260. chi ha paura di me?

in vista dell’imminente rientro in Italia due giovani ed intelligenti collaboratrici mi hanno fatto un piccolo regalo: Ammaniti, Io non ho paura – avevo solo visto il film -: un racconto che va diritto allo scopo, con un linguaggio secco che serve ad entrare nella situazione dal punto di vista giusto, che è quello dei protagonisti ragazzi, e che si regge come ogni altra opera di ingegneria oltre al romanzo o al film, su un equilibrio di forze in movimento almeno potenziale.

c’è anche una dedica:
Al nostro Dirigente che non ha mai avuto paura…
MA NOI SÌ!!!

Con affetto e gratitudine

ringrazio del pensiero e del sorriso strappato a momenti che comunque si vivono con un certo disagio, dato che oramai devo fare i conti con un pensionamento che non vorrei, o almeno non vorrei del tutto.

* * *

tra me e me penso che, se ho fatto paura perfino a due collaboratrici così attive, nel mio modo di gestire il mio incarico deve esserci stato qualcosa di sbagliato…

ricordo bene l’asprezza dello scontro con una di loro, l’anno scorso, quando voleva abbandonare il lavoro per l’oggettiva pesantezza di certe condizioni:
“che ti credi, che la Germania stia ad aspettare con le braccia aperte che tu te ne vada da noi per offrirti le mille meraviglie? non lo vedi che qui non si batte più chiodo? che cosa credete voi nuova generazione, che la vita sia una pranzo di gala? sta a vedere che è strano che lavorare stanca! e in ogni caso non mi farò prendere per il culo da te, hai capito? mi sono fatto un mazzo così per darti questa opportunità e se adesso mi pianti in asso, non potrai più farti vedere da me. quella è la porta, fila via!”

(se qualcuno non lo avesse capito, questo sono io che urlo a squarciagola dopo l’annuncio delle dimissioni che mi lasciava col culo per terra, sob).

proprio scorretto, vero? manco fossi stato suo padre, direi; in ogni caso due ore dopo è tornata con l’aria imbarazzata quasi quanto la mia a dirmi che ci aveva ripensato…

insomma, eccomi che mi interrogo su questo clima di paura di me che mi ha circondato sul lavoro (e non solo…)

(nessuno si meravigli, niente favorisce così bene i ripensamenti sul proprio operato, quanto essere alla vigilia di abbandonare un incarico, quando i pentimenti oppure le correzioni si sa già che resteranno puramente teorici).

per tirarmi su penso anche alla solitudine del dirigente, che ha l’incarico di far funzionare bene la baracca che gli è stata affidata, non di fare contenti i dipendenti.

naturalmente ogni buon dirigente sa anche che il benessere di chi ci lavora è uno dei requisiti fondamentali per la buona riuscita dell’attività, ma insomma, questo rimane pur sempre uno strumento rispetto agli scopi aziendali, e se per micragna ti capita un gruppo che non riesce a reggere il ritmo necessario spontaneamente e col cuore leggero, ahimé, occorre esercitare l’autorità.

in ogni caso non mi piace fare paura, non mi piace procurare dolore a nessuno, e vedo avvicinarsi da questo punto di vista con sollievo il momento in cui smetterò con questo lavoro e potrò essere solo me stesso.

mi rimane solo da scoprire se c’è un altro me stesso che non abbia fatte proprie queste cattive abitudini…

a giudicare da come mi comporto nei blog non si direbbe…

quasi quasi concludo dicendo che sono io che ho paura di me.

11 risposte a “260. chi ha paura di me?

  1. sai… mi sono sempre chiesto cosa potesse fare come lavoro in Germania un professore di italiano (se non ho capito male). Potresti togliermi questo dubbio anche senza svelarmi particolari che magari vuoi tenere segreti? 😀

    • caro afovidius,

      a questa domanda non mi va di rispondere in pubblico; mandami un commento con la tua mail stasera (che poi cancellerò) e ti rispondo in privato.

    • afovidiu@live.it ma è comunque visibile sul mio blog… quindi non devi cancellarla per forza. Ma poi se non vuoi rispondere… guarda che fa niente… è giusto non svelare particolari privati in pubblico… quindi ti posso capire :D. Rispondi solo se ti va 🙂

    • se è visibile sul tuo blog (non lo avevo visto…) è inutile che mi dia la pena di cancellarlo.

      non è che non voglio dirlo a te, non voglio metterlo in pasto ad ogni tipo di lettore possibile…

      in ogni caso non faccio più l’insegnante da 25 anni.

    • no… guarda avrei capito anche se non me l’avessi detto. Sono cose private che riguardano la tua vita privata e quindi avrei anche capito un tuo rifiuto.

      Comunque grazie per la fiducia 🙂 prometto di non dirlo a nessuno. Mi rendo conto che nella tua posizione potrai aiutare tante persone. Sta di fatto… che non smetterò mai di commentare, ogni tanto anche in negativo, i tuoi post ;).

    • dai su… non voglio essere troppo cattivo… magari qualche leggera critica ogni tanto te l’ho lanciata :D… so che in fondo le tue intenzioni sono sempre buone 😉

      visto che ami molto il posto… spero che magari tornerai presto al tuo attuale lavoro… magari è solo una cosa temporanea.

    • tornerò di certo, anche perché ho comperato casa qui, ma non al mio lavoro attuale.

      sulla “bontà” delle mie intenzioni… sapresti definirmi la bontà?

      poi confermo o smentisco. 😉

  2. Salve da un paio di mesi seguo le sue riflessioni, ho diffuso il suo sito ad amici, anche a quelli che non la pensano come me. Era da tanto tempo che cercavo chi si esprime senza il metro della destra e della sinistra. Ancora la mia stima e pronto a leggerlo con interesse. Grazie eduardo

    • caro eduardo,

      grazie per la stima, e se mi leggi da due mesi senza esserti ancora stancato, direi proprio che è un bel record di sopportazione che non so se mi sono meritato… 😉

      oggi giornata super, direi: qui in Germania piove a squarciagola, direi, e l’autunno è cominciato da un pezzo, ma ho avuto ben tre note positive anche per il mio ultimo video su You Tube!

      se posso fare una battuta: piove certamente sul bagnato!

non accontentarti di leggere e scuotere la testa, lascia un commento, se ti va :-)

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