 09:46:04

se c’è un post che dimostra la mia assoluta mancanza di tempismo e di senso dell’opportunità, è questo.

ma come? il 9 di luglio, giusto tra uno scampanio furioso della vicina chiesa ortodossa, con un campionato mondiale in corso che qui in Germania è praticamente finito psicologicamente ieri sera, ma in Italia ci sta preparando quello che ci prepara (una sorprendente vittoria, spero), tu vieni a scriverci un post per dirci che Cristo (probabilmente) è esistito, Luigi Cascioli (come storico) no, non esiste?

no, non esiste.

non esiste che tu scriva questo post oggi, caro Bortocal, e che tu pretenda che qualcuno in Italia se lo legga.

beh, tanto i post mica vanno a male, restano nel blog e uno se li legge quando vuole, no?

magari ve lo leggete lunedì, sul lavoro, come molti di voi fanno, birichini!

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Favola-di-Cristo-cop

inconfutabile, pensa un po’: non c’è niente di inconfutabile al mondo, perfino io sono confutabilissimo

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ho sospeso, tempo fa, i miei commenti al Vangelo di Judas, colui che le testimonianze antiche e i soprannomi stessi di Toma (in ebraico) oppure Didimos (in greco) fanno pensare che sia il fratello gemello di Jeshu (oppure Jehoshua, oppure Joshua, il nome è trascritto in vari modi; alla fine con Jeshu io ho scelto la versione aramaica originaria, che è poi la meno lontana dalla trascrizione latina Jesus – insomma: Gesù)Jeshu, identificato come il fondatore del cristianesimo -, quando perdamasco mi ha segnalato gli “studi” di Luigi Cascioli, che non conoscevo e che nega nella maniera più decisa che quella di Jeshu sia una figura storica.

la negazione della effettiva esistenza di un uomo chiamato Jeshu, compiuta da Cascioli, sulla base di diverse affermazioni, trascina con mio sommo dispiacere anche l’ipotetica figura di un fratello gemello in un quadro di antiche falsificazioni.

e siccome non sono in molti ad avere il coraggio di parlare di questo fratello gemmelo di Jeshu, di cui pure sottovoce si mormora anche in ambienti accademci, è ovvio che io mi senta deprivato quasi della primizia di una scoperta.

sul primo momento, leggendo gli scritti di Cascioli, mi sono sentito un fesso e ho anche scritto un post di autocritica: siccome il dibattito sulla effettiva esistenza di Jeshu è molto antico e documentato, dovevo andarci più piano prima di credere al primo possibile falsario che dice di essere il fratello gemello di una persona mai esistita.

mi sono preso un po’ di tempo per riprendere in esame la questione e dire il mio parere.

ma le mie conclusioni sono queste: per una discussione ben fatta sulla storicità di Jeshu occorre in primo luogo sgombrare il campo dalla figura di Cascioli, che non ha alcuna serietà di studioso.

bastano due esempi, che fanno davvero cadere le braccia.

1. Cascioli sostiene che Jeshu, versione aramaica di Jehoshua (che significa in ebraico “salvatore”, o meglio “Dio salva”) non era un nome proprio, quando nei suoi libri composti alla fine del I secolo sulla recente storia ebraica lo scrittore ebreo Giuseppe Flavio, in realtà Joseph Ben Matthias, nato nel 37 dopo Cristo e morto attorno all’anno 100, nomina diversi personaggi chiamati Jehoshua, dimostrando che si trattava invece effettivamente di un nome piuttosto comune in quel periodo, proprio come lo è “Salvatore” oggi.

questo personaggio (di Cascioli) meriterebbe un post tutto per sè e probabilmente prima o poi lo scriverò.

l’affermazione di Cascioli, quindi, che il termine Joshua (Jeshu) non aveva valore di nome proprio, ma indicava genericamente il messia, è del tutto infondata e non regge ad una verifica elementare, ma questo non impedisce al suo autore di ribadirla continuamente in tono indiscutibile.

2. Cascioli identifica la figura di Jeshu con quella di Giovanni di Gamala, un rivoltoso dell’epoca di Joshua, che Cascioli dice “ricordato dalla tradizione”.

ma Giovanni di Gamala è semplicemente il protagonista di un romanzo di fantasia della fine dell’Ottocento; nessuno storico antico ha mai parlato di questo personaggio, che solo Cascioli prende per “storico”.

si aggiungono cose come il fatto che Cascioli, quando trascrive il nome greco Christòs lo scrive con la kappa, Kristòs, – e per chi ha studiato il greco antico come me, la cosa è semplicemente inimmaginabile: si tratta di due lettere diverse dell’alfabeto greco!

o le sue datazioni arbitrarie di opere e testi.

e confusioni frequenti di vario tipo.

tutto questo è sufficiente (a me) per dire che Cascioli non ha un metodo storico, e che le sue tesi di fondo sono ampiamente campate in aria.

questo senza nulla dire delle vicende giudiziarie discutibilissime con le quali Cascioli è riuscito a far parlare di sè i giornalisti di tutto il mondo (e sapete che cosa penso dei giornalisti), trascinando in Tribunale dei sacerdoti scelti a caso con l’accusa di approfittare della credulità popolare, come Vanna Marchi, per sostenere che Gesù è davvero esistito.

queste vicende per il momento si sono concluse in Italia con la sua condanna al massimo della multa possibile (1.500 euro) per la straordinaria ostinazione dimostrata in una causa senza fondamento; e lui ha fatto ricorso a Strasburgo alla corte dei diritti europei, mentre il Tribunale si riserva di processarlo per calunnia).

(quasi quasi denuncio Cascioli anch’io, per avere abusato della credulità popolare sostenendo che Jeshu (Gesù) non è esistito! :>)

* * *

Cascioli tuttavia riprende a volte anche diverse tesi, meglio argomentate delle sue, di altri autori (senza citarli mai o quasi), per cui i suoi libri finiscono con essere a tratti degli utili promemoria, purché si riesca a risalire alle fonti originarie delle diverse affermazioni e valutarle per quel che sono.

faccio un solo esempio, di un ricercatore non ufficiale tuttavia molto serio, che ha pubblicato le sue ricerche anche direttamente in internet: David Donnini, dal quale derivano molte tra le cose serie che dice Cascioli; scritti di Donnini sono spesso pubblicati sul sito di Salvatore Poma.

devo poi dire che, di errore in errore, tuttavia Cascioli, pur in questo mirabolante bailamme mentale, riesce a cogliere alcuni punti salienti che cercherò di descrivere in qualche prossimo post (per non rendere questo del tutto illeggibile, trasformandolo in un libro alternativo a quelli di Cascioli).

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forse Joshua (Gesù) è storicamente esistito, ma in questo caso scordatevi che fosse così

39 risposte a “origini del cristianesimo.

  1. Hai letto ” la favola di Gesù Cristo” di Luigi Cascioli ?
    http://it.wikipedia.org/wiki/Luigi_Cascioli
    Dal suo sito copio ed incollo un sunto sulle tesi di Cascioli.
    “Poichè il regno di Davide risultò di breve durata, Dio ne promise un altro imperituro per la cui conquista avrebbe designato un Messia o Cristo ( unto dal Signore ) scelto tra i discendenti dello stesso Davide.
    Una parte degli ebrei, stanchi di aspettare il Messia promesso, decisero che questi fosse già comparso fra di loro.
    Siamo nel periodo delle Guerre Giudaiche quando il Messia era individuato tra i capi rivoluzionari che combattevano Roma. I suoi seguaci erano gli Esseni Zeloti dei rotoli rinvenuti recentemente (1947) nelle grotte di Qumran.
    Questi praticavano il battesimo (Giovanni Battista), la comunione dei beni e vivevano secondo riti monastici sotto la guida dei Nazir o Nazirei (o Nazareni ).
    Fortemente contrastati dagli occupanti Romani, affrontavano con gioia il patibolo nella certezza di acquisire, come ricompensa dopo la morte, una vita eterna di beatitudine.
    Sono gli stessi martiri che la Chiesa, cancellando ogni riferimento al loro movimento rivoluzionario e comportamento protocristiano proprio degli Esseni, fece passare come martiri cristiani
    Il movimento che portò alla nascita del Cristianesimo ebbe inizio verosimilmente alla fine delle guerre giudaiche con la distruzione di Gerusalemme ( 70 e.v.) in conseguenza della perdita di fiducia nel metodo rivoluzionario. Prevalse infatti fra gli Esseni la corrente religiosa gnostica che credeva in un Messia essenzialmente spirituale con apparenza umana disceso dal cielo non più come guerriero davidico, ma come Salvatore degli oppressi.
    Ben presto però la maggior parte degli Esseni, superando le dispute teologiche delle correnti gnostiche, decisero di dargli un corpo incarnato allo stesso modo delle divinità solari delle religioni misteriche e, come già queste (Krishna, Horus, Mitra,..) e allo stesso modo, lo fecero nascere da vergine alla stessa data del 25 dicembre (quando il sole riprende la sua corsa nello zodiaco dopo tre giorni di immobilità apparente seguiti al solstizio), morire in croce, risuscitare da morte nel periodo delle feste pasquali (rinascita primaverile della natura) e salire al cielo il terzo giorno per risiedere alla destra del Dio padre, ecc..ecc.-
    La struttura organizzativa e i rituali, dall’ostia all’acqua santa, della nuova religione che andava diffondendosi verso Roma tra i pagani, restarono, con qualche adattamento, quelli del culto di Mitra che rappresentava all’epoca la religione maggiormente diffusa nella capitale e in tutto l’impero e, come già questa, ebbe i suoi vescovi o papi con in testa la “mitra” o “mitria”
    Il resto della storia è quello della costruzione dei falsi operata dai “Padri della Chiesa” per nascondere l’origine rivoluzionaria del Cristianesimo e farlo apparire come religione rivelata.
    Mancando una valida documentazione storica della esistenza di Gesù, questi va verosimilmente identificato con il figlio primogenito Giovanni di Giuda il Galileo, capo rivoluzionario storico della famiglia degli Asmonei rivendicanti il regno di Gerusalemme in quanto sedicenti discendenti della stirpe di Davide. Esiste inoltre una completa corrispondenza di nomi, anche negli appellativi, tra gli apostoli e i figli di Giuda come se si trattasse della stessa banda di persone. I fratelli di Gesù, di cui inequivocabilmente parlano i Vangeli, risulterebbero pertanto altrettanti figli di Giuda. Due di essi risulterebbero corrispondenti agli apostoli anche nella storia. Infatti Simone e Giacomo il Maggiore furono giustiziati dai romani nel 46 ( G.Flavio ) alla stessa data in cui gli Atti degli Apostoli riportano l’arresto dei due apostoli omonimi con la variante che, mentre il solo Giacomo perì di spada, Simone alias Pietro fu liberato da un Angelo e sottratto alla esecuzione affinché potesse avere inizio la successione dei papi.
    L’ipotesi è convalidata dall’essere la città di Gamala, residenza e patria della famiglia di Giuda il Galileo, descritta da Giuseppe Flavio nelle “Antichità Giudaiche” in quanto roccaforte della resistenza esseno-zelota (distrutta il 68 e.v. ) perfettamente corrispondente ai luoghi descritti dai Vangeli.
    La città di Nazareth viceversa non vi corrisponde affatto essendo situata in pianura e ben distante dal lago di Tiberiade ( detto anche Mare di Galilea ) ove avvennero gli episodi più importanti della vita di Gesù, inoltre non sono emersi nel suo territorio reperti archeologici che la facciano risalire all’era messianica, mentre la città di Gamala con il suo tempio è riapparsa nei ruderi portati alla luce dagli scavi eseguiti dopo la sua scoperta avvenuta durante l’occupazione israeliana delle alture del Golan nella guerra dei sei giorni (1967).
    Si comprende a questo punto la necessità, affinché il Cristianesimo potesse diffondersi, di cancellare dalla storia del Messia ogni riferimento alla sua origine rivoluzionaria, facendo sparire innanzitutto, assieme a tutta la storia degli Esseni, la sua qualifica di Nazireo ( sostituita con abitante di Nazareth ) e la sua origine golanite, centro famigerato della accanita resistenza antiromana.
    Queste operazioni furono rese possibili in seguito alla protezione accordata dagli imperatori alla nuova religione dopo il Concilio di Nicea ( 325 e.v. ).
    Inizia infatti a partire da questa data la persecuzione capillare e cruenta delle religioni e opinioni contrarie al Cristianesimo protrattesi nella lunga storia di nefandezze della “Santa Inquisizione” fin dentro il secolo dei lumi.
    Vedi Cavaliere de la Barre orrendamente suppliziato e messo al rogo, diciottenne, nel 1766.- ”
    L’ argomento delle origini del Cristianesimo rivisto sotto una luce razionale e non fideistica è un argomato che mi affascina. Ho una copia in formato elettronico del libro di Cascioli, non sarebbe molto corretto nei confronti dell’ autore ma se non l’ hai letto ti posso inviare il files

    • caro errando,

      negli ultimi 4 anni mi sono occupato a fondo delle problematiche che affascinano anche te, cioè dell’esame delle origini cristiane in chaive storica razionale, e l’impostazione di questo blog era pensata anche come una occasione di ripubblicazione delle decine di post che ho scritto sull’argomento su altri blog.

      dei tanti vorrei citarti uno dedicato in particolare a Cascioli, che ti sintetizzo prima che tu lo legga: Cascioli come studioso non ha nessuna attendibilità, ma siccome ripete riecheggiandole malamente tesi di altri autori, vi è una parte del suo discorso credibile, ma è quella che risale ad altri e non a lui.

      ecco il mio link: http://bertolauro.blogs.it/2006/07/09/293_cristo_probabilmente_au_esistito_lui~945243/

      il precedente post che si occupa di Cascioli, citato in questo è invece: http://bertolauro.blogs.it/2006/05/26/247_lo_sbaraglio_dei_dilettanti~831753/

      certamente però, se mi mandi il link che hai, mi farai un grosso regalo.

      ora riprendo il tuo sunto, e lo ripercorro punto per punto:

      1. “Poichè il regno di Davide risultò di breve durata, Dio ne promise un altro”: questa è la frase di un ex-seminarista, non di uno storico.

      Questa descrizione della nascita del movimento messianico ebraico (ossia “cristiano” in greco) progressivamente negli ultimi secoli prima di Jeshu è veramente puerile.

      mi sono occupato del movimento religioso politico ebraico

      2. “Una parte degli ebrei, stanchi di aspettare il Messia promesso, decisero che questi fosse già comparso fra di loro”.
      altra interpretazione assolutamente puerile.

      ti propongo questo mio post sul tema della fromazione della profezia del Messia in Israele nel libro del profeta Daniele:
      http://bertolauro.blogs.it/2007/10/28/377_l_apocalisse_ebraica~3206228/

      3. “gli Esseni Zeloti dei rotoli rinvenuti recentemente (1947) nelle grotte di Qumran”.
      che i rotoli di Qumran paartengano ad una comunità essena è la tesi dominante fra gli studiosi, ma è molto discutibile e contestata.
      in questo post esamino delle recenti scoperte che aprono prospettive totalmente diverse:
      http://bertolauro.blogs.it/2009/09/15/la-notizia-che-oggi-il-corriere-della-sera-e-quasi-6965307/

      4. Cascioli identifica gli esseni e gli zeloti, viceversa ben distinti da Giuseppe Flavio.

      5. Cascioli sostiene che il cristianesimo nasce dopo la guerra giudaica.
      io sostengo che nacque prima ancora di Jeshu e che Jeshu fu un prodotto di questo movimento, non il suo fondatore.
      poi la guerra giudaica determina una svolta politica nel movimento e duqnue anche una ristrutturazione della storia di Jeshu.

      5. dopo le guerre giudaiche “prevalse infatti fra gli Esseni la corrente religiosa gnostica”.
      gli esseni furono cancellati dalla guerra giudaica.
      tutto quello che è detto dopo sugli Essani è una assoluta sciocchezza.
      Cascioli identifica Esseni e primi criastiani, esattamente come Ratzinger: non vi sono evidenze di questo genere.

      6. Cascioli identifica jeshu con Giovanni di Gamale; come già scritto nel post citato sopra, Giovanni di Gamala è un personaggio non storico, ma letterario.
      tuttavia ritengo anche io quasi certo che Jeshu fosse il figlio del capo rivoluzionario Giuda il Galileo, ma non fondo questa ipotesi su un romanzo dell’Ottocento scambiato per un’opera storica.

      7. l’identificazione di Simone e Giacomo capi zeloti giustiziati nel 46 con i due apostoli cristiani omonimi è molto probabile, ma risale a Donnini, non a Cascioli

      8. idem per l’identificazione della vera patri di Jeshu nella città di Gamala (risale a Donnini)

      aspetto il testo di Cascioli, se puoi mandarmelo, comunque, grazie.

  2. <>

    ELOHIM non significa plurale di D-o, ma D-o come Giustizia e creatore.
    ( **** ) HASHEM è il nome di D-o, ma come Misericordia.

    shalom dovid

  3. shalom, david.

    grazie del tuo commento, che mi dà l’occasione di tornare su un aspetto importante, e lo faccio traducendo la voce “Elohim” di wikipedia tedesca.

    Elohim
    Elohim (ebraico אלהים ělohīm), nella pronicia askenazoi Elauhim, Eloihim, è nella Bibbia ebraica – la Torah – il concetto collettivo plurale per “Dio”. Qui viene usato quasi esclusivamente per JHWH, il Dio degli israeliti, in particolare nella sua caratteristica di creatore del mondo e nelle polemiche contro la venerazione per divinità straniere in Israele.

    Forme del singolare e del plurale.
    Elohim grammaticalmente è il plurale di Eloah. Se il plurale si riferisce al Dio di Israele, nella Bibbia compare sempre con le forme verbali al singolare e viene quindi tradotto con “Dio”. solo se il discorso concerne „(altri) Dei“, anche il verbo è al plurale.
    Il singolare compare nella Torah solo raramente e in luoghi tardi dal punto di visto della storia letteraria o teologica. Nella sua forma fondamentale semitica significa verosimilmente “Potente” oppure “Forte”. La stessa parola in aramaico suona Elah e in particolare Elaha, in arabo Allah („il Dio“).
    Il rapporto di Eloah/Elohim con la parola e nome proprio El non è chiarito. Tutte le tre parole nella Torah possono significare anche Angelo e persino uomo, come in Ex 4,16 EU:
    „… ed egli (Aronne) deve essere la tua bocca e tu (Moses) dovrai essere per lui Dio [Elohim].“
    Per questo i luoghi della Bibbia nei quali Elohim per il campo testuale ha diversi significati sono tradotti diversamente. (…)
    La ricerca biblica accetta che il concetto collettivo „Elohim“ proviene dal mondo politeistico divino di Canaan, la “terra lodata“, nella quale gli ebrei penetrarono attorno al 1200 a. C., e che questi a loro volta dipendono da El, il capo degli dei canaanei e siriani. Così attorno a Ugarit vennerro trovate tavolette d’argilla con numerosi nomi di dei, tra i quali El Aeljon, che lì indica il Dio maschile della creazione. In 1. Mose 14, 18-20 (glossa facilmente riconoscibile) potrebbe esserci un ricordo che questo Dio della creazione fu presto riconosciuto dagli israeliti e più tardi idnetificato con JHWH, il liberatore dalla schiavitù d’Egitto (2. Mose 3, 6.14). A questo punto venne evidentemente scelta la forma plurale, per ricondurre la pliralità degli dei nell’unica persona del Dio unico. Nella tarda Apocalisse di Daniele (attorno al 170 a. C.) il concetto compare in connessione con la visione del giudizio finale. (Dan. 7, 1-14): „I troni vennero collocati“ si dice in v. 9, così che qui potrebbe esserci ancora un tardo ricordo di un “Consiglio degli Dei”.
    I nomi di Dio Elohim e JHWH vengono nominati nel Pentateuco in diverse corrispondenze. Questo fu il decisivo punto di partenza per l’ipotesi delle fonti dell’esegeasi altotestamentaria nel 19. secolo: essa ipotizzò che il Pentateuco letterariamente venne assemblato da due fino a quattro testi scritti originariamente composti in maniera indipendente l’uno dall’altro. Il supposto autore dei passi che chiamano Dio Elohim lo si indicò cone l’Eloista in contrapposizione allo Jahivista, al quale si attribuì l’uso esclusivo del nome JHWH.
    I primi esegeti cristiani spiegarono la forma plurale „Elohim“ in unione col verbo al singolare come una allusione nascosta alla Trinità di Dio. Oggi viene spiegato in ambiente religioso piuttoso come plurale maijestatis.

    Rapporto di Elohim con JHWH
    Per distinguere inequivocabilmente il Dioo di Israele dagli altri Dei, che in ogni caso potevano essere indicati col concetto collettivo El/Elohim, le prime tradizionali genealogie degli israeliti contrassegnavano il loro Dio col nome proprio dei loro capostipiti, come El di Abramo, Isacco e Giacobbe. Queste divinità tribali vennero poi ben identificate fra loro, quando le tribù si fusero in un popolo solo.

    (…) Walter Beltz: Gott und die Götter – Biblische Mythologie. Aufbau-Verlag, Berlin und Weimar 1990, ISBN 3-351-00976-3.

    * * *

    come vedi ho solo sintetizzato in forma divulgativa i risultati della critica storica; quel che mi dici tu ha tutta l’aria di una pietosa pezza teologica dell’ebraismo ortodosso per mascherare i fatti.

    a presto, se vorrai rispondere.

  4. Dal Vangelo Secondo Mauro:
    “Il Buon Samaritano ebbe pietá del vecchio C. e, benché quest’ultimo fosse ormai col capo poggiato sull’altare sacrificale, lo risparmió, accontentandosi di spernacchiarlo in pubblico. Del resto il vecchio C. avrebbe continuato a vivere a Stoccarda mentre il buon Samaritano se ne sarebbe andato in giro per il mondo a godere la pensione datagli dal cielo”.
    Parola del Signore.
    Caro Mauro, non saprei come raggiungerti via mail, ma ti ho pensato spesso. La spada del Signore ha fatto giustizia della Gomorra di Stoccarda grazie ai suoi umili servi B. e G.. Non posso raggiungerti nel regno dei cieli della pensione, me l’hanno portata via un’altra volta, per soli sei mesi. Grazie al cielo tra poco avró finito qui e rientreró nella italica Valle di Lacrime. Magari mi licenzio pure.
    Ho disceso le acque del sacro fiume creatore in novembre, dal confine col Tibet con onde di sei metri fino alla piana di Dibrughart. Davvero un posto superbo lassú.
    Un abbraccio, per qualche mese sono ancora a Friburgo.

    Un abbraccio e buona strada, togli pure il commento dai post, non c’entra proprio.

    Andrea

  5. Perchè ti interessa capire l’origine del cristianesimo? cosa ti ha spinto a fare queste ricerche? sei una persona religiosa? Non ho trovato nessun riferimento sugli Esseni, come mai? visto che Cristo ha passato parte della sua vita in quella comunità forse il cristianesimo ha anche mantenuto o sviluppato alcune delle credenze degli esseni, tu che ne pensi?

    • carissima, mica mi pare così strano cercare di capire l’origine della civiltà europea per uno che ci sta dentro.

      aggiungo che l’analisi del procedere del pensiero umano nella costruzione del mito cristiano è uno dei percorsi possibili per entrare più a fondo nella comprensione della mente umana, intesa come mente collettiva.

      aggiungi che ho alle spalle lontani studi di filologia classica che mi consentono di recuperare in queste riflessioni esercizi mentali di indagine e riscoperta che mi sono piacevoli.

      non insensibile alle problematiche religiose, sono però ateo, per un certo periodo mi sono definito un ateo cristiano, anche perché vi è un preciso rapporto di dipendenza, secondo me, fra l’ateismo occidentale e il cristianesimo; i viaggi in oriente e quel tanto che ho capito dell’ateismo buddista mi hanno completamente distolto da questa autodefinizione.

      sul rapporto fra Jeshu e gli esseni insiste molto Ratzinger, ma sono convinto che sbagli: si possono trovare infiniti punti di contatto, come è logico, appartenendo Jeshu alla stessa cultura cui appartenevano gli esseni, ma vi è una differenza profonda e fondamentale, Jeshu non è un asceta.

      i testi “evangelici” più antichi, i “Detti di Jeshu di suo fratello gemello Giuda”, il “vangelo di Filippo” e la fonte Q utilizzata da “Luca” un secolo dopo, mostrano diverse dottrine assolutamente incompatibili con l’essenismo nella predicazione originaria di Jeshu: ne cito una fra tutte: il considerare luogo sacrale dove si realizza la congiunzione dell’uomo con Dio la “camera nuziale”, Vangelo di Filippo.

      nell’analisi delle correnti religiose del mondo ebraico che fa Giuseppe Flavio bisogna guardare altrove, agli zeloti.

      “Giuda il Galileo introdusse una quarta setta i cui membri sono in tutto d’accordo con i farisei, eccetto un invincibile amore per la libertà che fa loro accettare solo Dio come signore e padrone. Essi disprezzano i diversi tipi di morte e i supplizi dei loro parenti e non chiamano nessun uomo signore”.

      vi sono forti indizi che Jeshu fosse proprio il figlio clandestino di Giuda il Galileo (a parer mio, e non posso dilungarmi qui).

      un esseno era invece chiaramente Saul (personaggio largamente romanzato un secolo dopo), che perseguitò i primi seguaci di Jeshu.

      non so da dove deduci che Jeshu abbia passato la vita in una comunità essena, mentre le affinità le spiego come detto sopra; tuttavia il pensiero di Jashu va ricondotto all’interno del farisaismo nelle sue basi concettuali; so che sembrerà strano, ma così risulta da una analisi attenta, in particolare perché Jeshu condivide con i farisei la fede nella sopravvivenza post mortem, che non appartiene a nessuna altra corrente ebraica del tempo.

      abuso della tua pazienza indicandoti un mio vecchio post nel quale faccio i conti con l’idea di un Jeshu esseno diffusa recentemente anche da Ratzinger: https://bortocal.wordpress.com/2011/03/03/8376/

      spero di riuscire a breve mettere a punto qualche riflessione sul Saul esseno, persecutore degli zeloti che si raccoglievano attorno a Jeshu, invece.

      ciao, e grazie delle domande, naturalmente.

      • A Qumran c’è un documento che parla di Gesù (appellandolo come Yeshu in modo analogo a quanto avviene nelle Toledot ebraiche, testo polemico medievale) e quindi prova una conoscenza diretta di Gesù da parte degli Esseni. Ciò costituirebbe un chiaro indizio nella trasformazione del gruppo di Esseni qumramiani in giudeo-cristiani. Il libro che racconta di queste cose è “Gesù e la comunità di Qumran” di J.H. Charlesworth ed.:PIEMME, mai letto?

        • ops, scusa, questo interessante commento mi era sfuggito.

          non so nulla di questo presunto documento di Qumran dove si parla di Jeshu, o come si voglia trascrivere il suo nome: mi faresti un regalo grande a darmene gli estremi.

          se Jeshu è esistito storicamente, mi sembra evidente che gli Esseni suoi contemporanei lo abbiano conosciuto direttamente: questo mica è sufficiente a dire con questo che la pensavano alla stessa maniera…

          non posso rispondere di più, devo prima vedere di che cosa si tratta, dato che non ho letto quel libro.

          quel che ne intravvedo in internet è un uso selvaggio.

          però mi pare di averti già risposto su queste cose da qualche altra parte, mi fermo.

          • Mi sembra strano che non hai mai letto nulla sui manoscritti del mar morto. Ti mando alcuni link:

            http://www.etanali.it/mar_morto/files/qumran.htm

            Fai clic per accedere a Qumran.pdf

            http://www.christianismus.it/modules.php?name=News&new_topic=6

            L’ultimo dei link è una directory di varie risorse sull’argomento. Spero possa esserti utile. Se tu hai da propormi dei siti o dei testi io ne sarei felice. Mi piace imparare e conoscere 🙂

            • ma figurati se non ho mai letto nulla sui rotoli del Mar Morto. qualcuno oltretutto lo ho anche visto di persona al museo di Amman; ho visto anche il Mar Morto medesimo, naturalmente, anche se sul versante giordano; non solo ne ho letto, ma ne ho scritto anche sui miei blog a varie riprese.

              ti devo ringraziare comunque della bibliografia che mi hai mandato, molto aggiornata (negli ultimi tempi ho un po’ trascurato ricerche e letture).

              mi pareva di averti risposto più ampiamente sul tema, ma deve esserci stato qualche inghippo informatico, perché non trovo traccia di alcune complesse considerazioni che ora provo a riprendere in modo più sintetico.

              comunque quel che volevo dire era riferito in particolare alla presenza del nome di Jeshu su questi rotoli; ora ho visto a che cosa ti riferisci: faccio presente che il nome Jeshu era comune all’epoca, che solo nelle opere storiche di Giuseppe Flavio troviamo 19 personaggi diversi con questo nome, che di tombe di diversi Jeshu del periodo ne sono state ritrovate diverse, e che quindi un documento che parla della casa di un certo Jeshu, perdipiù anni dopo, non significa nulla: Jeshu aveva casa a Cana, secondo un vangelo, a Cafarnao secondo un altro, non aveva certamente casa a Gerusalemme, altrimenti non avrebbe avuto bisogno di sistemarsi a casa di Lazzaro a Betania, cioè nei dintorni, quando vi si reca.

              quindi quel link presenta a mio giudizio una serie di estrapolazioni poco sensate.

              ti propongo di leggere Tabor, La dinastia di Gesù, PIEMME, è notevolmente romanzato nello stile espositivo, ma contiene molte osservazioni fondamentali.

              • grazie per il titolo suggerito, lo cercherò in biblioteca e spero di trovarlo ( non hanno una sezione teologico-religiosa molto vasta).
                Per le cose che hai scritto tu sul cristianesimo non so se ho visto tutto del blog, è per quello che l’altra volta ti dicevo che un pò mi ha confuso quella tua divisione di vari spazi. Non sono sicura di aver trovato ciò che intendevi o ciò che c’era messo davvero. caso mai puoi darmi i link così controllo se ho i post giusti 🙂

                • questo blog è solo la continuazione di una serie di blog precedenti.

                  ti do un link http://bertolauro.blogs.it/search/cristianesimo/AND/page/15/ : è uno dei vecchi blog, ho selezionato tutti i post in cui compare la voce cristianesimo, ovviamente solo una parte ha carattere storico, ma non ho altro modo di indicarteli, dovrai selezionarli tu.

                  il primo post sul tema, per così dire fuori catalogo, fu comunque questo:
                  http://bertolauro.blogs.it/2006/01/22/45_se_devi_dire_una_bugia_dilla_grossa~495744/

                  i risultati più solidi, per dir così, delle mie ricerche di qualche anno fa sono comunque qui, nella parte più recente di questo blog: http://bortoeditrice.blogs.it/

                  applicando la stessa tecnica al nuovo blog, cioè inserendo nel motore di ricerca in cima la parola “cristianesimo” si selezioneranno anche i post di questo.

                  tutto questo è la testimonianza di un work in progress e di una ricerca frammentaria, però, che non ha mai trovato la sua sistemazione e dunque si muove anche fra notevoli contraddizioni interne.

                  grazie dell’attenzione, comunque…

                  • Grazie per la tua pazienza. Devo dire che questo tuo blog CORPUS è molto più interessante dii quelli nuovi. Trovo che ci siano più argomenti trattati e inoltre mi piace moltissimo la frase di apertura, ossia quella di voler mettere in crisi le certezze di chi legge. Mi piace molto questo intento, ma dimmi, a cosa ti giova far cambiare idea agli altri? Sai io ci provo spesso ma molte persone sono proprio chiuse e abitudinarie anche nelle loro idee e poi certe volte sì, mi sono chiesta anch’io perchè far cambiare idea agli altri quando si dicono così convinti e mi pare che vivano anche piuttosto bene nelle loro certezze presunte. Io vado contro i mulini a vento e poi mi becco certe mulinate in testa che mi lasciano i bernoccoli! 😛

                    • non parlare di pazienza mia tu che ha la pazienza di leggermi!

                      ho sempre avuto anche io la percezione che i miei blog ruspanti (erano una ventina!) del 2006-2009 erano molto più vivaci di quello che quasi unico sopravvive ad una stagione irripetibile: ma, come era scritto sotto il blog “lettere a bortocal” un blog è fatto anche dai lettori, che oggi sono molto cambiati, l’autore era molto più ingenuo di oggi, e insomma è anche invecchiato e un pochino inacidito, direi…

                      con le ultime osservazioni hai fatto talmente centro, e forse anche nel momento giusto, che come vedrai hai dato lo spunto ad un intero post, scritto oggi: grazie.

  6. @ Bortocal

    A un bilingue italo-tedesco, in materia di origini del Cristianesimo, mi sento di suggerire la lettura di Karl Heinz Deschner, ed in particolare quello che è ormai un “classico” della letteratura “ereticale” contemporanea, vale a dire:
    “Il gallo cantò ancora. Storia critica della Chiesa” Ed. ted. Bertelsmann, 1996 (1a ed. 1962; Ed. it. Massari Ed., 1998. In Italia costa € 18,59. Pagg. 544.

    Per non parlare delle più impegnative:
    “Storia criminale del Cristianesimo” in 9 volumi
    oppure
    “La politica dei papi nel XX sec”, in due volumi

    Se già conosci l’autore, mi piacerebbe avere un tuo parere…
    Per me questo libro, a 48 anni suonati, è stata una vera e propria “rivelazione”.

    Nota a margine: la critica di Deschner al potere Vaticano, molto caustica, ma anche ben documentata, come tutte le cose di questo mondo, e soprattutto quelle di quell’altro, va presa “cum grano salis”…

    • nella mia casa tedesca ho un paio di volumi di Deschner, ovviamente in tedesco, un autore che in Germania va per la maggiore ed è stato variamente premiato, cosa quasi inconcepibile da noi: parlo della Storia criminale; non conosco invece “La politica dei papi nel XX sec”, che credo possa essere molto interessante e andare indenne dalle osservazioni che seguono, che vanno riferite soltanto alla Storia.

      il suo discorso è interessante, ma non vorrei apparire troppo snob se dico che, per la mia formazione di tipo filologico mi è apparso un poco schematico e poco articolato.

      evidentemente lui ha scelto un taglio più divulgativo e popolare, però mi ha lasciato un poco insoddisfatto e, complice anche la difficoltà di seguire bene un testo in una lingua che mi resta comunque straniera, ho lasciato il suo ultimo libro a metà.

      purtroppo non avendo ora il testo sottomano non posso farti degli esempi a sostegno del mio giudizio…

      però leggerei volentieri una tua replica che mettesse in evidenza i punti del discorso di Deschner che ti hanno più colpito.

  7. Io facevo riferimento in particolar modo al volume che ho citato per primo:
    “Il gallo cantò ancora. Storia critica della Chiesa”
    Ed. ted. Bertelsmann, 1996 (1a ed. 1962; Ed. it. Massari Ed., 1998)
    che è uno dei primi libri dell’Autore e è un po’ il compendio del suo punto di vista.
    Non l’ho ancora letto tutto. A memoria, posso dirti che ho trovato interessante la parte relativa alle origini del Cristianesimo, in cui questo culto è visto come continuazione delle preesistenze mitraiche, orfiche, esseniche. L’Autore va a analizzare le continuità storiche con i culti preesistenti, mostrando come L’Evangelo, che è parola parlata, molto prima di essere parola scritta, ha le sue radici in detti culti, oltre, ovviamente, nel giudaismo veterotestamentario.
    Pertanto il Cristianesimo non è da guardarsi come una “parentesi”, bensì come una “religio”, cioè una raccolta, dei culti iniziatico-sapienziali preesistenti.
    E’ una buona introduzione alla lettura storico-critica dell’intero fenomeno cristiano.
    Con cui si lascia aperta la porta e si dà in mano questo strumento interpretativo sia al lettore pregiudizialmente ateo o agnostico, sia al lettore credente, per poterne fare il migliore uso possibile.

    Gli altri testi (es. La politica dei Papi nel sec. XX”) li ho trovati ben documentati. Anche qui vado a memoria: Ho apprezzato molto il capitolo sugli eccidi in Bosnia dei musulmani locali, dei rom, degli ebrei e dei partigiani titini, condotti sotto la guida di sacerdoti e frati cattolici. Il regime clerical-fascista di Ante Pavelic, il card. Stepinac, mons. Draganovic: la galleria degli orrori della Chiesa cattolica nei Balcani. I campi di concentramento, e di sterminio,gestiti in Jugoslavia da frati francescani; ecc.
    Interessante anche la storia delle collusioni di Papa Pacelli e della Chiesa cattolica tedesca col nazismo (su questo tema esiste poi un apposito testo del medesimo Autore, “Con Dio e con il Fuhrer”, mi pare si chiami…)
    Per un’analisi dettagliata dovrei riprendere in mano i testi e mettermi lì a esaminarli. Ti dico la verità: ora non ne ho voglia.
    Accontèntati per ora di queste poche note scritte “en passant”.

    P.S.: L’altra cosa che mi stupisce è poi come qui in Italia, in cui conferenze, convegni, e libri di “papistica” e di “teologia prét à porter” te li infilano e rifilano dappertutto (anche perché le grandi case editrici cattoliche si finanziano come e da chi sappiamo), di questo Autore non son mai riuscito a sentir parlare.
    Sembra che i media e la stampa italiani si siano auto-censurati, al riguardo.
    Ribadisco: dovresti leggere il libro di cui sopra (quello di cui parlo nelle prime righe di questo commento).
    Ti dico subito che è interessante, ma non si legge esattamente “come un romanzo”…E’ un po’ “peso”, insomma.
    Magari trovalo in italiano, se il tedesco ti è meno congeniale…
    E’ solo un suggerimento di lettura. Poi, ovviamente, fà come vuoi, ci macherebbe…
    Cari saluti.

    • finirò col rendermi del tutto antipatico, però i temi che citi all’inizio sono proprio quelli dei mie studi universitari.

      tra gli specialisti di cultura classica che si sono occupati di questo periodo le cose che dice Deschner e che tu citi sono del tutto scontate: basta citare l’identificazione del Natale di Cristo con la ricorrenza della nascita di Mitra, oppure le affinità tra la vergine Atargatis o Dea Siria e la Madonna del cristianesimo, per non parlare del tema stesso della resurrezione che ha una lunga tradizione precedente nei culti misterici.

      altrettanto ovvio che Jeshu non era, soggettivamente parlando, il fondatore di una nuova religione che si è formata lui malgrado, ma un profeta ebraico del Regno di Dio, cioè della monarchia messianica attesa dalla cultura ebraica del tempo.

      pure sul resto Deschner non scrive assolute novità; sul ruolo della chiesa nei genocidi balcanici e non solo mi cito ancora una volta, chiedendone scusa: https://bortocal.wordpress.com/2009/12/30/210-pallidi-sporchi-ripugnanti-e-volgari-gli-occhi-vuoti-e-il-volto-intelligente-ma-insieme-traditore/; è una mia ricerca originale.

      la grandezza di Deschner sta però nella coerenza con cui ha rimesso assieme tutti i tasselli del quadro, dimostrando aldilà di ogni ragionevole dubbio il carattere retrogrado e criminoso degli apparati cattolici.

      chiedersi perché Deschner sia sconosciuto in pratica in Italia a questo punto significa chiedersi perché l’Italia sia tuttora dominata dall’oscurantismo cattolico,

      e quando dico dominata non uso una metafora.

      • Caro Bortolal
        L’analisi storico-critica di Denscher risale ai primi anni ’60. Oggi può sembrare scontata. Per una intelligenza “edotta” come la tua. Ma in Italia, come dici, è ancora roba “che scotta”. Purtroppo.
        Forse anche in certi ambienti bavaresi credo non sia molto considerato come “persona grata”.
        Insomma, credo sia un Autore da far conoscere. Mi fa piacere di aver trovato in te una persona già “edotta” = “tratta fuori” (dall’inganno).
        Continuerò altrove la mia “missione divulgativa” di questo Autore.
        Come di altri consimili, peraltro.
        Stai bene.

        • certo, la tua precisazione è importante, e stava rischiando di sfuggirmi proprio il punto centrale: il ruolo pioneristico avuto da Denscher in una valutazione storica prova di pregiudizi religiosi della storia del cristianesimo, calato nella realtà: per cui gli va giustamente riconosciuto ogni merito…

          vorrei aggiungere una nota un poco depressa: in Italia, come corrispettivo, abbiamo avuto Cascioli, a conferma del carattere cialtronesco della nostra vita culturale, che è all’origine di tutti i mali del paese.

          anche nel campo della critica del cristianesimo il leader è in Italia un buffone che ha fatto clamore con iniziative da pazzoide.

  8. ciao tutto molto interessante. Devo farti un appunto: ti definisci buddista e ateo. ateismo o teismo, sono discussioni intellettuali, il buddismo è oltre. Non è meglio che spieghi che cosa è sunyata, la vacuità? Sunyata non è il niente dell’occidente, è vivo. Inoltre l’ateismo, sempre secondo l’occidente, crede che l’universo sia frutto del caso, il buddismo non afferma questo.
    Ti segnalo un libro, su cui vorrei il tuo parere: Robert Ambelain ‘Il segreto dei templari’ ed. Mediterranee. Mi ha sconvolto leggere che le ultime parole di Gesù sono una maledizione, non il grande perdono che ho sempre creduto.Che ne pensi?
    Fai un grande bel lavoro di diffusione culturale. Evidentemente è il tuo dharma.

    • grazie mille del commento.

      come vedi, si tratta di un progetto avviato qualche anno fa e rimasto fermo a terzo capitolo (anche se non è detto che non lo riprenda).

      nel frattempo ho continuato le mie ricerche e ho anche scritto molto altro su tema, in questo stesso blog; qua e là le mie idee si sono precisate o hanno dovuto avere anche qualche correzione, anche se quanto scritto qui sopra regge sostanzialmente ancora, anche se riscrivendolo oggi potrei dare molta più forza alle mie affermazioni, che ho trovato confermate anche in sede di ricerca scientifica sul tema.

      mi piace molto quello che dici sul buddismo e sarebbe anche bello approfondirlo; quando parlo di una mia vicinanza al buddismo intendo il buddismo filosofico e non la religione in senso stretto: su alcuni aspetti del buddismo pratico si possono avere notevoli riserve.

      quanto alle ultime parole attribuite a Jeshu sula croce (alla quale a mio avviso sopravvisse, ma non voglio divagare), non conosco la tesi che citi, ma posso dirti che cosa ne penso io.

      l’Eli Eli, lama sabachthani non è un grido di dolore e di disperazione come viene romanticamente inteso, ma è la citazione di un salmo.

      quindi, per sapere quello che Jeshu intendeva (se ha mai davvero detto quelle parole, non credo che nessuno dei suoi seguaci, neppure le donne, potessero davvero essere presenti alla crocifissione), occorre leggersi tutto quel salmo.

      che è citato come una anticipazione profetica di quel che accade a lui.

      di conseguenza è anche da pensare che il racconto stesso della sua crocifissione sia stato rimodellato secondo questo salmo.

      rispondendoti al momento senza andarlo a cercare, non ricordo che ci fossero accenti di maledizione.

      spero che tu mi risponda e che mi dia qualche elemento in più.

      grazie!

      http://www.messiah-study.net/sabachthani.htm

  9. Eccomi. Nel libro che ti ho citato si afferma che Gesù non recitò mai il salmo 22 sulla croce, ma un antico scongiuro che suona così: ‘eli eloim lama astagna tani’ che significherebbe: ‘anatema maledizione per lama astagna tani’. Lama astagna e tani sarebbero spiriti che danno potenza nel mondo dello spazio e del tempo.Sono gerarchie al di sotto degli angeli. Eli sono le tre lettere ebraiche aleph lamed ed he che se punteggiate in un certo modo significano maledire e non hanno a che vedere con la parola Dio al singolare. Io riferisco soltanto. Non so se sia vero. La formula è stata tramandata da Giovanni Tritemio a Cornelio Agrippa e si trova nel libro magico ‘la clavicola di re Salomone’, che non ho mai letto. Che ne pensi?
    Anch’io credo che Gesù sopravvisse. Pare che l’aloe abbia cicatrizzato le sue profonde ferite. Ma le ossa spaccate? Andò poi in India o no?

    • eccomi anche io di nuovo.

      in questa teoria, ora che me l’hai spiegata, c’e` a parer mio un fondamentale errore di metodo, che e` quello di credere alla storicita` completa di quel che raccontano i vangeli accettati dalla Chiesa del IV secolo.

      in realta` i vangeli raccontano quel che Jeshu avrebbe dovuto dire, piu` che quello che disse veramente.

      e dunque non potevano certo raccontare di una maledizione.

      non conoscevo i testi di cui parlavi e sono andato ad informarmi su wikipedia.

      vedo che la Clavicola di re Salomone e` un testo di magia del tardo Medioevo, quindi la sua attendibilita` storica e` pari a zero su zero e riporta certamente solo una interpretazione di quel periodo, non puo` avere fonti dirette.

      i due altri personaggi che citi appartengono allo stesso ambiente.

      rimane aperto semmai il problema, analizzato nel link che ti ho mandato, della mancata esatta corrispondenza delle parole attribuite a Jeshu col primo verso del salmo 22.

      l’ipotesi ragionevole e non nuova e` che Jeshu sia stato narcotizzato con la spugna imbevuta, si dice, di aceto, in base ad una iniziativa dell’ala dei farisei che lo appoggiava (Giuseppe di Arimatea), deposto ancora vivo dalla croce (dal colpo della lancia al costato esce sangue, il che mostra che era ancora vivo, anche se il particolare viene raccontato proprio per dimostrare il contrario e dunque smentire informazioni e dicerie che resistevano anche decenni dopo).

      nessuna frattura alle gambe (contrariamente all’uso tradizionale, per accelerare la morte), e un insieme di unguenti che servivano anche a fermare emorragie nel caso di ferite.

      trasportato in Galilea, roccaforte del movimento, non sopravvisse comunque alle ferite e mori (sali` al cielo) quanranta giorni piu` tardi, ma la morte fu tenuta segreta dai suoi seguaci.

      perfino la sindone, per quanto ritenuta falsa, mostra delle tracce di sangue vivo, incompatibili con un cadavere.

      un viaggiatore in Palestina del Cinquecento o Seicento, adesso non ricordo bene, racconta di averne visto la tomba in Galilea: ma potrebbe trattarsi anche di qualche altro Jeshu.

      in India non ando` Jeshu, secondo la tradizione, ma suo fratello gemello Giuda il Gemello (Toma, in ebraico), che li` vi mori`.

      era la presenza del fratello gemello che giustifica il bacio di Giuda per riconoscerlo.

      per risponderi sinteticamente, ma ci sono post dove approfondisco il discorso.

  10. Credo sia ragionevole pensare che Gesù sia morto 40 giorni dopo il supplizio, data l’enormità delle torture. Ti saluto con il sutra del cuore gate gate paragate parasangate bodi soha

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  12. 😀 se lascio un commento è perchè ho trovato divertente l’articolo, un sacco di interpretazioni dal punto di vista di colui il quale guarda un’altra civiltà con l’occhio della propria. Purtroppo mancano i presupposti per discutere dal punto di vista dell’ebreo di quell’epoca. Mi spiace che si legga un documento storico senza analizzare e contestualizzare il periodo …

    • critica interessante: questo abbozzo e` di qualche anno fa, alcune delle cose che ho scritto allora non le ripeterei; oggi e` subentrata una conoscenza migliore – anche se pur sempre non specialistica – dell’ambiente ebraico nell’antichita` (ma di quale epoca poi esattamente? ci sono ebraismi molto diversi che si susseguono nel tempo e si differenziano anche nello spazio).

      questo e` stato un lavoro soltanto propedeutico, che pero` ha fissato alcuni punti fermi, almeno sul piano della lettura dei testi.

      una volta che ho detto, quindi, che accetto la critica di non avere tenuto conto adeguatamente della concreta articolazione della cultura ebraica nei diversi periodi e nelle sue diverse sfaccettature (non sempre conoscibili benissimo, peraltro), direi pero` che, quanto al discutere dal presunto “punto di vista dell’ebreo dell’epoca” non e` nelle mie aspirazioni; desidero affrontare il problema dell’ebraismo da un punto di vista esterno all’ebraismo (nonostante le lontane origini ebraiche della mia famiglia paterna di cui oggi sono quasi completamente sicuro); se lo facessi dall’interno di un particolare punto di vista, mi impedirei una visione complessiva.

      grazie del commento e non mi dispiace affatto di essere risultato divertente: il sano divertimento mentale che nasce dalla rottura di schemi e dall’apertura di nuove prospettive e` proprio nelle mie aspirazioni per me stesso e per chi mi legge.

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  15. ” non rimane che concludere con amarezza che la fede nel cristianesimo di milioni e milioni di persone, intima, preziosa e contemporaneamente sprovveduta, non è altro che una manifestazione impressionante del potere che alcuni esercitano su di altri.” Abbiamo esattamente lo stesso pensiero! Ancora grazie per questi tuoi post, e per la tua importantissima ricerca. Il vero mistero è come mai così tanti scelgano di credere, invece che farsi domande. Ma come giustamente dici, è soltanto per comodità. Solo che quelli come noi che hanno bisogno di risposte, anche se faticano per trovarne, si sentono sempre meglio di chi sta immobile a bersi tutto quanto gli viene detto.

    • non puoi immaginare quanto siano preziose per me queste tue parole e le consonanze che esprimono. bello condividere degli interessi e delle impostazioni mentali.

      se può interessarti, due anni fa avevo cominciato a raccogliere sistematicamente i miei studi sull’origine del cristianesimo, nel loro sviluppo cronologico e anche mentale.
      questa è la prima puntata:
      alla scoperta del cristianesimo storico – 1

      poi ce ne furono alcune altre, ma alla fine abbandonai l’impresa, che stava diventando monumentale e probabilmente anche troppo dispersiva…

      • Mi arrivano le vecchie notifiche e sono arrivato fino a qui .
        Ti vedo attivo nonostante il pensionamento in Val Sabbia.
        anche io sono sopravvisuto al mal di montagna ed alla febbre del mattone . non trovo i tuoi riferimenti diretti. La mia emai è la vecchia .
        Scambiamoci un pò di storia recente.
        Un abbraccio

        Errando

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