la notizia che ho vinto una causa in Germania, che quasi manco sapevo di avere fatto, è di scarsissimo interesse pubblico e men che meno sembrerebbe degna di un post su un blog che si dà delle arie…
però aspettate un attimo a giudicare…
gli antefatti sono questi: nel palazzo dove abito, qui in Germania, l’ex costruttore, che faceva anche l’amministratore, aveva trasformato un seminterrato destinato ad uffici e magazzini, invece, ad abitazioni: finestre a bocca di lupo, impianti elettrici volanti, un unico bagno in comune: cose da non credersi neppure, da anni Cinquanta.
chi vivesse nelle catacombe un piano sopra le cantine e la lavanderia comune, a livello dei garage ma sul lato del pendio, non è dato sapere: zombies?
il silenzio dominava dietro la porta che si era abusivamente appropriata di un corridoio condominiale, ma questo non è strano in un paese dove tutti ascoltano la televisione con le cuffie e se io di ritorno dalla Cina, metto su i CD con l’opera cinese alle 5 del pomeriggio, diventa una notizia condominiale.
due anni fa un pacifica rivoluzione di palazzo, anticipata da qualche volantino deposto nelle Postkasten, aveva deposto il tiranno e dato luogo ad una nuova gestione democratica, che per prima cosa aveva fatto cadere, dopo il muro di Berlino, anche la porta abusiva sul corridoio ed intimato allo sfruttatore di zombies di restituire il seminterrato alla sua destinazione originaria.
mica si era rassegnato il boss: aveva preteso che un’assemblea condominiale gli concedesse il diritto di trasformare in abitazioni i tuguri senza luce del piano di sotto; e l’assemblea, quasi unanime, gli aveva risposto di no.
(io non ci avevo avuto parte: assistevo soltanto da lontano, attraverso i faticosi verbali, di cui capisco sì e no il 50%)
a questo punto lui ci ha fatto causa, e se la sua arroganza vi ricorda qualcuno, io non posso farci niente.
oggi è arrivata la sentenza della giudice, che finisce su questo blog per una frase della motivazione, tipicamente tedesca, che merita da sola il cambio di nazionalità:
“L’interesse della comunità è da anteporre all’interesse individuale dell’attore della causa”.
L’ha ripubblicato su cor-pus-zero.