10 risposte a “come conoscere se stessi.

    • lo so lo so lo so che è una provocazione.

      ma sono pronto a battermi per il grande fondo di verità che ci vedo dentro… 🙂

      basterebbe che qualcuno obiettasse qualcosa, però. 🙂

      un abbraccio e buona serata a te.

      • Se ognuno di noi non facesse lo gnorri…non ci sarebbe assolutamente bisogno di “vederci” con gli occhi degli altri.
        Sappiamo
        lo sappiamo (forse) bene come siamo fatti.

        e che
        ci ignoriamo
        ecco

        buona serata
        ciao
        .marta

        • grazie dell’immediata risposta, marta, perché adesso la tua perplessità mi è più chiara…

          tu dici che noi sappiamo bene (forse, aggiungi prudentemente) come siamo.

          ma io sono invece convinto che l’autocoscienza sia soltanto uno strumento biologico che ci è messo a disposizione per migliorare le nostre possibilità di sopravvivenza.

          e in questo senso è necessariamente falsante: se tutti ci vedessimo per quello che siamo davvero e non per quello che ci sentiamo di essere, cadremmo tutti in depressione (tema di un altro post).

          chiudo con un esempio apparentemente bizzarro: noi siamo dentro una galassia; lo avremmo mai capito come è fatta (per quel tanto che ne sappiamo, peraltro) se non avessimo visto altre galassie da fuori?

          e chi ci osservasse da qualche altra galassia non avrebbe immediatamente quella immagine di quel che siamo che noi dobbiamo faticosamente ricostruire dall’interno?

          così mi pare che sia anche per quell’altra galassia che è la mente umana.

    • questo è vero, ma se riesci a fare una sintesi, ti vedi – sempre secondo me – molto meglio di come riesci a capirti osservandoti da solo?

      – ancora alzata dopo le fatiche di oggi? 🙂 🙂 🙂

  1. Per migliorare le nostre possibilità di sopravvivenza…beh ci dobbiamo conoscere…e conoscendoci sopravviviamo.
    Se ci conoscessimo a fondo in modo quasi perfetto vivremo
    semplicemente
    senza sopravvivere

    • il mondo non è così perfetto a mio parere come lo immagini tu: è vero che serve conoscersi per sopravvivere, ma è anche vero che a volte è utile non conoscersi affatto.

      se le gazzelle si conoscessero non cercherebbero neppure di sfuggire ai leoni, saprebbero in partenza che è una battaglia persa; però non lo sanno, ed ecco che ogni tanto qualcuna riesce a scappare.

      se ci conoscessimo a fondo non ci sarebbe il rischio che, anziché vivere o sopravvivere, ci lasceremmo morire?

      no, per fortuna c’è la speranza irrazionale che ci mantiene in vita, perché a volte l’impossibile accade.

      (il tema sta cambiando lentamente, vedo…, come se ruotasse su se stesso mostrando un’altra faccia).

    • spero che il tuo commento sia riferito a quello di principotta, e non a me!! 🙂

      nel caso contrario (che mi pare più probabile 🙂 ) direi di sentirmi molto più “pirandelliano” di Pirandello stesso… 🙂

      lui crede almeno che un uno ci sia: io sono propenso a pensare che faremmo bene a credere che esiste soltanto il nessuno e il centomila e che la nostra immagine sociale è veramente l’unica “personalità” che abbiamo.

      per cui ogni processo di auto-analisi che conduciamo su noi stessi meglio farebbe a partire dal dato di fatto più certo che abbiamo a disposizione… 🙂

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