la Sindone e` indiana? – 475.

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e` stato pubblicato in questi giorni, qui, un nuovo studio scientifico sulla Sindone di Torino.

e` dedicato in particolare all’analisi del DNA estratto dalle polveri che sono state aspirate nel 1978 da diverse parti del tessuto in corrispondenza della figura umana e nel 1988 dalle porzioni del lenzuolo prelevate quando fu eseguita la datazione della Sindone con il radiocarbonio.

questa indagine diede come risultato una datazione alla prima meta` del XIV secolo, in accordo con le notizie della prima esposizione del lenzuolo in Francia.

i risultati di queste nuove indagini mantengono aperta, pero`, la discussione sulla validita`di quella datazione.

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nelle polveri sono stati identificati pollini di diverse piante native dell’area del Mediterraneo e di specie il cui centro di origine e` in Asia, in Medio Oriente o nelle Americhe, e queste furono chiaramente introdotte in Europa in un periodo successivo al Medioevo.

fino a questo punto potrebbe parere che il risultato non abbia niente di speciale, ma se guardiamo ai risultati delle analisi nei dettagli, la prospettiva cambia radicalmente.

srep14484-f1

il cerchio in alto a destra nell’immagine indica la distribuzione dei pollini per area geografica di provenienza: come si vede, quasi il 25% di questi pollini, indicati in azzurro, proviene (vedi cartina) dall’area indiana e indonesiana; la proporzione occupata da pollini tipici dell’Europa centro-settentrionale (in nero nella figura), dove fu esposta e rimase la Sindone dopo il 1353, e` di poco superiore, e una percentuale analoga e` quella dei pollini dell’Europa meridionale (in rosso nella figura).

naturalmente la presenza in piccole percentuali di pollini provenienti dalla Cina, dal Sud-America o dall’Africa centrale puo` essere spiegata per contatti occasionali con persone provenienti di li`, ma la percentuale di pollini di piante dell’India e` decisamente anomala, e vedremo dopo che significato puo` assumere.

Nei decenni passati, granuli di polline sono stati classificati al livello dei generi e delle specie e le aree geografiche in cui le piante corrispondenti ebbero origine e ora abitano hanno dimostrato di essere compatibili con il percorso storico segnalato come seguito dalla sindone di Torino durante il postulato viaggio di 2.000 anni dal Vicino Oriente, sostenendo in tal modo l’autenticità della reliquia.

queste nuove ricerche confermano dunque questo scenario di compatibilita` dei pollini con la tradizione sulla storia della Sindone, mentre appaiono meno compatibili con la tesi del falso medievale.

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sono stati individuati anche diversi tipi di DNA umano di persone entrate in contatto con questo lenzuolo nei secoli e che vi hanno lasciato microscopiche tracce biologiche.

si sono ottenute sequenze da più soggetti di diversa origine etnica, raggruppati in un certo numero di aplogruppi eurasiatici occidentali, tra cui alcuni noti per essere tipici dell’Europa occidentale, del Medio Oriente, della penisola araba e del sub-continente indiano.

Gli aplogruppi M39, M56, R7 e R8 sono tipici del subcontinente indiano, con quest’ultimo sostanzialmente presente solo in India orientale.

di nuovo un grafico aiuta a interpretare questi dati.

srep14484-f2

qui sono tolte di mezzo le contaminazioni da pollini occasionali e nuovamente risulta, questa volta in verde, l’evidenza che circa un quarto delle tracce biologiche umane presenti sulla Sindone per contatti vari provengono dall’India.

dato inspiegabile se la si ritiene un falso occidentale realizzato in Francia nel Medioevo.

e in sostanza i dati dei pollini e delle tracce del DNA umano vengono a coincidere nell’indicare un’area di riferimento e di coinvolgimento che non e` compatibile con la tesi del falso realizzato in Francia nel XIV secolo.

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le conclusioni dello studio sono accademicamente prudenti, anzi prudentissime, per non dire reticenti:

Tale diversità non esclude un’origine medievale in Europa, ma sarebbe anche compatibile con il percorso storico seguito dalla Sindone di Torino durante il suo presunto viaggio dal Vicino Oriente.

Inoltre, i risultati sollevano la possibilità di una produzione indiana del lenzuolo.

anzi, questi dati confermano altre osservazioni che sono gia` state fatte in altre sedi: la tecnica di tessitura della Sindone e` antica, non medievale: il tessuto contiene tracce di cotone che non era ancora in uso nell’Europa medievale. 

addirittura il nome stesso Sindone sembra derivare da Sindia o Sindien, un tessuto proveniente dall’India.

e` possibile (per non dire probabile) che il telo di lino della Sindone sia stato tessuto in India.

tessuto in India ed esportato in Palestina, passando per la rotta del Mar Rosso?

commerci fra l’India e l’impero romano sono chiaramente documentati: monete romane sono state trovate in India.

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ma sono compatibili questi ultimi dati con la datazione medievale del lenzuolo ottenuta col radio-carbonio?

a me pare molto poco.

l’ipotesi piu` logica e` che il frammeno di tessuto sul quale vennero compiute le analisi per la datazione al radiocarbonio, sia stato preso dal bordo del lenzuolo, in una zona contaminata da interventi di conservazione.

la tesi della Sindone falsificata, esito inevitabile della datazione del tessuto col radiocarbonio, e` gia` stata messa in dubbio da diversi studi passati.

Un’epoca medioevale non sembra essere compatibile con la tecnologia di produzione del tessuto né con la chimica delle fibre ottenute direttamente dalla parte principale del tessuto nel 1978.

ma un’altra osservazione era gia` stata fatta:

Nel 1988, laboratori per il radiocarbonio dell’Arizona, Cambridge, e Zurigo determinarono l’età di un campione dalla Sindone di Torino.

Hanno riferito che la data di produzione del panno trovava tra il 1260 e il 1390 con un’affidabilità del 95%.

Questa è stata una sorpresa considerando la tecnologia utilizzata per produrre il tessuto, la sua composizione chimica, e la mancanza di vanillina nel suo lignina.

I risultati hanno indotto dubbi sulla validità del campione.

Stime preliminari della costanti cinetiche per la perdita di vanillina da lignina indicano un’età molto più antica per il panno che fu analizzato per il radiocarbonio.

I risultati della spettrometria di massa dalla zona del campione accoppiati con osservazioni al microscopio e microchimiche dimostrano che il campione sottoposto al test del radiocarbonio non era parte del tessuto originale della Sindone di Torino.

La datazione al radiocarbonio non è quindi valida per determinare la vera età della Sindone.

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be`, sono soddisfatto: questa e` sempre stata anche la mia ragionata opinione sull’argomento.

eccoci al dunque, eccoci al punto che sollevavo anche in un mio post del 2008.

di nuovo sono costretto a riportarlo per intero e a non accontentarmi di un semplice link, considerando che la piattaforma che lo contiene verra` chiusa fra due mesi.

124-38. la Sindone controproducente. Bortocal @ Freitag, 01. Feb, 2008 – 19:24:02

ma prima vorrei dare un elenco dei diversi post, dopo questo, in cui ho ripreso il problema e mi sono affidato ad alcune sfrenate fantasie sulle conseguenze di un eventuale carattere originale della Sindone, da un punto di vista rigorosamente laico.

405-112. risorge la Sindone? von Bortocal @ Sonntag, 01. Jun, 2008 – 09:55:37

406-23. pabloz, nonnolibero, crociato, perdamasco, bortocal, ma Cristo è risorto? by Bortocal @ Sunday, 01. Jun, 2008 – 15:45:32

124. BREVE GUIDA ALLA SINDONE. 10 aprile 2010

165. VERE BUGIE SULLA SINDONE. 2 maggio 2010

la parte del post che inizia qui dovrebbe essere visibile solo su richiesta, cliccando su MORE.

siccome pare che questo non sia stato fatto, il post è stato pubblicato una prima volta ancora non completo e in una versione di inverosimile lunghezza, in chiaro.

tolgo dunque questa parte e la pubblicherò semmai, più avanti, sperando che adesso il post sia diventato almeno teoricamente leggibile.

24 risposte a “la Sindone e` indiana? – 475.

  1. Ma che vuol dire che questo conferma l’origine mediorientale? In Medio Oriente c’erano pollini indiani?

    • mi sono riletto e spero di non sbagliarmi nel dire che nel post di oggi non ho mai scritto niente del genere.

      dico soltanto che questo insieme di ricerche avvalora l’idea che il tessuto della Sindone sia un prodotto indiano ben piu` antico del XIV secolo.

      pero` vediamo se ci sono altre interpretazioni ragionevoli di questi nuovi dati. 😉

      • Andando a rivedere dove mi sembrava che tu lo avessi detto, ho trovato anche la risposta alla mia domanda.

        tessuto in India ed esportato in Palestina, passando per la rotta del Mar Rosso?

        commerci fra l’India e l’impero romano sono chiaramente documentati: monete romane sono state trovate in India.

        Queste ultime 2 frasi non le avevo veramente colte nella prima lettura.

        • nessun problema, salvo lo spavento di avere scritto una cavolata, magari un po` sovrappensiero; succede, in particolare con i post troppo lunghi e impegnativi.

          naturalmente possiamo anche pensare che il falsario medievale abbia fatto acquistare in India un lenzuolo vecchio di 1.500 anni da un antiquario… 😉

          ma no, perche` la datazione col radiocarbonio data il lenzuolo attorno al 1350!

    • rischio di sembrare antipatico e saccente, ma questa versione della vita di Jeshu la conoscevo gia` in effetti: una foto di questa presunta tomba di Jeshu e` nella mia fotogalleria qui nella colonna di fianco e ne ho accennato in questo post, al punto 5:

      una Pasqua critica: buona rinascita nella primavera – CCMC 23 – 159.

      come vedrai, senza troppi approfondimenti, per cui il tuo post, che non avevo visto prima, mi risulta utilissimo!

      anche io mi sono convinto negli anni che la morte di Jeshu sulla croce sia stata una messainscena, ma sono propenso a pensare che l’ascensione al cielo sia la trasposizione della vera morte subentrata in Galilea per effetto delle ferite.

      di quel post che hai riportato sul tuo blog una affermazione mi lascia perplesso: che non sia mai stata localizzata la tomba di Mose` in Palestina.

      eppure mi ricordo di avere visto nel mio viaggio in Giordania del 2008 un edificio che veniva indicato come la tomba di Mose`, affacciato da un’altura sul Mar Morto, e controllando con Google l’ho anche ritrovata.

      e` un dettaglio, dirai, ma ingenera sfiducia su tutto il resto, se e` altrettanto poco accurato.

      ciao, grazie! e buona serata.

        • ho approfondito anche io, intanto, e ho trovato, ad esempio, questo:

          A sud di Gerico si trova Nabi Musa, quella che secondo la tradizione locale è la tomba di Mosè e che, per questo motivo, è meta di pellegrinaggio fin dal XII secolo, in particolare durante il mese di aprile. Sebbene le Sacre Scritture dicano che Mosè morì e fu sepolto sull’altra sponda del Giordano e che la sua tomba non fu mai ritrovata, la leggenda vuole che Saladino in sogno ebbe la rivelazione del luogo esatto della sepoltura e vi costruì prima un cenotafio e poi una moschea. La parte principale della costruzione attuale risale all’epoca del sultano mamelucco Baybars (1269 d.C.); nel 1410 venne aggiunto alla moschea un minareto con un ospizio per accogliere i pellegrini, ampliato poi nei secoli successivi. L’edificio venne restaurato nel 1820 dai Turchi, che inaugurarono un pellegrinaggio di una settimana che partiva dalla moschea al-Aqsa di Gerusalemme. Le processioni erano festose, con preghiere, canti, balli e musica di flauti. L’architettura è tipicamente islamica: l’ampio edificio con cortile centrale e 120 stanze è sormontato da una serie di cupole. La moschea principale si trova sul muro ovest del cortile; a destra dell’ingresso una porticina conduce alla stanza in cui si trova quella che viene considerata la tomba di Mosè.

          dunque l’identificazione in questo luogo della tomba di Mosè è una tradizione islamica, non ebraica.

    • ah, ancora una cosa, scusa.

      questo post e` in assoluto il piu` lungo che abbia mai scritto, per via del copia e incolla di tre lunghissimi post e relativi commenti, presi dalla piattaforma blog che sta chiudendo, per salavarli.

      pero` ho messo un divisore, per cui solo chi clicca su Continua dovrebbe leggerlo tutto: funziona? oppure no?

  2. confermo. si vedono male i commenti come ti ho detto poco fa. Una parola sotto l’altra come una lunga biscia in verticale… Gli articoli sembrano integri e completi, senza rimandi. Fammi sapere se hai bisogno, io sono qui….

    • quindi tu hai visto il post completo (non finito, oltretutto), senza trovare alcuno sbarramento che ti chiedeva se volevi continuare a leggere: bel disastro comunicativo.

      ora ri-verifico anche io di avercelo messo, ma sono abbastanza sicuro di averlo fatto.

        • infatti: bella catastrofe, questo ha reso l’articolo illeggibile e sollevato dubbi sulla salute mentale dell’autore… 🙂

          comunque, ora ho corretto, e adesso il post ha la forma che avrebbe dovuto avere se lo sbarramento che a me risulta presente lo avessero potuto vedere anche i lettori.

          (spero che tu non abbia poi effettivamente ribloggato un apparente delirio simile… 🙂 )

          grazie mille della collaborazione, naturalmente, che mi ha permesso di correggere un errore peraltro non mio.

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