393. se Oscar Giannino è Dulcamara, Barnard chi è? Cagliostro… – 393

5 agosto 2012 domenica  18:51

Oscar Giannino è l’improbabile economista recentemente lanciato sul mercato dei nostalgici di Berlusconi: basta guardare i suoi baffi a manubrio per rendersi conto che appartiene alla razza italica dei dottor Dulcamara, il venditore dell’Elisir d’amore (musica di Donizetti), tipologia adorata dalla destra italiana, in crisi di astinenza dopo la sparizione del grande Pifferaio Magico.

il suo programma politico consiste nel pagare meno tasse: una novità epocale, dopo Berlusconi, Bossi e Beppe Brillo.

il personaggio non suscita allarme, ma piuttosto ilarità, ma c’è chi si preoccupa e corre ai ripari.

come?

scoprendo o riscoprendo il geniale Cagliostro degli economisti contemporanei, Paolo Barnard: solo che il titolo di economista in questo caso è abbondantemente abusato, essendo il soggetto semplicemente un giornalista, a differenza del Giannino.

Cagliostro era un negromante, alchimista, taumaturgo massone palermitano del Settecento, che diede fama e rinomanza mondiale alla furbizia italiana, un mix ben calcolato di suggestione, superstizione, idolatria, culto del successo, ignoranza scientifica, che sono un po’ l’imprinting profondo del nostro popolo.

un maestro, e soprattutto un personaggio vero, mentre Dulcamara è semplicemente inventato.

ora nella lotta, sopravvalutata, a Giannino c’è chi ricorre a Barnard per smentire il primo.

è come usare Cagliostro per smentire Dulcamara.

Giannino Dulcamara è solo un personaggio da opera comica, lasciatelo divertire e lasciate che diverta anche noi; Cagliostro Barnard è invece un personaggio inquietante da riedizione del Mein Kampf: un esaltato convinto di avere trovato l’uovo di Colombo per risolvere la crisi del debito: stampare carta moneta.

e non mi dilungo oltre perché ho già dato in questo post e nei 43 commenti che ne sono seguiti: 48. la crisi, Paolo Barnard: tre criminali e un cretino (e lui). , e non sarà il tono sussiegoso e semiaccademico di certi nuovi interventi suoi a farmi cambiare idea.

Barnard è pericoloso, chi gli dà risonanza positiva anche.

* * *

gino metropoli 5 agosto 2012 alle 19:39
Ancora a parlare male di Barnard!?!?!
…ma è un segno di DOC, questo!!!
Un Rorschach lo vedo indicato!!!
per te, credo che intendi!
accidenti, sei tornato nel giro di 10 minuti dalla pubblicazione del post: vedo che sono un tuo vigilato speciale…
ebbene sì, mi sono permesso non dirò di criticare, perché oramai mi risparmio la fatica, ma di dire quel che penso in modo sintetico del tuo maestro…
ma in fondo di che ti lamenti? tutta pubblicità, no?
gino metropoli  5 agosto 2012 alle 23:48
Non è un Maestro per me… ma uno studioso da rispettare!
posso rispettare i maestri, ma dove qualcuno si fa passare per Maestro il sarcasmo è necessario.
del resto lui non lo risparmia verso chi non la pensa come lui, non credo possa lamentarsi del trattamento da me riservato a lui.
senti qua:
“Non voglio sembrare arrogante, ma veramente vale la pena spendere pochissime parole per smontare le fandonie e la truffa – scrive proprio così, in questo italiano da cani – del programma economico con cui il signor Oscar Giannino – il suo sarcasmo è proprio a questi livelli: come Berlusconi, chiama “signori” quelli con cui vuole prendersela – e i suoi finanziatori si lanciano in politica.
Di economia, nel loro programma, c’è la stessa dose che trovate di succo d’arancia nella Fanta. Forse di meno”.
è esattamente quel che penso di lui, di Barnard: solo che nel so caso il paragone lo farei con un cognac, considerandone gli effetti sulla mente.
devo continuare?
“Un debito pubblico di uno Stato a moneta sovrana (…) si traduce nell’attivo di tutto il settore non governativo (famiglie + aziende), al centesimo”.
ma stiamo scherzando? e la parte di debito pubblico verso l’estero?
“Ogni singolo centesimo coinvolto nella spesa pubblica a deficit è dunque un attivo dei riceventi di quella spesa, e non un debito”.
non è il caso neppure di continuare: sostenere che il debito pubblico non è un debito è un semplice delirio, economicamente parlando.
certamente il debito di qualcuno è sempre il credito di qualcun altro, questo è lapalissiano; nel caso dell’Italia il debito pubblico è posseduto attualmente per il 37% da investitori esteri, secondo Giavazzi: 389. Alesina e Giavazzi 2. ricomperiamoci il debito.
“Diminuire il debito pubblico (…) è sbagliato, non ha senso, ed è contrario alla funzione primaria per cui i debiti pubblici sono stati creati”.
questo almeno sostiene Barnard, ma tanto chi lo bada? giusto metropolis e qualcun altro…

26 risposte a “393. se Oscar Giannino è Dulcamara, Barnard chi è? Cagliostro… – 393

  1. Ancora a parlare male di Barnard!?!?!…ma è un segno di DOC, questo!!! Un Rorschach lo vedo indicato!!!

    • accidenti, sei tornato nel giro di 10 minuti dalla pubblicazione del post: vedo che sono un tuo vigilato speciale…

      ebbene sì, mi sono permesso non dirò di criticare, perché oramai mi risparmio la fatica, ma di dire quel che penso in modo sintetico del tuo maestro…

      ma in fondo di che ti lamenti? tutta pubblicità, no?

    • posso rispettare i maestri, ma dove qualcuno si fa passare per Maestro il sarcasmo è necessario.

      del resto lui non lo risparmia verso chi non la pensa come lui, non credo possa lamentarsi del trattamento da me riservato a lui.

      senti qua:

      “Non voglio sembrare arrogante, ma veramente vale la pena spendere pochissime parole per smontare le fandonie e la truffa – scrive proprio così, in questo italiano da cani – del programma economico con cui il signor Oscar Giannino – il suo sarcasmo è proprio a questi livelli: come Berlusconi, chiama “signori” quelli con cui vuole prendersela – e i suoi finanziatori si lanciano in politica.
      Di economia, nel loro programma, c’è la stessa dose che trovate di succo d’arancia nella Fanta. Forse di meno”.

      è esattamente quel che penso di lui, di Barnard: solo che nel so caso il paragone lo farei con un cognac, considerandone gli effetti sulla mente.

      devo continuare?

      “Un debito pubblico di uno Stato a moneta sovrana (…) si traduce nell’attivo di tutto il settore non governativo (famiglie + aziende), al centesimo”.

      ma stiamo scherzando? e la parte di debito pubblico verso l’estero?

      “Ogni singolo centesimo coinvolto nella spesa pubblica a deficit è dunque un attivo dei riceventi di quella spesa, e non un debito”.

      non è l caso neppure di continuare: sostenere che il debito pubblico non è un debito è un semplice delirio, economicamente parlando.

      certamente il debito di qualcuno è sempre il credito di qualcun altro, questo è lapalissiano; nel caso dell’Italia il debito pubblico è posseduto attualmente per il 37% da investitori esteri, secondo Giavazzi: https://bortocal.wordpress.com/2012/08/02/389-alesina-e-giavazzi-2-ricomperiamoci-il-debito/

      • “non è l caso neppure di continuare: sostenere che il debito pubblico non è un debito è un semplice delirio, economicamente parlando.” no. Il delirante è lei che confonde DEBITO PUBBLICO con DEBITO PRIVATO dato che sono due cose completamente DIVERSE. Lo Stato SPENDE prima di INCASSARE, il PRIVATO INCASSA prima di SPENDERE. Se lo Stato non IMMETTE LIQUIDITA’ nell’economia nazionale attraverso la SPESA ( e in assenza di afflussi di capitali da SETTORE ESTERO ) il PRIVATO non può INCASSARE, se non A DEBITO dalle banche. Lo schema è spiegato qui sotto:

        a)SETTORE PUBBLICO ( governo/Stato/PA )
        immette moneta in b) attraverso la SPESA PUBBLICA
        sottrae moneta a b) attraverso le ENTRATE ( imposizione fiscale, tagli alla spesa, vendita di titoli )
        spesa pubblica = entrate PAREGGIO DI BILANCIO
        spesa pubblica > entrate DEFICIT DI BILANCIO
        spesa pubblica spese SURPLUS
        incassi importazioni SURPLUS commerciale di b)
        esportazioni < importazioni DEFICIT commerciale di b)
        esportazioni = importazioni PAREGGIO commerciale tra b) e c)

        Bilancio a)in DEFICIT = bilancio b) in SURPLUS
        Bilancio a) in SURPLUS = bilancio b) in DEFICIT
        Bilancio a) in PAREGGIO = bilancio b) in PAREGGIO

        Bilancio c) in DEFICIT = bilancio b) in SURPLUS
        Bilancio c) in SURPLUS = bilancio b) in DEFICIT
        Bilancio c) in PAREGGIO = bilancio b) in PAREGGIO

        Queste cose che lei non sa manco cosa sono si chiamano BILANCI SETTORIALI e non se le è inventate Barnard ma le ha spiegate chiaramente WYNNE GODLEY ( 1926 -2010 ), docente di economia all'Università di OXFORD ( una a caso ). Digiti "ADDING DOMESTIC PRIVATE SECTOR BALANCE" su motore di ricerca e clicchi sulla prima voce. Ci sono delle slide con i grafici del FMI ( non di Barnard ) che dimostrano ESATTAMENTE ciò che ho scritto. I paesi presi in esame sono: Italia, Germania, Spagna, Grecia, Irlanda, Portogallo, USA, Regno Unito e Giappone.
        Ora vediamo chi è che racconta CAZZATE. A detto sua sembra che gente come Barnard e Bagnai si inventano le cose a caso. Ma per piacere!

      • Ho dimenticato delle parti. Riposto lo schema:

        a)SETTORE PUBBLICO ( governo/Stato/PA )
        immette moneta in b) attraverso la SPESA PUBBLICA
        sottrae moneta a b) attraverso le ENTRATE ( imposizione fiscale, tagli alla spesa, vendita di titoli )
        spesa pubblica = entrate PAREGGIO DI BILANCIO
        spesa pubblica > entrate DEFICIT DI BILANCIO
        spesa pubblica spese SURPLUS
        incassi importazioni SURPLUS commerciale di b)
        esportazioni < importazioni DEFICIT commerciale di b)
        esportazioni = importazioni PAREGGIO commerciale tra b) e c)

        Bilancio a)in DEFICIT = bilancio b) in SURPLUS
        Bilancio a) in SURPLUS = bilancio b) in DEFICIT
        Bilancio a) in PAREGGIO = bilancio b) in PAREGGIO

        Bilancio c) in DEFICIT = bilancio b) in SURPLUS
        Bilancio c) in SURPLUS = bilancio b) in DEFICIT
        Bilancio c) in PAREGGIO = bilancio b) in PAREGGIO

      • a)SETTORE PUBBLICO ( governo/Stato/PA )
        immette moneta in b) attraverso la SPESA PUBBLICA
        sottrae moneta a b) attraverso le ENTRATE ( imposizione fiscale, tagli alla spesa, vendita di titoli )
        spesa pubblica = entrate PAREGGIO DI BILANCIO
        spesa pubblica > entrate DEFICIT DI BILANCIO
        spesa pubblica spese SURPLUS
        incassi importazioni SURPLUS commerciale di b)
        esportazioni < importazioni DEFICIT commerciale di b)
        esportazioni = importazioni PAREGGIO commerciale tra b) e c)

        Bilancio a)in DEFICIT = bilancio b) in SURPLUS
        Bilancio a) in SURPLUS = bilancio b) in DEFICIT
        Bilancio a) in PAREGGIO = bilancio b) in PAREGGIO

        Bilancio c) in DEFICIT = bilancio b) in SURPLUS
        Bilancio c) in SURPLUS = bilancio b) in DEFICIT
        Bilancio c) in PAREGGIO = bilancio b) in PAREGGIO

      • b) SETTORE PRIVATO NAZIONALE ( cittadini, famiglie, aziende, banche nazionali )
        incassa moneta ( tramite SPESA PUBBLICA da a) e ESPORTAZIONI a c) )
        spende moneta ( tramite ENTRATE a a) e IMPORTAZIONI da c) )
        incassi > spese SURPLUS
        incassi importazioni SURPLUS commerciale di b)
        esportazioni < importazioni DEFICIT commerciale di b)
        esportazioni = importazioni PAREGGIO commerciale tra b) e c)

        Bilancio a)in DEFICIT = bilancio b) in SURPLUS
        Bilancio a) in SURPLUS = bilancio b) in DEFICIT
        Bilancio a) in PAREGGIO = bilancio b) in PAREGGIO

        Bilancio c) in DEFICIT = bilancio b) in SURPLUS
        Bilancio c) in SURPLUS = bilancio b) in DEFICIT
        Bilancio c) in PAREGGIO = bilancio b) in PAREGGIO

      • c) SETTORE ESTERO ( governi/Stati, cittadini, famiglie, aziende, banche estere )
        immette moneta/sottrae beni in/a b) attraverso le ESPORTAZIONI
        sottrae moneta/immette beni in/a b) attraverso le IMPORTAZIONI
        esportazioni > importazioni SURPLUS commerciale di b)
        esportazioni < importazioni DEFICIT commerciale di b)
        esportazioni = importazioni PAREGGIO commerciale tra b) e c)

        Bilancio a)in DEFICIT = bilancio b) in SURPLUS
        Bilancio a) in SURPLUS = bilancio b) in DEFICIT
        Bilancio a) in PAREGGIO = bilancio b) in PAREGGIO

        Bilancio c) in DEFICIT = bilancio b) in SURPLUS
        Bilancio c) in SURPLUS = bilancio b) in DEFICIT
        Bilancio c) in PAREGGIO = bilancio b) in PAREGGIO

        • tante parole per nulla.

          il fatto che il debito pubblico sia diverso da quello privato non toglie che sia un debito.

          dire che “lo Stato SPENDE prima di INCASSARE, il PRIVATO INCASSA prima di SPENDERE” è una bubbola:

          le garantisco che qualunque ente pubblico è tenuto a rispettare, a differenza dei privati, il vincolo rigoroso della parità del bilancio, cioè non può mai spendere più di quello che ha incassato e prima di averlo incassato.

          se poi vogliamo parlare invece della emissione di moneta, questa certamente è una funzione dello stato, ma – ripeto invano – la moneta non crea ricchezza, ma la rappresenta; stampando moneta non aumento la ricchezza, diminuisco il valore della moneta.

          quindi pensare di aumentare la ricchezza aumentando la moneta è fare teorie economiche pinocchiesche da campo dei miracoli,

          • “dire che “lo Stato SPENDE prima di INCASSARE, il PRIVATO INCASSA prima di SPENDERE” è una bubbola” No. Il bubbolaro è lei. Lo Stato NON PUO’ INCASSARE PRIMA DI SPENDERE. E’ come pretendere di TOGLIERE l’acqua da un secchio PRIMA di avercela MESSA DENTRO. E’ da MALATI MENTALI. Il secchio è l’ECONOMIA NAZIONALE, l’ACQUA sono i SOLDI, quello che METTE/TOGLIE l’ACQUA è lo STATO.
            “le garantisco che qualunque ente pubblico è tenuto a rispettare, a differenza dei privati, il vincolo rigoroso della parità del bilancio, cioè non può mai spendere più di quello che ha incassato e prima di averlo incassato.” sì, continui pure a ripetere che la TERRA E’ PIATTA ed il SOLE GIRA INTORNO ALLA TERRA, peccato che IL RIPETERE PIU’ VOLTE 1 CAZZATA NON LA RENDE AUTOMATICAMENTE VERA.
            “la moneta non crea ricchezza, ma la rappresenta; stampando moneta non aumento la ricchezza, diminuisco il valore della moneta.” io parlo di RISORSE FINANZIARIE. Infatti la RICCHEZZA è composta di DUE CATEGORIE: le RISORSE FINANZIARIE ( il DENARO ) e le RISORSE REALI ( i BENI e i SERVIZI scambiabili con quel DENARO, compresa la FORZA LAVORO ). Fin quando la MONETA viene SPESA per INCREMENTARE la PRODUZIONE DI BENI e SERVIZI e per PAGARE la FORZA LAVORO CREA RICCHEZZA ECCOME. Semplice TEORIA MONETARIA DELLA PRODUZIONE: si parte dal DENARO ( INVESTIMENTI ) per arrivare ai BENI/SERVIZI reali ( MERCI e LAVORO ) per poi ritornare al DENARO ( PROFITTI e STIPENDI ).
            “stampando moneta non aumento la ricchezza, diminuisco il valore della moneta.” questa è una gran CAZZATA. Il VALORE di una MONETA è determinato dalla DOMANDA e dall’OFFERTA. Finchè non ho soddisfatto la PIENA DOMANDA AGGREGATA ( possibile SOLO in presenza della PIENA OCCUPAZIONE ) il VALORE della MONETA non può DIMINUIRE ( almeno ALL’INTERNO dell’ECONOMIA NAZIONALE ). E’ come dire che se io metto i pomodori sul mercato ( OFFERTA ) indipendentemente da chi li COMPRA ( DOMANDA ) automaticamente essi CALANO DI VALORE. Ma che razza di ragionamento è?
            “quindi pensare di aumentare la ricchezza aumentando la moneta è fare teorie economiche pinocchiesche da campo dei miracoli” sì certo, con la differenza che i Pinocchi sono dei PREMI NOBEL per l’Economia, insegnano nelle più prestigiose Università del mondo, portano avanti teorie sostenute da DATI SCIENTIFICI OGGETIVI e LOGICI e dirigono addirittura le Banche Centrali. Meno male che ci sono le MENTI ILLUMINATE come lei a condurci sulla retta via!

            • dirigo un ente pubblico statale e Le garantisco che quando dico “che qualunque ente pubblico è tenuto a rispettare, a differenza dei privati, il vincolo rigoroso della parità del bilancio, cioè non può mai spendere più di quello che ha incassato e prima di averlo incassato”, sto parlando semplicemente del mio lavoro quotidiano.

              Lei dica pure il contrario,

          • Secondo lei come fa ad ESISTERE la MONETA in CIRCOLO nel SISTEMA ECONOMICO ( dove NOI VIVIAMO ) se NON VIENE PRIMA EMESSA?
            Come fa lei ad INCASSARE la MONETA se prima non è stata CREATA e SPESA/MESSA IN CIRCOLO nel SISTEMA ECONOMICO ( dove LEI VIVE )?
            Come fa ad avere i SOLDI in TASCA con cui PAGARE le TASSE se PRIMA quei SOLDI non sono stati SPESI/MESSI IN CIRCOLO nel SISTEMA ECONOMICO ( dove LEI VIVE ) ?
            Da dove STRACAZZO li prende i SOLDI? Da SOTTO 1 PERO? Ma lei si rende conto della ASTRONOMICHE CAZZATE PRIVE DI LOGICA che sta dicendo?
            I casi sono due: o mi sta prendendo in giro o vive su Marte ( e quindi in un SISTEMA ECONOMICO diverso da quello TERRESTRE ).

            • lo Stato che assegna dei fondi a propri uffici perché li spendano non sta ancora spendendo quei soldi; la spesa si verifica nel momento in cui essi passano a dei privati; ma la contabilità pubblica esige rigorosamente che queste operazioni avvengano soltanto in regime di pareggio di bilancio.

              come mai?

  2. Pingback: 416. la povera Italia e il guru delirante Bagnai. « Cor-pus·

  3. oscar giannino fa’ semplicemente ed onestamente notare l’enorme asimmetria fra uno stato che pretende assurdamente e puntualmente troppo (vedi i terremotati che devono pagare la tassa anche sull’immobile distrutto) mentre da’ troppo poco tradendo quel patto fiscale che in ogni paese democratico regola il rapporto fra cittadino e fisco.

    naturalmente la cultura cattocomunista,autentica piaga italiana,non puo’ capire.
    anche ora che cattolici e comunisti sembrano a mal partito,il cattocomunismo non si puo’ dire in disarmo:
    e non puo’ neppure esserlo visto che rappresenta le due correnti numericamente piu’ forti della NAZIONE…..in quanto ambedue estranee all’idea stessa di NAZIONE:
    l’una in nome della Chiesa-che della NAZIONE e’ stata la grande ed irriducibile nemica storica-,
    l’altra in nome della classe.

    • non sono certamente catto- e direi neppure -comunista, a meno che non basti non essere anticomunista per diventarlo.

      nonostante questo riesco a capire e perfino a condividere senza particolari sforzi intellettuali il concetto che esponi qui sopra, anche alla luce di un’esperienza tedesca dove si riesce a toccare con mano l’impiego costruttivo dei fondi raccolti dallo stato con le tasse.

      il fatto è che tra condividere queste idee sensate e promettere agli italiani di fargli pagare meno tasse c’è di mezzo qualche difficoltà pratica; la promessa generica di ridurre le tasse è servita a Berlusconi per farsi votare dai gonzi per vent’anni in cui non si è visto nulla; ora che evidentemente il giochino non funziona più, al posto di un semiottantenne coi capelli tinti provano a rifilare allo stesso elettorato l’economista coi baffi a manubrio.

      chiedo scusa, ma tanto questi hanno votato sempre da fessi chi passava il convento, da Craxi ad Andreotti a Berlusconi, non c’è nessuna speranza che abbiano capito la lezione.

      eppure sarebbe facile: basterebbe chiedere che nel programma politico dei futuri tagliatasse fosse detto con chiarezza QUALI SPESE si intendono tagliare, non quali tasse: elenchi precisi e puntuti di spese inutili (a cominciare, che so? dal Ponte di Messina, dai 5 miliardi per salvare Alitalia, dai 5 miliardi a Gheddafi: solo per citare le belle trovate di spesa del tagliatasse Berlusconi).

      mai visti, è quasi più serio Grillo che almeno taglierebbe qualche paio di miliardini di privilegi politici, ma poi si ferma lì anche lì, perché pura la sua è fuffa e basta.

      per il resto le tue idee sono rispettabili analisi storiche, che segnalano un oggettivo punto di debolezza della borghesia italiana, ma mi paiono un po’ dattae al dibatitto politico del secolo scorso: i termini attuali della questione non sono più questi, in Italia non ci sono più comunisti: Magri si è suicidato e la Rossanda ha sinceramente detto che non vale più la pena di parlarne.

      da non comunista dico che è perfino un peccato, perché le analisi di Marx sulle crisi economiche sono invece molto azzeccate.

      • Ah, dimenticavo! Ci sono altri CAZZARI che mi preme citare i quali in tempi non sospetti erano tutti d’accordo su una cosa l’EURO è stata un’INCULATA COLOSSALE, soprattutto per gli italici MAIALI ( e un bel vantaggio per i KRUKKI suoi amici ). Eccoli qua:

        1)RUDIGER DORNBUSH, allievo di dottorato di ROBERT MUNDELL(PREMIO NOBEL PER L’ECONOMIA nel 1999), è stato professore di economia al MIT (3° istituzione al mondo nella graduatoria REPEC e nella graduatoria Reuters) dal 1975 al 2002, anno in cui è morto prematuramente di cancro. 346 pubblicazioni scientifiche di cui 112 articoli su rivista, di cui due sono fra i più citati nel dopoguerra, e un manuale di macroeconomia che è diventato il punto di riferimento di generazioni di economisti. Dall’articolo dal titolo EURO FANTASIES, rivista Foreign Affairs, vol. 75, n. 5, settembre/ottobre 1996:
        Pag. 113:”lo scenario più probabile è che l’unione monetaria si farà ma non porrà fine alle difficoltà valutarie dell’Europa né risolverà i suoi problemi”
        Pag. 115:”Una volta entrata l’Italia, con una valuta sopravvalutata, si troverà di nuovo alle corde, come nel 1992, quando venne attaccata la lira”
        Pag. 120:”la critica più seria all’Unione monetaria è che abolendo gli aggiustamenti del tasso di cambio trasferisce al mercato del lavoro il compito di adeguare la competitività e i prezzi relativi… diventeranno preponderanti recessione, disoccupazione (e pressioni sulla Bce affinché inflazioni l’economia)”
        Pag. 121:”gli italiani sognano che la Bce renderà la loro vita più facile di quanto faccia ora la Bundesbank… ma è certo che la nuova banca centrale si proporrà fin dall’inizio come continuazione diretta della banca centrale tedesca”
        p. 124:”se c’è stata una CATTIVA IDEA, questa è stata l’UNIONE MONETARIA EUROPEA”

        2)PAUL KRUGMAN, studente di dottorato di Dornbusch, ha insegnato a Yale, MIT, STANDFORD e PRINCETON (sono tutte nella TOP TEN MONDIALE ). Ha conseguito nel 2008 il PREMIO NOBEL PER L’ECONOMIA, risultato di una carriera brillantissima, con 417 lavori scientifici di rilevanza internazionale, di cui 114 articoli su rivista, una decina dei quali si collocano nell’un per mille degli articoli più citati nel secondo dopo guerra. Blogger del New York Times, e autore anche lui di un manuale di economia diffusissimo. Da THE EURO: BEWARE OF WHAT YOU WISH FOR, Fortune,1998:
        “l’Unione monetaria non è stata progettata per fare tutti contenti. È stata progettata per mantenere contenta la Germania – per offrire quella severa disciplina antinflazionistica che tutti sanno essere sempre stata desiderata dalla Germania, e che la Germania sempre vorrà in futuro”
        “il pericolo immediato ed evidente è che l’Europa diventi giapponese: che scivoli inesorabilmente nella deflazione, e che quando i banchieri centrali alla fine decideranno di allentare la tensione sarà troppo tardi”

        C’è anche questa ( CNB, 2011 ):
        “Quello che è successo è che adottando l’EURO l’Italia si è ridotta allo Stato di una NAZIONE DEL TERZO MONDO che deve prendere IN PRESTITO una VALUTA STRANIERA, con tutta la perdita di flessibilità che ciò implica. In particolare, poichè le nazioni dell’EURO NON POSSONO EMETTERE MONETA neppure in emergenza, soffrono DISFUNZIONI che le nazioni che hanno una MONETA SOVRANA non soffrono e se ne vedono oggi i risultati, infatti l’America che ha una MONETA PROPRIA non ha questo tipo di problemi.”

      • 3)MARTIN FELDESTEIN, 483 lavori scientifici di cui 198 articoli su rivista di cui cinque nel TOP ONE PER MILLE come citazioni, insegna a HARVARD (riconosciuta PRIMA UNIVERSITA’ AL MONDO nell’ambito delle SCIENZE ECONOMICHE ), è presidente emerito del National Bureau of Economic Research, e editorialista del Wall Street Journal.
        Da: EMU AND INTERNATIONAL CONFLICT, Foreign Affairs, vol. 76, n. 6, novembre/dicembre 1997:
        Pag. 61:”invece di favorire l’armonia intra-Europea e la pace globale, è molto più probabile che il passaggio all’unione monetaria e l’integrazione politica che ne conseguirà conduca a un AUMENTO DEI CONFLITTI ALL’INTERNO DELL’EUROPA”
        Pag. 62: “anche se i 50 anni di pace dalla fine della seconda guerra mondiale fanno ben sperare, occorre ricordare che ci furono più di 50 anni di pace fra il congresso di Vienna e la guerra franco-prussiana. Inoltre, contrariamente alle speranze e alle supposizioni di Monnet e degli altri fautori dell’integrazione europea, la devastante guerra di secessione americana ci ricorda che un’unione politica formale non costituisce di per sé una garanzia contro una GUERRA INTRA-EUROPEA”
        Pag. 69 :”Quel che è chiaro è che l’aspirazione francese all’UGUAGLIANZA non è compatibile con le aspettative tedesche di EGEMONIA”
        Pag. 72: “un aspetto cruciale dell’Unione Europea in generale e di quella monetaria in particolare è che i paesi membri non hanno un modo legittimo di ritirarsi… L’esperienza americana, con la secessione del Sud, potrebbe offrire qualche lezione sui PERICOLI di un trattato o di una costituzione che non offre vie di uscita”

        4)DOMINICK SALVATORE, insegna alla Fordham University di New York, è editor del Journal of Policy Modeling, autore di 138 lavori scientifici di cui 81 su riviste, molte di primaria importanza, e anche lui autore di un manuale di economia molto diffuso e apprezzato.
        Da: “The common unresolved problems within EMS and the EMU”, American Economic Review, vol. 87, n. 2, pp. 224-226:
        “Muovere verso una compiuta unione monetaria dell’Europa è come METTERE IL CARRO DAVANTI AI BUOI. Uno shock importante provocherebbe una pressione insopportabile all’interno dell’unione, data la scarsa mobilità del lavoro, l’inadeguata redistribuzione fiscale, e l’atteggiamento della Bce che vorrebbe probabilmente perseguire una politica monetaria restrittiva per mantenere l’euro forte quanto il dollaro. Questa è certamente la ricetta per notevoli problemi futuri”

        5)JAMES TOBIN, Premio Nobel per l’Economia nel 1981
        “L’Euro non è stato precisamente un grande successo … I paesi dell’Euro soffrono perché l’economia europea è in una cattiva situazione. La responsabilità di questo è della BCE, perché non persegue nessuna politica, come invece fa la banca di emissione americana, la FED … il presidente della banca centrale europea, mi ha detto una volta che lui non ha niente a che fare con la vera economia, con la crescita e le attività. Il suo compito è controllare rigidamente i prezzi, in altre parole lottare contro l’INFLAZIONE. Se questo è tutto quello che ha da offrire la politica monetaria europea, non sorprende che l’economia sia debole in Europa .. ha una visione molto ideologica. La stabilità dei prezzi è per lui una specie di Religione, come una volta era negli Stati Uniti per i Monetaristi.”

        Poi ci sono anche questi. Proprio bei personaggi ( DEMMERDA ):
        JACQUES ATTALI, banchiere ed economista francese, consigliere di Mitterand, durante il suo intervento all’ “Université Participative” organizzata da Ségolène Royal sul tema LA CRISI DELL’EURO, 24 gennaio 2011:
        “In primo luogo, tutti coloro, e io ho il privilegio di averne fatto parte, che hanno partecipato alla stesura delle prime bozze del Trattato di Maastricht, hanno, ci siamo incoraggiati a fare in modo che uscirne … sia impossibile. Abbiamo attentamente “dimenticato” di scrivere l’articolo che permetta di uscirne.
        Non è stato molto democratico, naturalmente, ma è stata un’ottima garanzia per rendere le cose più difficili, per costringerci ad andare avanti. Perché se si esce, cosa che naturalmente è sempre possibile … è impossibile, ma naturalmente, se si vuole, si può, è molto molto complicato, non vi spiego come, ma è molto molto complicato, di uscirne sia dal basso che dall’alto, è molto complicato.”
        Complimenti, bella INCULATA!

        VINCENZO VISCO, Ministro delle Finanze ( 1996 – 2000 / Governi Prodi I, D’Alema I e II ), Ministro del Tesoro e del Bilancio ( 2000 – 2001 / Governo Amato II ), Vice Ministro dell’Economia con delega alle Finanze ( 2006 – 2008 / Governo Prodi II ):
        “Un’Italia fuori dall’euro, visto il nostro apparato industriale, poteva fare paura a molti, incluse Francia e Germania che temevano le nostre esportazioni prezzate in lire. Ma Berlino ha consapevolmente gestito la globalizzazione: le serviva un euro DEPREZZATO, così oggi è IN SURPLUS nei confronti di tutti i paesi.Era un disegno razionale, serviva l’Italia dentro la moneta unica proprio perché era debole. In cambio di questo vantaggio sull’export la Germania avrebbe dovuto pensare al bene della zona euro nel suo complesso…NON MI PARE LO ABBIA FATTO” BINGO!

        • l’evidenziazione delle diverse difficoltà e aspetti controversi e problematici dell’introduzione dell’euro può essere forse negata da qualcuno?

          osservazioni spesso giuste e sacrosante, quelle citate; e allora?

    • “oscar giannino fa’ semplicemente ed onestamente notare l’enorme asimmetria fra uno stato che pretende assurdamente e puntualmente troppo” è ovvio. Lo Stato ha un AVANZO PRIMARIO di BILANCIO. Ciò significa che deve INCASSARE da noi più di quello che SPENDE per noi perchè deve RIPAGARE dei PRESTITI contratti con dei soggetti che per il 30% risiedono all’ESTERO. Il problema nasce dal fatto che dal 2002 con l’EURO lo Stato NON PUO’ PIU’ EMETTERE EMETTERE MONETA e deve PRENDERLA IN PRESTITO da SOGGETTI PRIVATI. E’ una bella STRONZATA e anche una grossa INCULATA senza dubbio, lo so. Infatti è per questo che bisogna USCIRE DALL’EURO. Ma non ditelo a Giannino che sennò si incazza ( è veramente brutto a vedersi quando si arrabbia ) e comincia tirare fuori autentiche PUTTANATE del tipo: ZIMBABWE! WEIMAR! IPERINFLAZIONE! IPERSVALUTAZIONE! BENZINA A MILLEMILA LIRE e altre AMENITA’ ( sarebbe meglio definirle CAZZATE ) degne di un OSPEDALE PSICHIATRICO o forse no, degne del BAGAGLINO o della FIERA DEL CAZZARO.
      Ma del resto che cazzo pretendi? Se hanno dato la LAUREA IN ECONOMIA a uno come MARIETTO MONTI MR.GOLDMAN & SACHS, significa veramente che per fregiarsi del titolo di ECONOMISTI ci vuole veramente poco, forse meno di quello di PAGLIACCI o CLOWN, almeno quelli devono studiare: all’ACCADEMIA DEL CIRCO ( che è sempre meglio della BOCCONI ).

  4. guardi a prescindere da cosa io ritenga giusto o meno la rispetto e la stimo per non aver cancellato ciò che ha scritto IO (come invece fanno tanti altri siti che si fingono democratici). mi sentivo in dovere di dirle questo. un saluto

    • grazie: ci sono anche situazioni estreme in cui blocco e censuro alcune parti dei commenti che mi arrivano.

      ma questi di “IO”, anche se molto aggressivi nei miei riguardi, non sono mai stati direttamente insultanti, quindi un po’ di vivacità può anche fare bene a questo che aspira soprattutto ad essere un blog di discussione e a volte ci riesce.

      gli argomenti portati sono poi quello che sono, ma ciascuno che passa di qua è in grado di giudicarli, nei limiti in cui ce lo consente la tendenza umana a credere anche contro l’evidenza, alle cose a cui ci piace credere.

      buona vita, e magari felice ritorno qui. 🙂

non accontentarti di leggere e scuotere la testa, lascia un commento, se ti va :-)