Rolihlahla Mandela – 646.

Rolihlahla, “provocatore di guai”, divenne “Nelson” con gli anni;

ma anche Nelson ha provocato guai, e tu non hai smesso di farlo.

in fuga dalla tribù, ragazzo, per non sposare la ragazza scelta dal capo,

poi non sei stato troppo fortunato con le tre donne scelte da te.

ti sei beccato l’ergastolo ammettendo che organizzavi sabotaggi,

sei diventato il simbolo di una lotta non violenta.

hai vinto contro la segregazione in base al colore della pelle;

contro le altre segregazioni combattono anche gli dei invano.

la segregazione peggiore è la stupidità, così cara ai potenti

che hanno inventato ogni mezzo per renderla ancora più invincibile.

sei scivolato nel sistema dei media, e diventato un’icona di massa;

non credo che neppure tu abbia potuto capire dove stava l’errore.

24 risposte a “Rolihlahla Mandela – 646.

    • certo! e la vera grandezza dei grandi uomini veri è di essere pieni di contraddizioni, che agiscono sulla nostra mente facendoci riflettere, e non di essere dei santini da venerare in maniera acritica.

      ma so che sei d’accordo con me; grazie del commento!

  1. di quest uomo mi ha colpito principalmente l’assoluta mancanza del desiderio di vendetta contro coloro che lo avevano enormemente ed ingiustamente fatto atrocemente soffrire.

    CIO’ LO RENDE ASSOLUTAMENTE AL DI SOPRA DEL GENERE UMANO

    • concordo con te.

      però non lo dico perché tu pensare che mi sono montato la testa, ma anche io, nel mio infimo, sono una persona caratterizzata da una mancanza di senso della vendetta che, secondo qualcuno che mi sta vicino, ha perfino qualcosa di patologico.

      lo dico solo per dire che è possibile che la cosa abbia qualche base genetica, non so neppure io.

      ti dico che, per difendermi dai mascalzoni che, perdonati una volta e due e tre, ritornano irresistibilmente a farti del male, perché è nella loro infausta natura e non possono fare altrimenti, io devo convincermi RAZIONALMENTE che devo smettere di frequentarli, perché emotivamente l’impulso a farlo mi manca proprio.

    • la tua domanda mi sembra più dedicata a chi resta, immeritatamente, magari con vent’anni di meno.

      quanto a lui, occorreva lasciarlo andare, direi… 😦

        • luci ed ombre, luci ed ombre, carissima.

          la vita ci offre tutto, il bene e il male; sta a noi trovare il modo di trovare il meglio.

          chi sapesse insegnare questa regola, regalerebbe agli uomini la felicità.

            • ci consuma il tempo, alla fine diventiamo le pallide immagini di noi stessi.

              non c’è più purtroppo troppa differenza fra l’ultimo Mandela vivo e il Mandela morto, che resterà nella storia.

              anche lui era oramai una icona fisicamente sbiadita diventata incapace quasi completamente di agire…

  2. @ afo

    ma no, è da mo’ che litigavano a nonno ancora vivo…

    ombre ci sono state, ma hanno colpito la moglie (come è giusto, eh eh).

    comunque, nel mio piccolo, è per questo che io mi sono già liberato di tutto quello che avevo, e voglio vederli come faranno a litigare dopo… 😉

    • litigavano quand’era ancora in vita… figurati ora.

      in che senso hanno colpito la moglie? E soprattutto quale delle tre?
      E non sei un po’ troppo maschilista considerando che hai tantissime commentatrici 😆 ?

      vero. Tu l’eredità l’hai lasciata già. Un modo lo troveranno per litigare… quello è certo.
      Nel caso di Mandela le cose sarebbero più semplici. Se c’è un patrimonio importante è giusto che venga lasciato al popolo sudafricano a meno che dicendo “un futuro migliore per i nostri figli” non si riferisse ai suoi 🙂 .

      • ho alcune commentatrici, ma ho avuto una moglie sola… 😉

        io critico le mogli, non le donne in generale…

        quanto alla seconda moglie di Mandela è stata davvero un disastro:
        http://archiviostorico.corriere.it/1995/marzo/12/grido_Winnie_regina_detronizzata_Questo_co_8_9503121351.shtml

        riassumo in punti essenziali:

        SOWETO COME BUCKINGHAM PALACE. LA MOGLIE RIPUDIATA DI MANDELA RESPINGE L’ ACCUSA DI CORRUZIONE. MA IL DIVORZIO SEMBRA IMMINENTE

        “Non sono una criminale, non sono una delinquente. E allora perche’ mi trattano cosi’? Sono stata incarcerata, sono stata umiliata, sono stata torturata per gli ideali che difendevo, per la causa della maggioranza nera. E ora mi ripagano con accuse infamanti. Allora io vi dico: questo non e’ il Sudafrica per il quale ho rovinato la mia vita. Questo Sudafrica mi ha tradita”.

        Ieri, Winnie, 61 anni, la moglie separata del presidente sudafricano, l’ex “madre della nazione”, si e’ sfogata in pubblico. Ripudiata dal marito, accusata ufficialmente di corruzione e truffa, Winnie ha partecipato al funerale di un sostenitore dell’ Anc, assassinato dopo che aveva preso le sue difese in televisione. E davanti a una piccola folla di fedelissimi, gli stessi che lei durante la campagna elettorale dell’ anno scorso amava incitare sparando colpi di kalashnikov, Winnie ha rievocato i tempi bui del regime di apartheid.
        “Ci sono delle manovre dentro l’ Anc, ci sono degli strani giochetti che stanno mettendo in pericolo i risultati raggiunti. L’ Anc e’ sotto assedio. Stiamo facendo il gioco dei razzisti. Io mi sento tradita e umiliata dalla mia stessa gente. Ho la sensazione che un gruppo di codardi e di ciarlatani voglia vendicarsi di me”.
        Parole pesanti, soprattutto se si pensa che tra questi “codardi e di ciarlatani” Winnie mette anche il marito Nelson, grande vecchio del nuovo Sudafrica. Winnie e’ sottosegretario per le arti, la cultura, la scienza e la tecnologia. Adesso, a causa dello scandalo, rischia di perdere il posto.
        E qualche confusione deve esistere sui diritti e i doveri in una democrazia, se ieri al funerale ha gridato: “Qual e’ la sicurezza di cui godono i cittadini di questo nuovo Sudafrica visto la polizia puo’ agire contro un viceministro sotto gli occhi di tutti?”. Non importa che la polizia abbia sequestrato a casa sua le prove di certi affari poco puliti, Winnie si sente perseguitata.
        Il suo destino sara’ deciso la settimana prossima, al rientro dal vertice di Copenaghen del vicepresidente Thabo Mbeki. L’ex “madre della nazione” va a questo appuntamento con una “fedina” personale macchiata. Le accuse accumulate negli ultimi sei anni coprono ormai tutto il codice penale sudafricano: si va dalle percosse che hanno portato alla morte un ragazzino, al tradimento del marito prima della separazione, alle spese folli con i fondi dell’Anc, agli appalti edilizi intestati a una societa’ di cui lei e sua figlia Zinzi sono gli azionisti, per finire con una strana iniziativa turistica lanciata insieme all’ attore egiziano Omar Sharif.
        Ormai Nelson ha deciso di “scaricare” la moglie. Nei giorni scorsi Zinzi aveva dichiarato che i genitori sono alla vigilia del divorzio, con tanto di accordo economico. La favola politica e sentimentale che per decenni ha commosso il Sudafrica e’ ormai finita. E Soweto sembra ormai Buckingham Palace.

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