Varoufakis: il referendum non e` fra dracma ed euro, ma sulla ristrutturazione del debito – 321.

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dal blog di Varoufakis, il ministro delle finanze greche, traduco il suo ultimo post, per capire quale e` la vera posta in gioco del referendum greco, contro le mistificazioni dei nostri politici e dei nostri media.

tutti impegnatissimi a nascondere che il popolo greco sara` chiamato a pronunciarsi sulla richiesta di un taglio del debito, non su altro.

il taglio del debito e` il fantasma dal nome impronunciabile che ha ricominciato a camminare per le strade dell’Europa.

non sia mai che a qualcuno venga in mente che e` la soluzione giusta anche per l’Italia e altri paesi.

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cioe` nessuno pensi che la crisi non la devono pagare pensionati, lavoratori e classe media, ma gli iper-plutocrati che, grazie alla crisi, continuano ad arricchirsi alle spalle di tutto il resto della popolazione.

nessuno pensi soprattutto che tocca al popolo bue decidere su questioni come queste, che non e` assolutamente in grado di capire, dicono.

vero: soprattutto se guarda la televisione e ascolta acriticamente gli altri media, impegnatissimi in queste ore a fare la piu` grande caciara possibile, per frastornare tutti.

la democrazia stessa diventa un crimine se rischia di diventare reale.

questo davvero e` il punto piu` basso toccato dall’Europa dei bottegai e mai come ora si sente il bisogno dell’Europa dei popoli.

pero` per favore qualcuno legga anche la postilla in fondo.

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Perche` noi raccomandiamo un no nel referendum – elenco in sei punti schematici.

  1. Le trattative sono state bloccate perch` i creditori della Grecia (a) hanno rifiutato di ridurre il nostro insostenibile debito pubblico e (b) hanno insistito che dovrebbe essere ripagato “proporziaonalmente” dai membri piu` deboli della nostra societa`, figli e nipoti.
  2. Il Fondo Monetario Internazionale, il governo degli Stati uniti, molti altri governi nel mondo e la maggior parte degli economisti indipendenti afferma – come noi – che il debito deve essere ristrutturato.
  3. L’Eurogruppo inizialmente (novembre 2012) aveva ammesso che il debito doveva essere ristrutturato, ma oggi rifiuta di accettare una ristrutturazione del debito.
  4. Dall’annuncio del referendum, l’Europa ufficiale ha mandato segnali di essere pronta a discutere la ristrutturazione del debito. Questi segnali mostrano che anche l”Europa ufficiale voterebbe NO alla sua offerta “finale”.
  5. La Grecia restera` nell’euro. I depositi bancari in Grecia sono al sicuro, I creditori hanno scelto la strategia del ricatto sulla base della chiusura delle banche. Il blocco attuale e` dovuto a questa scelta dei debitori e non alla decisione del governo greco di interrompere i negoziati o a qualche idea greca di Grexit e di svaluazione. Il posto della Greecia nell’Eurozona e nell’Unione Europea non e` negoziabile.
  6. Il futuro esige una Grecia orgogliosa dentro l’Eurozona e nel cuore dell’Europa. Questo futuro esige che i greci dicano un grande NO domenica, che noi restiamo nell’area dell’euro e che, con la forza che ci verra` data da questo NO, noi rinegozieremo il debito pubblico greco, come la distribuzione degli oneri fra chi ha e chi non ha.

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ed ora avanti, giornalisti, politici cretini di ogni colore e Renzi, a dire che il referendum greco e` fra la dracma e l’euro.

il referendum e` su chi deve pagare il debito e la crisi.

forse gli stessi che hanno spinto i popoli ad accumularlo, dico io: perche` allora gli faceva comodo che gli stati si indebitassero, ed ora gli fa comodo che il peso della restituzione gravi su tutti tranne che sui principali responsabili.

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postilla.

ecco un esempio di come la stampa italiana gioca sporco.

Repubblica ha appena pubblicato un articolo dal titolo Moody’s boccia la Grecia su tutta la linea.

a parte che questa notizia potrebbe essere positiva, considerando gli interessi di cui Moody’s e` portatrice.

nel testo si legge invece esattamente il contrario (a parte le critiche alle scelte poltiiche greche degli ultimi anni): sul punto essenziale perfino Moody’s da` ragione al governo greco!

un debito al 177% del Pil è insostenibile e a un certo punto avrà bisogno di una ristrutturazione.

se fosse stata fatta qualche anno fa, una ristrutturazione completa del debito greco sarebbe costata solo 100 miliardi di euro e avrebbe risolto il problema definitivamente, ma perfino una ristrutturazione solo parziale avrebbe radicalmente cambiato la situazione: lo ricorda anche Prodi in un’intervista, parlando di un costo di 30 o 40 miliardi.

si preferi` invece prestare altro denaro alla Grecia, chiedendole di farsi carico degli interessi; e siccome questi si rivelarono insostenibili, questo porto` comunque ad una ristrutturazione del 50% del debito greco.

che non fu risolutiva; di qui altri prestiti fino alla somma totale attuale di 330 miliardi di debito greco.

gli stessi politici europei, al servizio della finanza e portatori di una mentalita` da bottegai, che non seppero perdere 30 o 40 miliardi qualche anno fa, sono ora qui ad insistere con la loro politica fallimentare, che portera` a nuovo indebitamento per tutti senza risolvere nessun problema.

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siccome la popolazione totale dell’Unione Europea e` di circa 500 milioni di persone, il costo per cittadino europeo della prima rata di 1,6 miliardi al Fondo Monetario Internazionale, che rischia di mandare il paese in fallimento, e` di 3 euro, dicasi tre, a testa.

di questo stiamo parlando, non so se e` chiaro.

un sito ha lanciato una sottoscrizione pubblica per raccoglierli spontaneamente.

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invece la copertura globale del debito greco, come e` mostruosamente cresciuto anche per gli errori di gestione delle istituzioni europee, costerebbe 660 euro ad ogni cittadino europeo; di piu` se consideriamo soltanto la zona euro.

questa scelta e` chiaramente improponibile, ma il costo diretto per i cittadini europei della zona euro sarebbe relativo solamente alle somme che la Grecia deve all’Europa, naturalmente: 195 miliardi.

6 risposte a “Varoufakis: il referendum non e` fra dracma ed euro, ma sulla ristrutturazione del debito – 321.

  1. In realtà il debito lo deve pagare chi lo contrae, e quindi da Simitis a Samaras chiunque abbia partecipato ad annodare il cappio che ora soffoca il popolo greco.
    Troppo facile rimbalzare le colpe

    • il debito lo deve ripagare chi lo contrae, e qui purtroppo i popoli si trovano di solito ad ereditare le colpe dei loro governanti, sempre che non facciano qualche rivoluzione che rompe la continuita` politica e anche giuridica col passato.

      ma se il debitore incauto non e` in grado di ripagarlo, tocca al creditore altrettanto incauto farsi carico della perdito del credito concesso.

      e qui invece lo stiamo pagando ai creditori tutti noi: peggio ancora, siamo corsi come governo a farci carico pubblico dei crediti incauti delle banche private!

      • Sì, sono d’accordo. Infatti, non sostengo che sia moralmente inappuntabile esigere un credito quando il debitore è palesemente incapace di ripagarlo, ma solamente giusto, e per questo non condannabile tout court. Per esempio, si parla in questi giorni di 4 sottomarini prodotti in Germania su commessa greca. Se i sottomarini sono stati prodotti l’azienda produttrice avrà pagato per la produzione, no?

        • l’esempio dei sommergibili e` chiaro (se vero; io ho letto qualcosa di simile di grossi acquisti militari dagli USA).

          chi ha venduto quesi sommergibili li ha chiaramente venduti a credito, con questi chiari di luna…

          quanto sara` credibile quando reclamera` il suo credito?

          con tutto questo, penso anche che l’economia sia relativamente autonoma dalla morale e il criterio del giusto giuridico non del tutto adeguato a gestire i fatti economici.

          se ad esempio, la ristrutturazione del debito consente un pagamento almeno parziale, e` una scelta economicamente giusta, anche se non lo e` del tutto dal punto di vista morale.

          tuttavia un prncipio giuridico latino ci soccorre: ad impossibilia nemo tenetur: nessuno puo` essere obbligato giuridicamente a fare cose impossibili.

          • ovvio che nessuno deve fare cose impossibili (è un controsenso).
            Ma se ripagare il debito è “impossibile” non vedo come una ristrutturazione possa renderlo meno “impossibile”. A quanto ne ho letto in giro in questi giorni Tsipras non ha fatto altro che rifiutare qualsiasi proposta, pur vantaggiosa che fosse. Ammetto, però, di non aver trovato i testi precisi delle proposte. E non mi fido ciecamente di quanto riportato dai media italiani.

            Sembra quasi una partita a scacchi in cui ogni mossa è fatta per forzare la mano all’avversario.

            • be` facciamo l’esempio di un privato che ha 200mila euro di mutuo e non riesce a pagare delle rate di 2.000 euro al mese; e` chiaro che se il mutuo viene ridotto a 100mila euro e la rata mensile a 1.000 potrebbe anche farcela.

              oppure si riduce la rata a 1.000 e si prolunga il periodo della restituzione.

              insomma, a volte conviene anche al creditore, perche` se il debitore fallisce compleamente rischia di non recuperare piu` nulla.

              e` chiaro invece che offire altri soldi al debitore per pagare gli interessi del mutuo non e` una soluzione, dato che le sue rate mensili crescono ancora di piu`.

              sulle notizie della stampa asservita e dei media occorre fare la tara.

              la versione greca e` quella riportata qui sopra: la Grecia e` disposta ad accettare le proposte che le vengono fatte a condizione che il debito le venga tagliato.

              lo si dice da tutte le parti e non fu fatto a sufficienza in precedenza…

              dei testi delle proposte europee ho parlato anche io qualche post fa: https://bortocal.wordpress.com/2015/06/30/come-fare-a-pezzi-il-debitore-la-terzaguerra-civileeuropea-319/

non accontentarti di leggere e scuotere la testa, lascia un commento, se ti va :-)