il funerale – 214

un’amica di mia figlia aspetta il suo primo figlio, o figlia, e finalmente arriva la notizia attesa con un poco di ansia, dato qualche ritardo: la notizia viene a poco a poco trasmessa ad amici e parenti e accolta con gioia e trepidazione; iniziano i riti dell’attesa, i controlli medici, le prime fantasie, le emozioni, siamo già al terzo mese e lei sente con lo stetoscopio il battito del cuore di quel progetto di vita che si sta formando nel suo utero. 

troppo presto, comunque, ancora per sapere di che sesso è, anche se stranamente tutti ne parlano istintivamente al femminile.

poi qualcosa va storto: all’ultimo controllo le dicono che l’embrione è morto: l’utero si stava sviluppando, ma forse in maniera non omogenea, o forse il problema era nell’embrione? non si sa…

ma quello che si sa è quello che le chiede con un certo imbarazzo la dottoressa prima di procedere all’operazione di raschiamento dell’utero:

Scusi, ma sono costretta per legge a domandarglielo, lei vuole fare il funerale per l’embrione?

a lei scappa da piangere, ma vorrebbe rispondere: e che nome scriviamo sulla lapide dell’embrione senza sesso, scusi? Francesco Maria?

oppure prima gli facciamo l’autopsia col microscopio per capire di che sesso sarebbe stato?

* * *

Lombardia 2013, la regione italiana più avanzata rispetto all’Europa, vero?

a Formigoni e papi Woitila, Ratzinger e Bergoglio importa poi molto se questa domanda sembra fatta apposta per acutizzare il dolore di una perdita che è già grande?

però siamo una società pluralista, no? dal punto di vista dei talebani che governano l’Ohio d’Italia: dopotutto puoi perfino scegliere e non sei neppure obbligato…

11 risposte a “il funerale – 214

  1. Buongiorno …
    ..non ho parole
    L’unica che mi viene in mente e che è rimasta bloccata sulla lingua è una parolaccia.
    Non mi sembra il caso
    Hai già detto tutto tu…e quello che non hai detto…be’ lo immagino.

    ciao
    .marta

  2. io mi chiamo Francesco Maria e tutta quella gente mi fa schifo.
    se esistesse l’inferno nel quale dicono di credere avrebbero un posto dove stare, per l’eternità.

Scrivi una risposta a bortocal Cancella risposta