la settima tangenziale, o anello, sarà lunga 940 km e sarà inaugurata l’anno prossimo.
le altre sei esistono già; la più interna è l’anello interno che circonda la Città Proibita.
siamo a Pechino, Bei Jing, allora.
* * *
anzi eravamo: perché Pechino, con i suoi 20 milioni di abitanti, non esiste più e sta per essere assorbita in una città più grande, Jing-Jin-Ji, di 110 milioni di abitanti, che comprenderà, oltre a lei, a città di Tianjin, 14 milioni di abitanti, e tutto lo Hebei, la provincia che circonda la capitale.
la superficie della città sarà di 216 mila chilometri quadrati, circa due terzi dell’Italia.
i trasporti ferroviari ultra-veloci, già ampiamente realizzati, e le superstrade a otto corsie collegheranno questa enorme vetrina del successo cinese al resto del paese.
alcuni dipartimenti ministeriali, università e ospedali verranno spostati a Baoding, 130 chilometri a sudovest dell’attuale Pechino, 33 minuti esatti di treno super-veloce dalla modernissima stazione di Pechino Sud, finito da pochissimo tempo, e capolinea per il treno super-veloce per Shanghai.
e cinque milioni di abitanti devono andarsene dalla capitale di oggi e spostarsi subito almeno di qualche decina di chilometri: le autorità hanno già cominciato ad abbattere alcuni grandi mercati di periferia che richiamano decine e decine di migliaia di lavoratori migranti.
* * *
non so che cosa debba farci più impressione in tutto questo: se le dimensioni del progetto e il delirio di grandezza che gli sta sotto oppure la sua velocità di realizzazione.
Jing-Jin-Ji è un progetto direttamente voluto da Xi Jinping, il nuovo presidente cinese; non sarà un caso se nel nome della nuova città si trova un ideogramma, Jin, che è anche nel suo nome.
intanto sono state pubblicate le “Osservazioni di Xi Jinping sull’approfondimento delle riforme”, una raccolta di 274 aforismi politici.
Se contribuisci ad alleviare l’inquinamento atmosferico e a risolvere il problema dello smog, sarai onorato e considerato un eroe.
Non possiamo usare la scusa delle riforme per i nostri interessi.
Dobbiamo stare attenti a non cadere nella trappola delle divisioni o dell’occidentalizzazione.
il più interessante è il terzo, almeno per me.
con occidentalizzazione e divisioni il nuovo leader cinese intende quella che noi chiamiamo democrazia e che sta uscendo apparentemente con le ossa rotte dal grande confronto competitivo mondiale.
ma viene spontaneo chiedersi che cosa potrè essere di questa megalopoli immensa a fronte dei vincoli ambientali che già stanno rendendo precaria la sopravvivenza stessa di Pechino alle dimensioni attuali.
* * *
qualcosa di simile, su altra scala, che dovremmo definire più ridotta, sta avvenendo a Istanbul, anche se ha solo 14 milioni di abitanti, sotto la guida di un altro leader autoritario, Erdogan, uscito appena confermato dalle recenti elezioni.
l’obiettivo è il 2023, primo centenario della repubblica turca, che dovrà vedere la Turchia come ottava potenza economica mondiale, politicamente nel ruolo di leader ritrovato del mondo islamico, e Istanbul come uno dei nuovi centri finanziari globali,.
Istanbul era già una città lunga 130 km, 80 sulla sponda europea e 50 su quella asiatica, l’ultima volta che la visitai nel 2007, ma se dovessi tornarci anche fra pochi anni, potrei faticare a riconoscerla.
è in costruzione l’IFC, 2,5 milioni di metri quadrati: più grande della City di Londra, New York e Dubai messe assieme.
enormi moschee sono in parte già state costruite, in parte in costruzione, a simbolo della nuova ideologia islamista che guida questa espansione.
il terzo ponte autostradale sul Bosforo verrà costruito da una impresa italiana.
un altro ponte autostradale, uno dei più lunghi del mondo, è previsto nella baia di Izmit, sul percorso della nuova autostrada Istanbul Izmir, iniziata un anno fa, inaugurazione prevista nel 2017.
intanto, a 20 minuti di metropolitana dal centro, è in costruzione una Venezia con gondole e canali in mezzo ai grattacieli, che “avrà molto di più da offrire della Venezia vera”, e una Tuscan Valley, dove “i tuoi sogni diventano la tua vita”.
e sono sogni semplici e volgari.
che dureranno fino al prossimo imminente e inevitabile terremoto che si sta avvicinando alla zona di Istanbul, previsto dagli scienziati, ma non dai politici in cerca di successo immediato e di clamori.
* * *
e Bosington? la grande metropoli potenziale americana fra Boston e Washington, che potrebbe provare a rivaleggiare con Jing-Jin-Ji, è per ora soltanto una fantasia.
difficilmente l’Occidente, perfino nella sua più robusta versione americana, è in grado di rivaleggiare con lo sfrenato attivismo permesso da strutture politiche autoritarie che godono al momento di un enorme consenso, sconosciuto da noi.
che dire poi dell’Europa, delle sue alchimie bizantine, delle sue polemiche viscide e inconcludenti?
la vecchia Costantinopoli si è trasferita oggi fra Strasburgo e Bruxelles.
siamo decisamente tagliati fuori, sempre più stiamo scivolando nel ruolo di un paese secondario dei balocchi, di un modello arcaico di felicità rissosa democratica, che maschera la incapacità di grandi disegni e di rinnovamenti reali.
una specie di piccolo mondo antico, attento all’ambiente, ai diritti delle persone, alla libertà delle opinioni…
* * *
però, sapete che vi dico? potrebbe forse essere la nostra fortuna.
se solo sapessimo davvero scegliere questa strada senza complessi di inferiorità.
e opporci drasticamente al potere dei nuovi centri della finanza che invece trionfano senza opposizione alcuna nei nuovi fragilissimi baricentri della potenza mondiale.