la crisi tedesca e Moody’s: l’autunno è già cominciato in Germania. – 370

23 luglio 2012 lunedì 22:57

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non solo le esportazioni cinesi rallentano, anche la Germania si sta impallando, e Moody’s la declassa, niente di strano.

se il resto del mondo si impoverisce, non è normale che i due più grandi esportatori del mondo comincino a girare a vuoto?

inutile avere industrie competitive e produrre merci perfette, se mancano i compratori.

ed è perfettamente inutile definire speculatori i normali investitori che operano con le regole di sempre: non è forse evidente che, se le borse crollano, i paesi vanno in default, le esportazioni languono, c’è meno ricchezza in giro e quindi i prezzi per la ricopertura di debiti a scadenza si fanno sempre più alti, alimentando a loro volta la crisi?

è la crisi classica, bellezze: non c’è nessuna congiura, pensarlo è paranoia; o meglio la congiura c’è stata quando gli stati si sono indebitati per consentire evasioni fiscali, corruzione, stipendi folli ai grandi manager e tutte le pazzie del liberismo selvaggio di qualche decennio di cui oggi ci tocca di pagare il prezzo.

semmai discutere CHI li deve pagare questi prezzi, ma non fare finta, per favore, che un prezzo non si debba pagare!

pagare tutti (tutti i paesi, intendo): anche la Germania? certo, perché loro no? pagheranno per ultimi, ma pagheranno forse più salato.

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ritornare, come mi è capitato in questi giorni, in una delle città tedesche più ricche, se non la più ricca in assoluto, a distanza di un paio di mesi dall’ultima visita, mi permette di vedere le trasformazioni tedesche come al ralenti, e non sono positive.

per quel che conosco questo paese, qui se arriva la crisi avremo un crollo pauroso: i tedeschi non sanno gestire l’emergenza, nei loro schemi mentali esistono solo le cose che funzionano bene: sette anni di posta recapitata in poche ore, quando abitavo qui, ma quella volta che mi hanno perso una raccomandata nessuno sapeva come fare a ritrovarla.

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c’è una bolla immobiliare, prima di tutto, e ne sappiamo abbastanza adesso per essere sicuri che questo è l’inizio di tutti i mali.

qui sono le banche che funzionano direttamente anche da agenzie immobiliari e pubblicizzano case in vendita, così è più semplice stipulare il mutuo, hai tutto in un ufficio solo.

quindi, controllando le offerte esposte fuori da ogni banca, vedo ad occhio e croce che i prezzi, che pure se alti rispetto al resto della Germania, erano pur sempre fortemente competitivi con l’Italia fino all’anno scorso, sono improvvisamente schizzati verso l’alto, ma con una marcata differenziazione interna: sono i prodotti di pregio che sono cresciuti di più.

segno che il mercato che tira di più è quello di chi può spendere un milione e mezzo di euro per farsi una villa panoramica in una zona di pregio, ma segno anche che le banche stanno facendo crescere i prezzi di questo tipo di immobili per piazzare i mutui che altrimenti non saprebbero a chi appioppare.

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le banche tedesche, altro discorso: non parlo della efficienza con cui viene servito, e direi anche riverito, il cliente, con comportamenti per noi semplicemente inimmaginabili per cortesia e professionalità, tanto che entrare in una banca qui assomiglia molto all’andare a farsi una fisioterapia, direi per rendere l’idea.

ma queste banche iperefficienti e cortesi sono giganti dai piedi di argilla, piene di titoli tossici, che garantivano sulla carta alti rendimenti, come i titoli greci, ma che potrebbero lasciare degli scoperti paurosi, e già li stanno lasciando.

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poi la città: piena di lavori giganteschi, di cantieri, di gru; ci sono tre interi quartieri che sono stati rasi al suolo in centro e stanno nascendo megacentri commerciali anche qui, con un rifacimento in profondità della fisionomia stessa urbana, ma squarci improvvisi si aprono qua e là anche altrove, apparentemente a caso: le case anche delle zone centrali non hanno spessore storico o valore architettonico, sono perlopiù frutto dei rifacimenti frettolosi del dopoguerra: si abbattono e si rifà, quasi ovunque.

il più grande squarcio è quello che circonda la stazione, i treni verranno trasferiti sottoterra, la stazione non sarà più “di testa”, ma “di transito”, vi passerà la linea  ultraveloce che porterà i tempi di trasporto per Muenchen da tre ore a poco più di una, si andrà all’aeroporto in pochi minuti, anziché in mezzora di metrò come adesso.

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ma l’ampiezza dei lavori dà alla città un’aria diffusa di degrado e provvisorietà, che si combina benissimo con un impressionante peggioramento delle condizioni igieniche: si cominciano a trovare rifiuti e scarsa pulizia in molti luoghi pubblici; e i rifiuti in cui ci si imbatte  in modo crescente, per essere crudi, sono anche quelli umani.

si sono creati luoghi precisi destinati loro, li possiamo chiamare facilmente ghetti, come quel punto preciso del parco reale dove si ritrovano i punk, ad esempio, con i loro mantelli neri, le borchie surreali, le creste color viola nel tramonto cupo.

ma i graffiti dilagano, si trovano più facilmente spostati e ubriachi, la gente sembra più rassegnata e cammina chiusa in se stessa, che sembra il modo per ridurre il pericolo quando un pesante alito vinoso accompagnato ad una voce sgraziata ti investe di improperi.

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la domenica stessa la grande Koenigsstrasse, la Strada del Re, sembra desolata, ci stanno solo un paio di musicanti di bassissimo livello, la grande Schlossplatz, la Piazza del Castello, cioè del palazzo reale, è piena di impalcature e rifiuti, fa freddino, la gente non ha molta voglia di stendersi nei prati.

l’autunno tedesco sembra già cominciato.

14 risposte a “la crisi tedesca e Moody’s: l’autunno è già cominciato in Germania. – 370

  1. logica conseguenza della situazione generale, c`è poco da aggiungere a questa semplice constatazione.
    speriamo solo che anche i tedeschi se ne rendano conto, altrimenti i danni saranno immani, e prendano rapidamente conseguenze. non come negli ultimi anni….

    • continuiamo a mitizzare i tedeschi.

      e, scusa se mi ripeto, ma perché continuare ad aspettarci la soluzione dei nostri mali dalla Germania?

      siamo un grande paese, dopotutto, e la nostra economia è circa la metà della sua (parlo di quella ufficiale, perché se ci mettiamo anche l’economia del malaffare!!), mica dobbiamo avere complessi di inferiorità

      mi sembra un modo sbagliato di sfuggire alle nostre responsabilità, e a mio parere non viene neppure fatto a caso, ma è un trucco per cercare per non far pagare la crisi al nostro interno, a chi dovrebbe.

      (repetita iuvant?)

      • se colgo il paragone storico, repetita nocent…

        assolutamente non dobbiamo aspettarci nulla dalla germania.
        dico semplicemente che le conseguenze delle scelte di “politica estera” (sic) si riflettono sulla politica nazionale, con conseguenze affatto positive.
        che, dopo, noi cerchiamo sempre qualcuno cui addossare la colpa è un fatto assodato. come accenni, avremmo tutte le risorse per risolvere i nostri problemi da soli…..

        • non avevo in mente alcun particolare paragone storico, ma ora che ci accenni tu ne trovo diversi sul rapporto Italia Germania come rapporto malsano di dipendenza e di attesa che la Germania faccia il lavoro sporco per noi.

          ma oltre quello a cui credo abbia pensato tu, ce ne sono diversi altri ancora.

          sono comunque piuttosto sorpreso dal fatto che i tedeschi abbiano risposto con un’alzata di spalle e direi perfino con una sghignazzata mediatica alla svalutazione di Moody’s che noi abbiamo sparato in prima pagina, mentre loro al massimo l’hanno relegata in una notiziola di tre righe, per dire: e chi se ne frega? come mai invece la gente continua a investire su di noi?

          ma c’è un autolesionismo della stampa italiana che è veramente stupefacente! disposti a fare autolesionismo perfino per interposta Germania, se occorre!!

          • una buona dose di autolesionismo c`è, ma le diverse reazioni sono comprensibili anche alla luce del contesto: il declassamento in Germania ha effetti assai minori che da noi, per ora, per il diverso rapporto debito/pil.
            inoltre, aggiungerei, l`Italia ha subito declassamenti quasi a “raffica”, specie in momenti in cui le borse sembravano riprendere fiato….

            • caro red, dai un’occhiata ai giornali di oggi, se ci riesci da laggiù: è tutto un tripudio allo sfascio.

              si distinguono in questo i giornali berlusconiani, ma gli antiberlusconiani mica sono da meno; se c’è una cosa che unifica l’Italia aldilà di ogni distinzione politica è il lavoro attivissimo per lo sfascio di tutte le forze senza altra differenza che di toni e accenti.

              guardo il tutto con occhi un po’ stranieri: ma c’è nessuno che si rende conto laggiù che chi deve investire medita e osserva, prima, e che questi sono lussi che non ci possiamo permettere?

              no, nessuna situazione oggettivamente più grave (per il momento, ma ripeto che la Germania sta rallentando pure lei, e che ha un debito assoluto come il nostro, solo la metà in percentuale del PIL perché produce il doppio, e un deficit annuale molto più alto, quindi non è sana come potrebbe sembrare), – nessuna situazione oggettivamente più grave giustifica che ci si dia tanto attivamente da fare per peggiorarla ancora.

              sai che ti dico? comincio a pensare che gli italiani abbiano davvero la dittatura nel sangue: perché occorre una dittatura per fargli fare le cose che altrove si fanno per semplice senso di responsabilità!!!!

    • certamente, figurati, mi fai anzi un regalo!

      metto però in guardia anche te, come farò fra un attimo con redpoz qui sopra, dal continuare ad aspettarci la soluzione dei nostri mali dalla Germania.

      mi sembra un modo sbagliato di sfuggire alle nostre responsabilità, e a mio parere non viene neppure fatto a caso, ma è un trucco per cercare per non far pagare la crisi al nostro interno, a chi dovrebbe.

      e non esprimerei neppure soddisfazione per un avvenimento che certamente aumenta di molto anche le nostre difficoltà.

    • beh, l’essere umano è conformista e tende ad adeguarsi; quanto alla pulizia delle strade vale tanto il principio dell’economia, detto legge di Gresham, che la moneta cattiva scaccia quella buona http://www.lestinto.ch/articoli/monete-buone-e-monete-cattive/, quanto il secondo principio della termodinamica o legge dell’entropia che dice che sui tempi lunghi il disordine prevale sempre sull’ordine, che è soltanto un’eccezione.

      comunque anche i tedeschi di abitueranno, si stanno già abituando.

      sulla Grecia dentro o fuori l’euro non decideranno solo i tedeschi, tuttavia la conclusione dell’articolo rispecchia il loro modo di pensare: “i problemi della Grecia sono la mancanza di competitivita’ e di rettitudine fiscale, nonche’ un’amministrazione pubblica inefficiente che non cambieranno con nuove promesse di prestiti o di garanzie”.

      è, tra parentesi, anche quel che penso io, effetti di esame della cittadinanza a parte.

      l’osservazione si applica anche all’Italia: e dove Monti sta fallendo è nel non essere riuscito a condurre una efficacia azione di lotta all’evasione, o almeno non una lotta con risultati visibili e rassicuranti per i creditori

  2. “Mettiamola così: io vedo i rating come condizionati ANCHE da contingenze di tipo politico. Qui che la situazione è insostenibile lo capiscono tutti. Ma che ci sia l’esigenza di evitare sconquassi globali prima delle elezioni americane pure. Se la Germania non si opponesse a una lieve reflazione (propria, e poi europea via bceugualleallafed), si potrebbe tenere il paziente in vita fino a novembre, che è quanto basta. La tripla A secondo me la Germania non se la merita già da un po’, e averla messa in outlook negativo è un chiaro avvertimento di tipo mafioso: o ti comporti bene, oppure ci metti in difficoltà, ma allora noi mettiamo in difficoltà te.”
    http://goofynomics.blogspot.it/2012/07/quod-erat-demonstrandum-13-gretchen-vs.html

    • francamente, rozmilla, l’articolo non l’ho letto: assolutamente illeggibile, per me.

      e parlo sia dello stile espositivo sia del vezzo veramente malsano e squalificante di personalizzare il discorso sulla Germania attraverso la Merkel,

      ho deciso di non degnare più della minima attenzione chi batte questa strada, non può venirne nulla di buono; aggiungici pure culona e siamo a posto: Berlusconi ha lasciato una traccia indelebile sul nostro immaginario, vedo.

      chissà che fatica fanno i nostri economisti disinformati a guardare i giornali tedeschi ogni tanto come faccio io e a capire che la Merkel in questo momento è sotto unanime attacco qui in Germania perché troppo arrendevole.

      si sono accorti oppure no, questi signori, che la Merkel è stata bloccata dalla Corte Costituzionale tedesca, che ha rinviato a metà settembre con tutta calma un giudizio di costituzionalità delle misure economiche prese dai vertici europei ed approvate dal Parlamento, IMPEDENDO CHE ENTRINO IN VIGORE, perché così si fa in un paese serio, su un ricorso promosso da una serie di forze prevalentemente di sinistra, ricevute e apertamente sostenute dal nuovo Presidente della Repubblica?

      non hanno capito che dopo la caduta della Merkel dell’autunno 2013 sarà ancora peggio? ammesso che si arrivi in condizioni tali da non rendere insensata l’espressione stessa?

      è veramente scoraggiante avere a che fare con una opinione pubblica italiana così manipolata e burina, cara rozmilla.

      comunque, ho capito saltabeccando nell’articolo, perché di più non mi si poteva chiedere, che concordiamo nel segnalare le crescenti difficoltà della Germania; non concordiamo per nulla sull’analisi delle cause.

      che, ti dirò, a questo punto sono indirettamente economiche: stanno in uno scontro di culture e di civiltà, e ribadisco il concetto, così impopolare anche presso di te, nel parassitismo mediterraneo.

      lo scontro è tutto qui: noi stiamo sperando di spezzare le reni alla Germania e di costringerla a pagarci il pizzo, perché le conviene: è un ricatto mafioso in piena regola (ma vedo che lo dice anche lui, anche se non nel senso in cui lo dico io), ma la Germania non si piegherà, credimi, e ci metterà alla porta.

      sarà una fortuna, tutto sommato, per loro e per noi, che dovremo finalmente fare i conti con noi stessi; ma ci credo poco, vox clamantis in deserto.

non accontentarti di leggere e scuotere la testa, lascia un commento, se ti va :-)