abbandonarsi, scrivendo, alla corrente dell’insuperabile dubbio? 193

mercoledì 30 marzo 2011  05:37

pulizie di primavera: tra le bozze non pubblicate (credo perchè il mondo si trovò di colpo travolto da guerre e disastri che lo resero inattuale e distrassero la mia attenzione da lui), ritrovo questo post, del 5 marzo scorso; niente di meglio che risistemarlo, completarlo e rimandarlo nel mondo al quale non si era ancora affacciato, per fare il punto di un periodo della mia vita e della mia scrittura.

dopo una serata trascorsa a giocare a Großvater, un ripetitivo solitario tedesco, per una critica molto dura ricevuta privatamente al mio scrivere su questo blog, ne esco ora sentendola del tutto immeritata: recupero il senso della mia dignità e la consapevolezza di essere stato abituato ad accettare colpevolizzazioni ingiuste.

ogni tanto, tanto nell’autobiografia quanto nel blog, ci si deve scuotere da se stessi e scrollare le proprie brutte abitudini come polvere dal mantello.

un aforisma, che pubblicherò fra un attimo, spiegherà ancora meglio di questo post sterminato, perché scrivo.

* * *

sarà sempre peggio nel mondo, se le mie analisi sono giuste.

gli arabi si stanno ribellando nel nome di una rivoluzione perché sono meno inibiti dal cristianesimo e sperano ancora.

ma altrove ci saranno davvero solo tumulti e massacri senza senso.

* * *

mi pare tuttavia sorprendente l’interpretazione, che mi dai tu, della posizione di Brzezinski, uno dei leader teorici della destra americana, come alleato di Soros, il progressista, e di entrambi, assieme, come eminenze grigie che hanno manovrato l’elezione di Obama, e dunque starebbero anche concordemente alle spalle del suo appoggio alle rivoluzioni arabe.

a meno che le sue posizioni non abbiano avuto di recente una notevole evoluzione; le citazioni trovate in internet (ma saranno state vere?) parevano recenti e piuttosto incompatibili con gli scenari descritti negli articoli che tu mi mandi…

Per quanto possano divergere, ogni tanto i due [Brzezinski e Soros] si affiancano: entrambi favorevoli a Solidarnosc e a Obama.

Ma oggi internet è generosa, guarda cosa ho trovato: http://www.muckety.com/ un sito dove danno la mappa delle relazioni economico-politiche dei Vip, destrorso visto che fra i sostenitori c’è Schwartzenegger.

Qui  c’è direttamente  la coppia Soros-Brzezinski http://www.muckety.com/Query?SearchResult=4166&SearchResult=2005&graph=MucketyMap?_r=2D

Nota quel “International Crisis Group che li attraversa e che, secondo altre fonti, sarebbe stato il primo datore di lavoro di Obama fresco di laurea.

Curioso davvero: se metti nella barra di ricerca “Barack Obama” per il Presidente non dà nulla, si può solo trovare il suo defunto papà…

interessantissimo sito!

sei un vero segugio a cui non sfugge praticamente nulla!

sono ammirato.

eppure le relazioni fra i due sono praticamente nulle ed affidate quasi solamente al filo esilissimo che li congiunge all’International Crisis Group.

mi sembra davvero pochino e mi pare che le mie perplessità sulla attendibilità di quel sito “strategos” escano molto più rafforzate che smentite.

che ne dici?

segugio che non sa il tedesco, accipicchia, ma tu si!

I due compari… veramente a me basta sapere che uno ha finanziato la campagna e l’altro è consigliere del Presidente per supporre che vadano a spasso insieme.

Ad ogni modo,  compaiono in molti documenti, ti  dò questo: http://tarpley.net/2011/01/16/tunisian-wikileaks-putsch/ che è il sito di un giornalista “maledetto”.

giudizio ben precipitoso, a mio parere, questo!

* * *

personalmente non mi sento in grado di esprimere altre valutazioni sull’abbinamento Soros-Brzezinski, supera le mie capacità di immaginazione; però continua a sembrarmi molto strano (il che non significa che non possa essere vero!): probabilmente perché continuo a muovermi sulla base di quella prima informazione sulla conferenza di Brzezinski che lo indicava come nemico mortale di quelle elites giovanili su cui invece sembrano far conto Soros e Obama.

Mah!

Capire qualcosa dei grandi giochi è utopia, la differenza fra noi è che secondo me dichiararsi preoccupato per il possibile risveglio delle élite giovanili era un’insinuante astuzia di Brzezinski, la previsione di qualcosa che in realtà veniva attivamente preparato.

Se hai tempo e voglia di cercare in tedesco qualcosa di meno addomesticato, prova a mettere  nella barra di ricerca di  www.google.de Webster Griffin Tarpley, che è un giornalista americano disallineato.

* * *

intanto approfondiamo allora giusto le informazioni tedesche su questo Webster Griffin Tarpley, che non sembra avere una grande attenzione.

ad esempio, la relativa voce su wikipedia tedesca, “Webster Griffin Tarpley”, è praticamente vuota; invece incappo quasi subito in un articolo su una rivistina on line di area progressista, che lo maltratta alquanto.

Presentazione:

Webster Griffin Tarpley è per me il contrario di una fonte di informazione obiettiva.

Solo il suo collegamento con Lyndon LaRouche lo rende altamente sospetto.

Dall’altro lato si può anche non vederlo in una stretta relazione con quel che LaRouche ha combinato o con quel che rappresentano il Movimento Civile di Solidarietà della moglie di LaRouches Helga Zepp-LaRouche e lo “Schiller-Institut” col Partito dei Lavoratori Europei.

Rimane quindi la preghiera di essere prudenti quando si valuta e si diffonde l’intervista su Schall und Rauch.

Dall’altro lato Tarpley ha potuto penetrare abbastanza a fondo nelle questioni interne dei democratici e avere avuto esperienza di intercommessione veramente importanti.

più avanti si riporta un passo di questa intervista a Webster Griffin Tarpley:

In questo mondo è impossibile salire [come Obama] dal nulla ad una simile posizione.

Quando si vede un simile fenomeno, bisogna sempre guardare dietro le quinte, chi sono gli uomini nascosti nell’ombra, chi manovra il tutto, chi sta veramente nascosto dietro… e in questo caso possiamo dire che Obama è una marionetta del capitale finanziario, della Commissione Trilaterale, del gruppo Bilderberger, del Council on Foreign Relations, e, molto importante della fondazione Ford e di altri centri di potere reazionari.

Nella maniera più chiara lo si vede attraverso il ruolo di Zbigniew Kazimierz Brzeziński, l’orchestratore e il guru di tutta la campagna di Obama.

Lì si vede anche lo scopo che Obama deve realizzare.

commento della rivista:

Questo dapprima suona come una tipica teoria del complotto: se si porta in gioco il nome di Zbigniew Kazimierz Brzeziński anche a me si accendono tutte le luci d’allarme.

Brzeziński non conosce assolutamente alcun senso della misura e non fa più attenzione assolutamente a nulla.

Questo può dipendere dalla testardaggine dell’età, ma probabilmente è piuttosto mero senso di potenza.

L’uomo non ha nulla a che fare con la democrazia, la libertà o la legalità.

si ridà poi la parola a Webster Griffin Tarpley che illustra quella che è secondo lui una strategia di accerchiamento politico-energetico della Cina per costringerla ad invadere la Siberia, sottolineando che Brzeziński non considera affatto Israele il centro della politica estera americana.

la saggia osservazione finale della rivistina è che non si capisce perché tutte queste cose non avrebbe potuto farle molto meglio la Clinton, e che in sostanza questa intervista durante la campagna elettorale era soltanto un modo per appoggiare la Clinton.

* * *

– mi piace questo modo tedesco di discutere, ovviamente, e – con tutte le mie perplessità filotedesche del caso – resto propenso a non considerare troppo credibile Webster Griffin Tarpley, una volta identificato il centro di questa campagna che interconnette fra loro due figure così antitetiche come Obama e Brzeziński  (complimenti a te, segugio!).

l’autore di cui parliamo (Webster Griffin Tarpley) del resto ha: 1) considerato Moro ucciso dalla Loggia P2 dicendo che le Brigate Rosse lavoravano per lei; 2) accusato il complesso militare e la CIA di avere organizzato l’11 settembre; 3) affermato che l’effetto serra di origine antropico non esiste.

e se alla fine fosse soltanto uno dei tanti provocatori, solo di poco più serio di quello che mi mandò un commento vagamente minatorio per denunciare il Mossad che aveva tentato di ucciderlo in Vietnam?

* * *

Sono contenta che hai trovato qualcosa su questo collegamento Obama con  Brz… accidenti come mi intrucco sempre scrivendo il suo nome – sia pure con una presa di distanza.

Ci sono però altri giornalisti maledetti che appoggiano queste tesi; per esempio questo Madsen http://www.waynemadsenreport.com/ che ogni giorno dà un bollettino di notizie taciute da altri; per avere gli articoli completi su Obama richiede di iscriversi e per ora non ho ancora intenzione di farlo.

Direi che sì, è ora che ci confrontiamo su Obama; forse posso partire dal tuo post  del discorso al Cairo o da quello su Brzeziński,  e introdurre i miei dubbi su di lui.

* * *

credo che da questo scambio possa svilupparsi un post molto amaro sulla impossibilità di conoscere le cose tramite internet (cioè in ultima analisi attraverso la mente umana collettiva) per eccesso di informazione, un tema che come sai mi sta a cuore.

“Se poi hai visto il mio commento sul post 43, sai che sono a terra proprio per questa ragione del troppo, dell’ansia di essere sulla notizia raccogliendo qua è là cucendo insieme.

Però alla fin fine, se non avessimo internet, noi italiani siamo fritti; vorrei sviluppare l’idea che solo con una discreta istruzione e almeno una lingua straniera oggi noi italiani non ce la facciamo a capire cosa succede.

Io sto finendo la bozza che introduce Obama, anche lì ci sono le dissonanze fra media e disallineati.

Magari, invecchiando, si fosse tutti disposti a questa fatica per diradare le nebbie della comprensione!

Il fatto è che, lo vediamo da 2000 anni fa, o questo sforzo si fa al più presto possibile e in tanti o le nebbie si ispessiscono.

Ma, anche arrivando ad avere un quadro completo (secondo me la verità in fondo è questo…), resta da superare la tendenza a dare un giudizio definitivo, che potrebbe poi nuovamente rivelarsi inappropriato”.

* * *

ecco, lasciatemi sottolineare questa contraddizione: se non solo la Verità, ma perfino la verità nasce dalla formazione di un “quadro completo” relativo ad un problema, non solo la Verità (che non potrai mai raggiungersi per l’impossibilità di essere onniscienti), ma persino la verità su qualche punto specifico, restano irraggiungibili.

la moltiplicazione delle informazioni incontrollabili rende ad esempio quasi irrisolvibile il problema se Obama sia effettivamente appoggiato da Brzeziński, come afferma Webster Griffin Tarpley, oppure no.

per risolvere questa aporia e formarmi comunque una opinione si è comunque costretti a formulare alcuni pre-giudizi che consentono di selezionare le fonti: questa è attendibile, questa no.

in sostanza però in questo modo non esiste una differenza qualitativa SOSTANZIALE fra la formazione dei giudizi che avviene attraverso una ricerca pesrsonale appassionata e spassionata al tempo stesso, che richiede un notevole dispendio di energie intellettuali (si veda questo stesso post) e il lasciarsi passivamente condizionare dall’informazione pilotata dai media.

o meglio, la differenza sta solo in una vuota apparenza: nel senso che chi ricava le sue opinioni dai media accetta di farsene condizionare senza neppure porsi il problema, e chi invece ricerca una opinione personale attraverso l’insieme dei media e la pluralità delle fonti di informazione raccolte su internet, è poi costretto, per dominarli, a ricorrere a giudizi di valore, cioè a selezionare l’informazione esattamente come fanno i mass media.

mi si potrebbe dire che qui si esercita almeno il libero arbitrio personale, se non fosse che, per una serie di pre-giudizi che ritengo filosoficamente fondati, io non credo affatto al libero arbitrio.

bene, ed ora che abbiamo precisato i limiti dello sforzo immane e probabilmente comunque vano che costa arrivare anche ad una singola affermazione fondata, occorre poi avere ben chiaro che questa affermazione riguarda qualcosa di umanamente sfuggevole per sua natura.

potrei anche arrivare, così, a considerare una verità sconcertante che l’elezione di Obama sia stata favorita e preparata dal leader ideologico della destra reazionaria americana, Brzeziński, ma questo che valore avrebbe?

Obama potrebbe, nonostante questo, perseguire comunque oggi una politica diversa da quella propugnata da quel suo ipotetico sostenitore, oppure  Brzeziński stesso potrebbe avere cambiato opinioni.

insomma l’enorme sforzo necessario per conseguire una verità si scontra poi col fatto che la verità stessa è fugace e autocontraddittoria, essendo in perenne evoluzione, trasformazione e persino negazione di se stessa.

* * *

“Ecco alcuni altri esempi: per me il giudizio su Mandela resta di ammirazione, inglobando però nella sua opera politica anche quel suo gesto di solidarietà per Gheddafi, in qualche modo dovuto, per motivi di lealtà.

Per me i tunisini terrorizzati dalla marea di profughi diffusasi nelle loro strade restano collettivamente brave persone, a loro volta terrorizzate, pur se aggrediscono i disperati che si accampano alle porte dei loro villaggi; basta ricordare che hanno reagito come da sempre, fin dalla preistoria, i popoli stanziali all’arrivo dei nomadi: istinto di sopravvivenza che non permette più di ragionare.

E se la ricostruzione della vicenda di Gesù secondo i sinottici è, anche alla luce delle scoperte, molto meno convincente di quella che si può trarre dagli apocrifi e dai documenti storici, non so se è decisivo per squalificare l’intera religione visto che, avendo appunto come base una “fede”, sfugge ai giudizi definitivi della logica razionale.

MA, se domani PER IPOTESI: Mandela invia armi a Gheddafi, i tunisini formano squadroni della morte, le religioni cristiane vogliono imporre il silenzio alle critiche: il mio giudizio si rovescia restando però in attesa del sorgere di nuovi elementi da tenere in considerazione.

Per me questo è il tuo – espresso da me anche se con virgolette :) – “non fidarsi degli idoli, e non fare un idolo nemmeno di se stessi”.

* * *

Se può essere praticabile non fare un idolo degli altri, non dare a stessi completa credibilità è molto difficile.

Questa si può definire un’opera di alta educazione che dura ogni giorno della vita, tanto più ardua quanto più razionalmente diciamo di dubitare anche di noi stessi.

* * *

Perché, ti starai chiedendo, con impazienza devi sorbirti questa pedestre esposizione di concetti stra-noti per te?

Un cervello destro [come definisco il mio]  quando cerca di dialogare come un sinistro [cioè come te] diventa mortalmente noioso, lo so, ma questa premessa mi era necessaria per arrivare ad un esercizio che si chiama “gratta la vernice dorata sopra un idolo del presente”.

La vernice di chi ?

Barack Hussain Obama II, presidente ormai in vista della fine del suo primo mandato.

Ho letto un tuo commento, in questo mare non lo ritrovo, di grande fiducia e poi questo – post 120 – di chiara ammirazione.

Avevo commentato, ponendo delle ipoteche sulla genuinità delle intenzioni sottese a quel discorso.

Con ciò non intendevo pormi decisamente dalla parte dei suoi detrattori, ma nemmeno dimenticare le loro tesi che in breve riassumo con parole mie, solo perché oggi l’informazione mi ha messo emotivamente al tappeto, ma precisando che le informazioni derivano da articoli di giornalisti americani disallineati come Wayne Madsen e Webster Griffin Tarpley e da altro nelle mie ricerche da segugio della rete. ;)

* * *

Obama incarna il sogno americano: chiunque può in America diventare miliardario o presidente, purchè sia in gamba.

Anzi se lo diventa, vuol dire chè in gamba!

Questo è il mito nazionale.

E possiede qualità che piacciono al pubblico: è bello, giovane, con una bella moglie e figlie perfette, ha il colore di una minoranza etnica (sorvolando sul fatto che non ha mai conosciuto la vita dei ghetti).

Ma gli uomini che si sono fatti da sé, in anni – o in pochi mesi come quelli che hanno creato microsoft o FB o Yahoo, per esempio – hanno una biografia che documenta il percorso.

Ci piaccia o no quello che fanno, sappiamo come ci sono arrivati.

L’autobiografia di Obama invece non lo spiega; e secondo i detrattori manca di un dettaglio fondamentale: appena uscito dal college ha lavorato per la International Crisi Group che emana da Brzezinski, e che è ovviamente immanicata con la Cia.

Perché non dirlo, visto che Brezinski è ora suo consigliere!

In pratica serviva un volto pulito, che potesse rappresentare una politica estera non più apertamente aggressiva come quella di Bush, anzi promotrice di rivolte popolari “di giovani, internettizzati, apolitici, non violenti” – come per le rivoluzioni nei paesi dell’est Europa, prego vedere di Milena Gabanelli http://www.youtube.com/watch?v=bj3yxB-oueo

Da Presidente Obama disimpegna truppe in Iraq, ma le aumenta in Afghanistan, nonostante ciò riceve un Nobel per la Pace; va al Cairo per quel bel discorso che fa eco, ammirando, alla “preoccupazione” espressa da Brzezinski sul risveglio dei giovani del terzo mondo.

Siccome diventare presidente costa, la sua elezione è stata ovviamente finanziata da lobby (in primis da Soros altro magnate “pacifista”) ma la sua riforma sanitaria è amara per i cittadini poveri, costretti a pagarsi un’assicurazione sanitaria.

Dicono, io non lo posso sapere : sono un cittadino comune, che il suo accordo sul nucleare con la Russia lascia le cose come stavano; e nonostante la sua Green Economy le centrali nucleari torneranno ad essere costruite, questo è ufficiale.

Io non intendo dire che Obama sia consapevolmente complice del disegno globale della Trilaterale, l’organismo che domina sulle scelte mondiali e di cui fa parte Brzezinski ( post 61. Brzezinski e il terzo lato del riscatto, l’invidia).

Penso possa aver creduto al suo “We Can”, ma adesso dovrebbe pure aprire gli occhi e sentirsi un po’ utilizzato, deluso, da forze più potenti di lui.

Gli americani che erano stati indotti a credere ad un radicale cambiamento, le sinistre di tutto il mondo che hanno guardato a lui come a un “idolo” dal quale aspettarsi miracoli possono oggi sentirsi delusi.

Dovrebbero, anzi, secondo me.

Ma ciò come giudizio in corso d’opera che teoricamente Obama potrebbe rovesciare nei mesi restanti del suo mandato.

Potrebbe in pratica?

Con il tempo sapremo se anche le voci secondo cui la madre era agente Cia sotto copertura avevano fondamento oppure no, e se quell’originale del certificato di nascita che non si trovava è stato poi davvero recuperato.

Mi viene da pensare più o meno “Obama, se fai quello che devi il certificato si trova e puoi competere per la rielezione, se no…”

Quali certezze possiamo avere dalle molte informazioni di cui disponiamo?

Nessuna se non stiamo saldamente aggrappati al contesto.

Ogni giorno, senza soste.

Sisifo.

* * *

Gheddafi non è una figura univocamente negativa: per anni ha impersonificato a modo suo lo spirito rivoluzionario arabo, è stato attaccato e bombardato dagli americani che gli hanno ucciso dei figli, è sempre risorto dalla sue ceneri, simile in questo ad Arafat: Mandela visitò questo Gheddafi, non ha nulla di cui vergognarsi; semmai è Gheddafi che deve vergognarsi di essere diventato quel che è oggi, un dittatore che ha imposto alla Libia un clima cupo e poliziesco, prima, ed oggi uno sfruttatore del suo popolo che ha accumulato ricchezze all’estero e si batte senza risparmio di sangue altrui per restare al potere.

gli uomini (e le donne) si trasformano: è esperienza esistenziale profonda, che attraversa le crisi dei matrimoni o dei rapporti interpersonali, e le persone non sono un quid totalmente autonomo, ma prima di tutto delle forme di interazioni con i loro rapporti che li accompagnano e vi si adattano in modo proteiforme, rivelando aspetti diversi della loro natura (visto che chiamiamo così la struttura di perosnalità che si organizza variando attorno ad ogni rete di relazioni interpersonali).

il Gheddafi che dialogava con Mandela non è quello che dialoga con Berlusconi e D’Alema, dopo che Prodi lo sdoganò come Presidente della Commissione Europea, anche se oggi sappiamo che in questo ha volutamente cercato l’umiliazione dell’Italia, vecchia potenza coloniale, e dunque vi era anche in questo una traccia del vecchio leader rivoluzionario.

* * *

Obama: ha i limiti di chiunque si trova ad operare in un contesto; in un campo limitatissimo capita anche a me quotidianamente di scontrarmi col fatto che la realizzazione di qualche progetto significa sempre necessariamente in qualche modo snaturare alcuni aspetti di quel progetto.

non intendo mitizzare Obama, ma sono fermamente contrario alla cultura del sospetto e credo che si debba ben vedere che l’alternativa a lui è la Palin e i tea party.

una tragedia di chi fa qualcosa di buono è che si trova sempre attaccato non solo da coloro che contrastano i suoi progetti, ma anche da quelli che li criticano perché vogliono far credere di essere di tanto migliori.

come con Prodi, la democrazia uccide volentieri se stessa, non perché si debbano accettare gli idoli, ma perché li si deve attaccare solo sulla base di analisi realistiche delle situazioni, senza rinunciare a criticarli su punti particolari, ma senza prospettare critiche distruttive e insensate funzionali solo al successo della destra fascista.

pare che da questa contraddizione non si esca; Prodi è stato sepolto dai suoi, dall’alleanza non detta fra i filoberlusconiani di sinistra e i rivoluzionari di professione che perseguivano lo stesso scopo.

senza di loro non si vince, ma è perfettamente inutile vincere con loro, dato che significa allevarsi la serpe in seno.

in ogni caso odio la cultura del sospetto e lo sport di criticare qualcuno sulla base di vaghi sospetti e di dicerie.

la madre di Obama era un’agente della CIA? non è chiara la biografia di Obama, quando ha costruito il suo successo proprio a partire da una autobiografia letterariamente notevole?

alcune di queste voci sono francamente ridicole, venga avanti chi ha le prove, altrimenti le cerchi prima di parlare.

l’esperienza personale diretta mi ha insegnato a riconoscere persone in alcuni casi pagate e stipendiate per compiere queste azioni di confusione e depistaggio.

troppo facile dichiararsi delusi da parte di coloro che non hanno mai appoggiato coloro che criticano e che se ne stanno alla finestra a predicare.

* * *

però, dopo avere scritto questo commento in fondo aspro, me ne dissocio completamente.

la mia amara morale è che in fondo lo sforzo di capire dove stia la verità è insensato: e qui sono alla crisi forse definitiva di questa mia impresa un poco senza senso, parlo del blog.

là dove le informazioni si accavallano praticamente illimitate dicendo tutto e il contrario di tutto, abbiamo criteri di selezione delel notizie così vaghi, che ci mettono praticamente in balia semplicemente dei nostri pre-giudizi.

a questo punto la ricerca della verità prodigiosamente favorita dalla moltiplicazione dell’informazione in internet viene di fatto vanificata dall’impossibilità della mente umana di orientarsi in questa informazione debordante, se non per parziali atti di autopersuasione non interamente razionali.

e, se non è possibile arrivare alla verità – essendo la conquista della Verità esclusa per definizione – neppure in campi circoscritti e parziali (al contrario di quanto pensavo 5 anni fa quando iniziai sull’altra piattaforma l’avventura dei blog), a maggior ragione è fine a se stessa e ridicola la presunzione di poterla dire.

la cosa migliore è forse ritirare i remi in barca, smettere di sforzarsi di guidarla in una qualche direzione, e lasciarsi andare alla corrente, come in fondo consigliava Lao Tzu.

* * *

certo, in queste circostanze chi continua a scrivere avrebbe almeno il dovere di spiegare perché.

“Cerca,  e scopri se quando scrivi hai un livello di coscienza abbassato.

Perchè mai si scrive così tanto se non per sfuggire alla consapevolezza?”

strana morale questa, se viene applicata soltanto alla scrittura degli altri.

* * *

e invece è proprio il Tao di Lao Tzu, a leggerlo bene, che ci dice di fare il contrario:

Il sommo bene è come l’acqua:

l’acqua ben giova alle creature e non contende,

resta nel posto che gli uomini disdegnano.

abbandonarsi alla corrente dell’insuperabile dubbio?

certamente sì, ed è proprio la scrittura questa corrente.

5 risposte a “abbandonarsi, scrivendo, alla corrente dell’insuperabile dubbio? 193

  1. eh quanta roba… un’enciclopedia dei punti caldi. Interessante, mi chiedo come mai nessuno qui ha commentato.
    Io non sarei così anti Tarpley, e in quanto alle paure di Israele che l’antisemita Brzezinski sia vicino a Obama, direi che anche gli eventi lo suggeriscono. Nememno è stato eletto il nuovo presidente dell’Egitto e già il candidato americano in pectote ElBaradei assicura che se Israele attacca di nuovo Gaza gli dichiarerà guerra. Lo trovi in tutte le notizie.

    • ti rispondo prima con una battuta e poi con quel che penso davvero.

      perché nessuna ha commentato questo post? forse perché sono 10 post ricuciti assieme e non sapeva che cosa scegliere?

      e ora la risposta vera (secondo me): perché sei il primo che se lo legge, e infatti è impossibile non commentarlo! 🙂

      mi interessa molto quello che scrivi sull’Egitto, anche perché dai twitter palestinesi e giordani un attacco di Israele a Gaza sembra imminente:

      https://bortocal.wordpress.com/2011/04/03/206-twitter-nella-rivoluzione-araba/

      questa era appunto la domanda che mi ponevo ieri e che mi pongo di nuovo oggi: che cosa succederà della rivoluzione araba in corso, se Israele interverrà con un attacco antipalestinese?

      è possibile separare la rivoluzione palestinese dalla rivoluzione araba?

      l’aspirazione dei profughi palestinesi ad una vita dignitosa e libera non è la stessa dei giovani egiziani o tunisini?

      e che fine farà l’America in questo quadro? come potrà prendere posizione Obama?

      (trasferisco questi commenti al posto giusto, in coda a quel post…)

  2. Pingback: [dialogo con mcc43 su Soros, Obama, Gheddafi e altro] 5 marzo 2011 – wp s.n. – s.n. – cor-pus-zero·

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