il G20 di Brisbane e le banche: congiura italiana del silenzio – 663.

la stampa italiana, asservita alle banche, di cui e` in larga parte proprieta`, ha steso una cortina di disinformazione su una delle principali decisioni prese nel recente vertice del G20 di Brisbane, che dovrebbero preoccupare parecchio chi ha dei depositi bancari.

per avere una informazione chiara occorre rivolgersi alla stampa straniera.

io consulto lo Spiegel:

non solo i 30 maggiori istituti bancari del mondo dovranno avere una riserva di capitale piu` grande, ma gli investitori devono essere coinvolti nel salvataggio delle banche.

Non deve piu` essere di nuovo necessario, ha detto Angela Merkel, che i contribuenti debbano pagare per evitare che le grosse banche falliscano.

in altre parole, oltre ad avere capitale proprio, rinforzato, le banche dovranno disporre di capitali esterni altrettanto grandi.

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queste decisioni, pur nel loro carattere limitato, sono molto positive ed e` un peccato che arrivino soltanto a sei anni di distanza dall’inizio della piu` grande crisi economica della storia.

fortunatamente finalmente, quasi costretti, gli stati cominciano a distinguersi dai poteri finanziari e non operano piu` come i rappresentanti diretti dei loro interessi, come hanno fatto in questi anni.

ma queste decisioni indicano anche qualcos’altro di ancora piu` importante.

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se i capi di governo delle 20 maggiori potenze economiche del pianeta discutono come evitare che gli stati debbano farsi carico di futuri fallimenti di qualcuna fra le piu` grandi banche del pianeta (o addirittura di tutte, considerata la loro inter-dipendenza oltre un certo livello), questo significa che questo rischio e` reale e si e` recentemente aggravato.

e` abbastanza noto come i recenti stress test bancari condotti dall’Unione Europea, che hanno dato in generale risultati rassicuranti, salvo che per un discreto numero di banche italiane, sono stati viziati da una strana impostazione, che ha visto considerare meglio garantite le banche che piu` hanno investito in operazioni finanziarie, e piu` esposte quelle che invece hanno mobilitato prestiti alle imprese con i loro capitali.

la sicurezza dunque delle banche giudicate solide e` soltanto la solidita` di un immenso castello di carte che non e` ancora crollato.

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la seconda considerazione da fare e` che queste misure richiederanno un certo tempo per entrare in vigore e nel frattempo potrebbero proprio agire da catalizzatore per fare esplodere le contraddizioni e le fragilita` che sono state appena esposte.

che cosa fare, allora, nel caso che fallimenti importanti si verificassero PRIMA che queste misure siano realizzate, senza considerare che esse rafforzeranno le banche, ma non potranno impedire del tutto la loro crisi e persino il loro fallimento?

se il rifiuto di coinvolgere gli stati in altri futuri salvataggi reali deve essere considerato effettivo, allora, fra le righe, si deve leggere qualcos’altro.

ed e` quello che le nostre banche non vogliono che si sappia, perche` altrimenti alcuni clienti preferirebbero, al limite, tenere i loro soldi nel materasso che lasciarli a loro.

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infatti, a fronte di una banca che fallisce i clienti non sarebbero protetti altro che dalle disposizioni attuali, che vincolano lo stato ad intervenire per coprire i conti inferiori a determinati importi secondo le leggi dei vari stati (ad esempio, 100.000 euro in Italia, 20.000 euro in Germania).

in altre parole oltre queste cifre il fallimento della banca provocherebbe anche la perdita parziale o totale delle somme depositate dai correntisti.

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sono decisioni molto positive.

soltanto si dovrebbero conoscere bene, perche` significano che chi deposita in banca dovrebbe informarsi bene sullo stato di salute dell’istituto che sceglie, prima di affidargli i propri capitali oltre una certa cifra.

e questa operazione e` praticamente impossibile, considerata l’omerta` che vige sul tema.

si potrebbe quindi soltanto consigliare a chi dispone di somme molto forti, di distribuirle fra banche diverse, restando in ognuna al di sotto del tetto della copertura statale fissata per legge.

oppure di investire i propri capitali altrove.

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con quali conseguenze?

di aggravare la probabilita` di una crisi bancaria…

con la conseguenza che disposizioni nate per difendere le banche (e salvare gli stati se le banche crollano, lasciando che siano gli azionisti e al limite certi correntisti a rimetterci) potrebbero proprio aggravare la crisi strisciante delle banche stesse, oramai gonfie di vari titoli dal valore solo apparente.

ma, paradossalmente, sono proprio questi titoli che si vogliono accrescere.

in altre parole si sta cercando di consolidare il castello di carte costruendo dei supporti sempre formati da castelli di carte.

e potrebbe essere proprio questa manovra a far crollare il tutto.

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fare il mestiere dei gufi non e` diventato troppo difficile, recentemente…

non accontentarti di leggere e scuotere la testa, lascia un commento, se ti va :-)

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